Voltati, ti prego, almeno una volta,
voltati amor che t'allontani,
guarda le rughe, guarda il solco,
che c'ha diviso e ci divide
Vorrei gridar aspetta, ancora,
ma le parole sono mute, storte,
groviglio ruvido, nodo nella gola
T'amo tanto
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Qui, in piedi,
a guardar l'orizzonte,
su questa spiaggia di levante,
tutto coperto a contrastar
il freddo
di questo tardo dicembre,
un vento lieve disegna
la faccia e il buio intorno,
non vuol sparire.
L'alba, inesorabile, spinge,
e
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Io che son gran cuoco,
del sentimento,
una ricetta voglio dare,
intingi penna nel calamaio,
e ..., massima attenzione!
Bene,
prendi un spicchio di luna,
ma nascente,
e sentimenti giovani, compiacenti,
e fanne un trito.
Da parte prendi
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Son qui a ballar con te,
dalle casse la voce calda
di Buble
Il tuo vestito rosso,
le tue spalle
e quel profumo
di chanel
e l'esser così leggera
che l'aria non avverte
il tuo passaggio
io ti stringo a me
e tutto muta,
il tempo fermo,
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Rugiada,
che scende, che copre,
bagna
Acqua, di sale su visi di carta,
su tele, in strada per caso
Pioggia,
mi lava, mi salva, mi tiene
ristagna
Fango, copre, colore di fuoco
m'inghiotte, mi avvince
Appeso,
per i piedi ad un
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Apriti battito, ma forte
sfonda muri, scardina porte
apri cielo, spruzza colori,
rovescia cumuli di fiori
disponi di cerchio le stelle
e poi amori a mille e mille
sentimenti da digerire
e carezze come rose nere
Apriti acqua che
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Ti rivedo, mare, come da tempo
non succede
questa sabbia fine di dicembre
un sole malato, quasi all'orizzonte
e il tuo carezzar le sponde
Lontano altre anime sperse
In questo momento sublime
dietro palazzi in letargo,
aspettano
il vociar dei
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Morirà il poeta,
no, nessuno pianga,
mai
Vive, scrive su un foglio
di nuvole
Morirà il poeta,
solo una chitarra slide,
note piegate d'armonica
blues
Morirà il poeta
e,
vivrà per sempre
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Un attimo, solo,
attimo, un momento,
mento
per l'eternità,
età,
nell'anima,
ma ...
Cercami, cercami, corri
prendi la vita, stritola,
avvitami, completami,
ascoltami il sogno.
Che nessuno tocchi
il poeta,
che nessuno,
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Se mi tocchi, se solo mi sfiori
mi passano accanto i sogni
e gli odori
Nelle orecchie si spezza
il mare
e il vento sibila di colori
Se solo mi tocchi, mi sfiori
la pelle vibra, s'increspa
lo stomaco contrae e
rimescola
s'intensifica il
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Stanza anonima d'albergo,
finestra che s'affaccia al niente,
un mattino grigio d'inutili speranze,
a respirar il vento e l'emozione.
Di cosa accade non ho percezione,
che il sentir mi fa difetto,
sospeso, un metro sopra il letto,
senza peso,
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Dolce, dolcissimo
infinitamente perdersi
che buca sentimento
ed è offuscar ragione
in te mi son tuffato
e..., spruzzi,
mari calmi,
agitar tempeste.
Quanto, tanto, tanto, quanto,
tanto!
T'ho amato e com'è vivace,
il
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Fiore perso in un sorriso
opaco
attimi di dolce compimento
attraverso il tempo
in un istante
raggiunger il mio primo
verso
Cosa mi ha dato questo spazio
angoli e muri, fasi di follia
sposta il peso sulle ginocchia
intravedi il fondo della
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E ti vengo a cercare,
quando sbiadisce sera
in questi spazi,
umidi
d'assurda atmosfera
Tutto surreale, in sospensione,
oggetti animati e vinti da passione
da quest'estasi animale,
che non ha peccato
e non mente
Sussulti ritmici,
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Canto,
io oggi son felice e canto,
al sole che m'ha aperto la finestra,
al vento che ha spazzato la tempesta,
al cielo ed all'odor del vino,
ed a questa vita ch'è vestita a festa.
