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Marco Zuffo
Le 102 poesie di Marco Zuffo
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Come una camicia a righe tra la stoffa ed il niente,
dove anche la pelle scompare,
e mai appare se non coperta.
Ammonisce una voce indefinita,
logora il fruscio d'un foglio leggero,
come un fumo nero da un monte in lontananza.
Agogna una
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Ho trovato la risposta
conversando con me stesso:
quasi che il sesso fosse soltanto la ruota di scorta.
Ho aperto pagine più o meno gialle
cercando proprio tra le palle lo sconforto da cui sono oppresso
e per questo
parlo da solo.
Accetto
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Dove crescono le erbacce
e le crepe dei muri assetati
sono piene soltanto di polvere.
Dove scavano tane le formiche
e ammucchiano pile di sabbia.
Dove padrona è l'ombra
nell'angolo in cui si rannicchiano bambini tristi.
Dove si
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Poltrire
abbracciati a pezzi d'ombra,
mentre ingombre
le tasche premono sulla carne.
Come ad un verme
la luce incendia il tessuto molle
così le bolle
si allungano su una pelle lesa dal vivere bianco,
e lo scorpione stanco
buca ancora
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Singhiozza anche stanotte il tiralatte
e sbatte su una musica fragile
che spacca in quattro
per puro apprezzamento dello scempio.
Si interrompono
e sono martelli forti,
pur lasciandosi sbattere sui chiodi con dolcezza.
Sarà il legno a
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Il Patrizio era da tanto tempo che non faceva qualcosa per non sentire i suoi stressare,
aveva imparato a suonare:
la chitarra,
il clarinetto,
il contrabbasso...
Alla fine gli avevano detto... "a be!
Patrizio adesso
vai a
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Al mattino il cielo,
tormentato da nubi pesanti,
condito di geli improvvisi di pianti
al suo varcare l'uscio;
un'altra scusa tarda la primavera d'un giorno.
Sembra inverno
ma è un vento freddo
a squarciare di luce il paesaggio,
e
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Gemme sugli alberi in Febbraio
ingrossano a far secchi i rami vecchi
come venti di rivolta
sbocciano a far nuove piante morte
raddrizzando la sorte
e studiando svolte per far buoni frutti.
Cresce in primavera
la pianta nel deserto
e grida verso
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Infila rovi tra le coltri,
litri d'un trito di vetri
in tetri boccali stracolmi,
bocche deformi
su facce di angeli infetti.
Dona sogni di insetti,
fastidio e pruriti nei letti,
lepri nei petti e risvegli repentini,
sudore sui cuscini,
e
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Il tramonto gelava la nebbia
e un uomo in gabbia
lasciava una scia sulla sabbia.
Granelli di rabbia
bagnavano lune di melma
e l'aria ormai tersa
squarciava una breccia
nella dura corteccia
d'un acero storto.
C'era un filo corto legato
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Buonanotte Occhibelli
niente dita tra i capelli
o sussurri più o meno opportuni,
dopo i grandi digiuni,
la solita stanza spoglia.
Sogni d'oro Occhifurbi
che niente stanotte disturbi
con frasi e pensieri confusi
o vagiti di bimbi il tuo
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Quando la fiamma è ormai spenta
e la cenere bianca,
finita la legna
le fa da coperta,
nascosta e tenace,
ancor scalda la brace,
e nella quiete che tace,
con un soffio
si ravviva di luce potente,
poi torna latente,
e come niente fosse,
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| Sono strade senza lampioni,
fredde coperte di nebbie,
come bestie stanche nella stalla la notte.
Sono neri
vapori di solitudine,
si alzan dal centro del lago più fondo.
Son la luna spenta
che inghiotte la luce delle nevi
questo
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| Mentre streghe e folletti
d'un mondo lontano,
soldi alla mano,
convivono sobri col dio cristiano,
l'universo pagano nostrano,
ce l'ha col mondo musulmano,
e un tipo strano,
che non ci ha capito un cazzo,
si azzuffa alla stazione con un
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| Patendo il peso delle spalle,
lacerato da ansia d'esame,
innalzato a simbolo
d'autrodistruzione.
Prima passione,
capro espiatorio.
Sanguigno bruci di rabbia.
