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Ferdinando Giordano
Le 120 poesie di Ferdinando Giordano
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Sui palazzi, sui palazzi!
Ovviamo all'aria degli incroci
alle rampe, alle rotonde; portiamo su quei prati
e l'erba negli
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Tornerà la triplice arsura di mistral
giù per gl'intonaci di sabbia
sui dorsi dei delfini e nelle gole dei
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Tra gli occhi e il dirupo
una radura a vedersi sul petto del pianoro; poi, sale il naso
per cogliere l'odore
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Che cosa conduce
le frange del tuo costato alle brume della strada?
Il commiato
espone l'assenza negli spazi
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Tutti coloro che vollero la piazza dei gigli
portarono una stoffa bianca
per parlare.
Quando si raccolsero
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- Se le statue cedono i marmi, se le balaustre
abbandonano i ferri e i ponti, i ponti scavallano
dalle spalle dei guadi,
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So di essere una discesa.
Perché io sono la rupe comunque stia:
di lato
e col cielo in pancia
seduto
e a capo
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Penso all'angoscia che ogni cosa debba
essere fatta per tempo. Al contrario direi del tempo
che non può essere per
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Andiamocene per scale di sale
a dar vita ai nostri passeggi più eclettici,
dissi allor quando al pranzo qualcuno
-
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Se qualcuno di voi crede che il tempo si perda
causa orologi stanchi delle solite ore
ne faccia partecipe la corporazione
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Loro era la casa che abbandonammo
loro erano i treni che viaggiammo
loro erano le famiglie che sciogliemmo
loro era la
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Oggi tutti sanno
che non parlai male degli aerei
né a quei tafani del greggio
né alle bussole dei semi
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Conveniamo che il Caso sia, e non nel miracolo degli ulivi di Talete
o nel gesto dell'ombrello al braccio di cui poi si
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Eravamo fondi di un boccale:
tu sai che questo boccale ha trasparenze vane
per la rabbia della sete
- quando la bocca
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Quando vanno via dalla mia vista
gli amici lasciano un polline
di cui mi nutro
avido.
Sarà perché quel
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Adoro le tue mani quando di me s'impregnano
tra questi filari d'aria in cui s'insinuano
e ventilano all'afa che ci
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a Ferdinando Giordano.
Quando il peso del frutto spiegò il concetto della leva
di terzo genere - si badi - del terzo genere
noi tutti dal
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Ho sempre voluto stare dietro i tuoi occhi
poggiato alla nuca
dal di dentro.
Sentire crescere i tuoi capelli
visitare
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Ho visto la vecchia casa - di cui ci sembrò il civico ostentato -
con quei gesti esortanti dell'andare
ai
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Di che umore è il battente, stamattina?
Se cigola,
dirò del tempo un poi s'aggiusta, giacché
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Dubito dei cubiti
poggiati al davanzale;
quelle misure che fanno gli omeri
standosene a miserere.
Mi sembra chiaro il
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Le campane sono scomparse
dai profili curvi delle campagne.
Restano ferme nelle sagrestie del pensiero
con la loro
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E si torna dagli emuli
andando per responsi agguantati dalle stelle
scritte sui quotidiani - le stampe che appurano quei
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Così tornando, tenera, eccoti
contenuto clamore che ogni stretta sera
sali all'ampia notte di gennaio
l'epica
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Mi appari questua di carezze audaci e seta
nera, come si conviene ad una merla di gennaio
nel più lucido piumaggio
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Non ho mai avuto un sogno in canna
per poter colpire in petto un giorno vuoto.
Ho armato i miei cannoni di miraggi
che
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I marinai copulano
per essere ed avere.
I marinai sono
quindi
senza meta per intero.
I marinai
sulla tolda del
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Si raccontava
sui banchi a sbalzo
con le timbriche dei pennini scivolanti
concetti espressi a polvere di
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così tutto nacque
dopo che il sole fu passato a bordo dell'ora
con la sua antica fornace da passeggio
in
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o soltanto dei passi
la misura di un certo scrollarsi la marcia di colpe
che vengono dall'opposto a sfiancare
come si fa
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120 poesie trovate. In questa pagina dal n° 61 al n° 90.
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