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Maria Grazia Vai
Le 701 poesie di Maria Grazia Vai
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| Del ticchettio dell’alba
mi restano scoperti i fianchi,
l’aria e lo spazio della tua
irregolare assenza.
Ti amai la pelle come un
vociferare d’acqua.
Ogni tua vena esposta,
ogni tuo fiato contrapposto
ai passi della mancanza.
Quelle pareti
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Della malinconia sei l’aria che si muove
tra i polmoni consumati di un sorriso.
L’altrove fatto a pioggia fin dentro le
lenzuola stanche della sera.
E mi copro di te, dei canti senza voce
che un giorno mi tacevano le labbra
giacendoti le
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Certe notti sono un’illusione di ghiaccio,
e mi nascondo -per volere di carezze assenti-
dentro il rumore che i tuoi passi avrebbero
curato, se il mio cuore fosse inciampato nel
lavabo dove le osterie cancellarono la passione
dalla carne
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| Quello che vedo è l’impaziente follia
di un desiderio, seduta sulle labbra
di un’infanzia troppo nuda per -raccontare
il sudore mai benedetto di questi scogli.
Quelle stagioni che arrivano a cercare
lo sguardo tra i segreti di
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L’ultimo fiato
l’ho rinchiuso dentro agli
occhi di un rosario, quasi
fosse -delle parole- un
pensiero da latte in una
notte senza risposte.
Mareggiate silenziose
che ho confuso coi rumori delle
tue schiarite.
E ho lasciato che di te
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Riemersi dall’ultimo fiato di pelle.
Divenni la quinta ora del giorno
e il cuore divenne un lago
di sassi e
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Non potevi saperlo che
seppure statiche, certe strade
ritornano a scorrerti senza
neppure un sussulto di passi,
senza nemmeno dirlo -ancor
prima tu possa sentirne la parte
più liscia dei sassi.
Ammutolivi le mie braccia
parlandomi dei
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Certi giorni si infilano - di coltre in
coltre - in orge di dolore, dentro l’utero
di un sogno a dispetto di qualcosa
che è troppo breve per esserti viaggio
o memoria. E la mia gola ne è un
desiderio astratto, un ritratto che siede
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T’avrei bevuto fino allo sfinimento
come miele dalle labbra di un bambino
senza toccarti, senza neppure guardarti.
L’avrei scritto sotto l’albero del melo
e ancora più a fondo, tra la paglia del
mio nido di conchiglie. Fino a cambiarti
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Di queste mani anoressiche
sei l’urlo accecante dietro i
teli consumati della bocca
Quel Silenzio che mi spaventa
ma ancora mi accompagna fino
ai bordi sconfinati delle tue carezze,
bruciando dove il giorno ha già deposto
le sue
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Neanche il cielo può comprenderlo,
questo volermi consumare dove la
tua bocca è una stanza immobile.
Dove ogni affetto è una pretesa per
non smettere di ascoltare il tuo dolore.
Niente, più di te, è capace di
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| Dove i fiati si perdono
il glicine s’intreccia al
rosmarino, e la storia
diventa un refolo di
spezie che alle volte si
veste del tuo odore,
con me al suo centro
e Tu -tra le mie cose
smarrite. Esangue come
bolla di sapone sulla
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| Ancora mi raccoglie
la verginità di quelle foglie
dallo sguardo forestiero.
Sei così lontano, eppure posso sentirlo
l’urlo giovane del tuo vivaio, la
vertigine in fondo alle ossa come
il risalirti la distanza tra le vene
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| Null’altro. O altrove,
forse una nuvola soltanto
ti raccolse tra i capelli dell’estate
mentre il bianco di una stanza -come il nero
dei miei occhi, ancora piove
Furono i gesti, la neve
o forse le crepe sul muro
di un acquerello,
a riempire
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Prendimi l’aria.
Privami d’ogni dubbio vestito.
E spoglia di questa mia voce confusa
ogni lucchetto sudato. Come fossi quel
tempo di neve che aspetta d’essere
scagliato dove il fuoco è un’altra mano
ingenua da accogliere.
Ripassami
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Furono persiane sudate -e asfalti
gravidi d’accettazione a incidermi
accesa parola, ovunque i vetri della
tua nuda attesa, indossando il sangue
d’un bacio sognato, disegnavano timide
esplosioni d’avorio nell’incavo più alto
del ristoro.
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Se tu mi dimentichi Autori Vari
Le poesie che hanno partecipato al Premio di Poesia Scrivere 2011, con tutte le opere partecipanti ed i vincitori
Pagine: 208 - € 11 Anno: 2012 - ISBN: 9781471686214
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Anime in versi Autori Vari
Antologia degli autori del sito Scrivere
Pagine: 132 - € 10,00 Anno: 2012 - ISBN: 9781471686061
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Le notti del poeta Autori Vari
Le poesie che hanno partecipato al Premio di Poesia Scrivere 2009, con tutte le opere partecipanti ed i vincitori
Pagine: - € 14.00 Anno: 2010 - ISBN: 978-88-6096-621-6
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Cristalli nel vento Autrici del sito Scrivere
Una raccolta di poesie è talvolta cosa stucchevole se non sorretta da un’idea che dia coerenza a un “canovaccio”, una sorta di filo di Arianna che conduca il lettore alla scoperta di un significato d’assieme. In verità un’idea in questa pubblicazione c’è ed è “forte”: sedici poetesse, dotate di spiccato lirismo e felicemente ispirate, cantano la vita attraverso le sfaccettature di uno smeriglio di cristallo. Cristalli nel vento, è l’opportuno titolo dell’opera, e son davvero puri petali di cristallo queste liriche, petali da strappare uno per uno.