Canto che il cantar mi fa star bene,
che ti fa fiera
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Non so perché scrivo
so che lo faccio
e che farlo mi conviene,
che duellare col pensiero
di cappa e di spada
o alla bisogna, di fioretto,
mi calma e mi rende sereno.
Corri cavallo scosso,
senza briglia,
lume in ciel a
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Festa delle Donne 2010 Autori Vari
Poesie per la Festa delle Donne.
Il lato femminile della poesia
Pagine: 107 - Anno: 2010
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a Nikolas Malone.
Vive in ciò che non ho detto
la mia malinconia,
sottile nebbia d'autunno,
parlar nudo non è facile
Che t'allontani piano
sempre,
non riposi, stanca, stenti,
inciampi
Chiudi le persiane
tenue luce, penombra,
ascolta il mio
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Tenero,
dolce odor di gelsomino,
che riporti a casa il cuore,
e l'agitar di viole e petali di rose
è spezzar confini all'esistenza
Intimo annusar del vento
scolpisci il volto di chi amo
portami stretto dentro il pugno
conducimi, ti
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Ricordati ti prego,
fallo
anche se tempo
n'è passato tanto
lettera scritta
di grigia primavera
foglio bianco, sgualcito
ripiegato a mano
dove in fondo, a destra
t'ho scritto
t'amo
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Dormi dolce,
dolcemente.
Sogni di mirtillo,
burro e pane fresco.
Dormi silenzio, muta assenza
ritmo regolare, respiro.
Sognali tutti, sempre
e fatti cullare,
dondolare.
Pallido tocco di primavera,
lacrima di sale,
sincera.
Dormi
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Vorrei ricostruirmi,
reinventare,
ridisegnare limiti e passioni,
il sentimento e il verso delle cose.
Tracciar gl'argini,
tracimare,
illudermi e rinascere,
rifinire.
Contorni nitidi, specchiati,
acque limpide fugacemente
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A te
poesia recisa,
rosa scritta come una canzone.
A te
pallore di un pensiero lieve,
la mia gioia,
la mia illusione!
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Lento ondular dei fianchi,
ritmico muovere del bacino,
vieni ti prego, ch'io ti son vicino,
a leccar l'anima al cielo.
La pelle a mischiare l'acqua,
lo scivolar di ossa è fantasia,
perduto il senso e la ragione,
non c'è ristagno
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Cantar di contro,
che del cantar io canto,
che dell'amor passato,
amor mi fece vanto.
T'ho avuta al mio contegno,
e t'ho svezzata,
che il vaso tuo al gusto mio forgiato.
Or che sciolte hai le tue funi,
del navigar ti fai diletto,
servar di
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Oggi mi sento in vena, perciò lo faccio,
il confessar di come mi ritengo,
che a chiarir il concetto a chi mi legge,
mi sembra giusto il farne impegno.
Chi leggendo ciò che scrivo,
ritiene, bontà sua, che son schivo,
introverso
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Quel candido muover di stelle,
sulla sera che lenta, avanza,
quel tremolar di luna nella stanza,
lo scivolar di mani sulla pelle.
Ho amato il senso delle cose,
lottato, perso e vinto, navigato,
passion di vita che m'ha perdonato.
foto sbiadita
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Rusbigghiti fighiu, t'à jazzari, sbigghiti figghiuzzu mio beddu,
chi fora agghionna, jannari a travagghiari.
Non ti rassigni, mamma, non vo' vaddari, a vidi sta cascia, u vidi stu tabbutu,
jo sugnu mottu, mott'ammazzatu.
Da li muntagni
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Certo ho momenti,
spazi di depressione,
che capita a tanti,
comune dimensione.
No niente pillole,
niente meditazione,
bicchierone di nutella,
oddio che passione!
Nell'affondare il dito
morbida resistenza,
quale groviglio d'estasi,
pura
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Forse potrei anche perdonarti,
pensando alla tua squallida vita,
ma la violenza è stata troppo grande,
quello che resta e la voglia di sparire.
Cosa t'ha reso così forte,
da scaricar su me le tue paure,
io sono stata carne da
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Com'è totale, come prende i fianchi.
Il respiro stringe, serra la gola,
lento precipitare.
Piegato, ritmico comprimere di pancia,
lingua di sole a tagliar netto.
Vorrei sentire cosa senti,
e nei tuoi occhi ritrovarmi spento,
del tuo
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