D'ogni conflitto
vittima innocente,
d'ogni notte
rumoroso compagno,
nel
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| Sono quei campi spogli
sparsi lungo i fossi
in quei cieli grigiastri,
come voce dei tempi,
volti di estinti,
ricordo di carezze a bambini ormai grandi.
Battono lucidi gli occhi
sul tramonto tra le nebbie.
Sono quei rami secchi,
fantasmi che
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Invia un messaggio privato a Marco Zuffo.
| Saltano gli ultimi grilli
su fili d'erba secca
lasciano spazio i monti brulli
a vive piogge in prati verdi.
Freddi incontri,
primi funghi,
e poi giorni meno lunghi.
Nebbie e castagne,
tini gonfi,
e profumi da camini caldi.
Minestre
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| Bianche lenzuola e polvere
su nere e scomode verità,
soltanto pietà,
vera a metà,
sul caldo Agosto di Bologna.
Alla gogna non certo due poveri allocchi
ma neanche l'omino del carro
del paese dei balocchi.
Da loro neanche
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| Quanto mi somigliavi
quando il tuo cuore batteva nel petto
e sognavi
fratello
la riva di un nuovo mondo.
Dietro i tuoi occhi
pulsavano immagini d'oro,
e il paese straniero,
dal veliero di carta
pareva vicino;
ma il carico umano
e vari
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| Pavido e pigro
al mago chiedeva coraggio,
e in un giorno di maggio
bevette dal secchio un intruglio.
Restò ebbro fino a luglio,
sul letto di paglia,
già casa di quaglia,
finché una sveglia arrugginita
e una gamba
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| C'è gente che spinge la folla,
che tira e che molla,
che avanza e indietreggia,
fomenta e sgomenta,
sussurra e sbadiglia,
si ingozza e scorreggia,
e passeggia al calar della sera
su una macchina nera.
Incontran rivali e sodali,
si
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| Ghe pensèo mai
che al di de ancò
l'è sempre Santa Lùssia?
E un colpo te spèti la machina nova,
un colpo la busta paga po' el dì de festa,
'na gran magnada
e quel che resta,
'na bela butela,
'na
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| Abbioccati alla tele
tra vasi di miele e liquore,
angustiati da paure,
affilando una scure
si godono quel che rimane.
E non pensano certo a ruscelli
o prati di verdi e profumi
di gatti o genti
storie e presenti
ma a chiacchiere vane e denari
e
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| Con lembi di nubi
fasciava il suo petto
e strappando dal cielo un pezzetto,
di tiepido azzurro lucente,
copriva con niente
le spalle perfette.
Con tinte cavate dalle acque più fonde,
con stoffe di onde,
cuciva il suo scialle,
e due
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| Nel Maggio dal profumo intenso
Robinie, da immemore tempo
spalmate dal caso,
con senso, nei bordi del campo,
sparano un lampo
e offrono scampo,
lasciando tornare un ricordo.
E l'uomo sordo barcolla
e si incolla al proprio
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| Intrecci
senza corpi e mani
baci e abbracci
credetemi è impossibile non cascarci.
E quanti accesi desideri solitari,
tanti pensieri,
e incomprensioni di coppia.
Quanto s'alza il fuoco dal ventre
e infiamma un destino d'infanzia
mentre
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| Su un lungo pezzo
di legno irto
di chiodi sparsi
cammino in silenzio
e soddisfatto,
di stare senza scarpe.
Mentre scorre sangue
e vedo punte
uscir passando parte a parte
guardo dritto al compromesso,
perdo un po' me stesso,
soltanto chinando
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| Nudo nella neve.
Immobili gli occhi specchiano
il colore del tramonto.
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| C'è un foglio nero
su cui soffia fumo bianco,
e un uomo stanco che sogna il vero,
la notte quel fumo negli occhi è un veliero.
Ma cenere e gesta si impastano
e viscere e carni si torcono,
mischiano a un sogno un risveglio,
sarebbe
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Frullato di pasta scotta
e una forma di ricotta appoggiata,
gialla quanto il marcio dentro al tinello.
Sposto il bidone dall'armadio
e cade dal piatto un fuscello.
mi appoggio alla spalla del carretto
e viaggio spingendo fino all'ultimo
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102 poesie trovate. In questa pagina dal n° 61 al n° 90.
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