Pagine: 182 - € 10.00 Anno: 2010 - ISBN: 978-88-95160-26-9
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Festa delle Donne 2010 Autori Vari
Poesie per la Festa delle Donne.
Il lato femminile della poesia
Pagine: 107 - Anno: 2010
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Foto di gruppo con poesia Autori Vari
Un ritratto degli autori del sito attraverso le loro poesie
Pagine: 200 - € 14,00 Anno: 2009 - ISBN: 978-88-6096-494-6
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Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Maria Grazia Vai.
Masticherei carovane di ferite
sui marciapiedi
abusati delle ore malate.
E rimanendo la preda delle pareti, della
loro nudità esposta, pur di trattenerti
- l’inchiostro puro nella bocca della vita,
e dei miei sogni la dolce apocalisse
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| Se mai ti esistessi, sarà nell’ombra
lunga di una rosa. O tra la polvere
arrossata dietro i letti degli amanti
Sarò l’inchiostro disciolto sull’asfalto
per annaffiare di viola i tuoi cancelli
Sarò di più che un
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Essere l’etere erbaceo tra le gonfie
parabole della strada. Dove resta
alacre il tentativo di rinascere nettare
ai bordi incontaminati degli apici spogli,
quelli dalle lunghe criniere d’argento
dove piovendo il respiro delle ore
indosso
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T’avrei tossito anche al buio
L’avrei saputo dire
tra gli spifferi d’agosto
e le coperte pesanti
della bocca.
L’estate sarebbe piovuta
come un gioco di specchi
tra i polsi arrossati del tiglio
Li avrei sciolti di notte
leccandoti le
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Il fiato è stanco di abitarmi dentro.
In queste stanze d’aria insonne, dove
sento abbaiare gli occhi di quel giovane
desiderio, quello stesso che lasciai maturare
nel sangue dei tuoi fogli.
Rompendo il silenzio di quell’azzurro giaciglio,
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Sò, nella stessa misura dell’incertezza.
Con la stessa durezza che scrive la vita
sui palmi della disperazione. E’ così
che io canto e rinnego la luce, rendendo
alla voce -sul nascere- quel flebile pianto
stonato dei miei ruvidi e
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Conservami il respiro clandestino di
quei baci supplicati sulle guance innevate
dell’attesa.
Quel sudare muto di cespugli e mani
tra le genziane senza volto di quegli
indumenti sfilacciati -come aria sterile-
dalla prepotenza nuda delle tue
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Di tutto il cuore che vestiva le pareti
abuliche della mia gola resta un rumore
fioco di lancette sconosciute. Lo stesso
che mi narra la meccanica del tuo silenzio
-mentre ti penso accovacciato all’angolo
tagliente di un respiro-.
Di quella
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Come fossero mani pastose
queste labbra d’amianto -mordono
il cappio al silenzio. E bramano i colori
del gelso. E senza derma scrosciano
l’attesa di un solo giorno di vita
Si slacciano -assetate d’ardore
come nastri disubbidienti lasciarti
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Come fosse l’ebbro respiro d’ogni
pagina rossa, l’aria inonda -ovunque
i cancelli spogliano le vene del loro silenzio.
Mutando negli occhi di delicate gesta,
preziose quanto la voce incastrata tra i
fianchi della più timorosa strada.
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Potessi sgretolarmi adesso,
come il respiro sacrificato d’una
frana denudata, vorrei fiorire adulto
-ovunque sanguina il nome delle
tue strade senza nome-
E sarei, d’ogni ora, l’innevato utero
legato alla cecità di tutte le scintille
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Ho lasciato che fosse lo sguardo
timoroso dei tuoi gerani -a partorire
l’adolescenza di quel coraggio clandestino
tra le nocche -ancora vergini della mia voce.
Quei fiati che sfumano altrove
come un bacio aggrappato alla pelle,
lasciato alle
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Li senti urlare i miei occhi?
Per te, ho vestito di rosso
le viole e i miei bottoni,
slacciando di poco
le inquiete parole del mio giardino
Vedessi quanti giorni conosce il vento
Quel suo camminare
malinconico e stanco
dentro i passi del mio
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Sapessi amarti dove matura
il sangue delle parole
tornerei ad essere quel palmo
d’acqua che scava il seme del sorriso
Là dove la carne spoglia la sua
timidezza per diventare
un cancello di spine. Pronto a
soffocare nel sorriso della
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701 poesie trovate. In questa pagina dal n° 181 al n° 210.
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