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Francesco Fabris Manini
Le 339 poesie di Francesco Fabris Manini
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Nausicaa,
m'innamorai di te
in terza superiore,
nell'ora d'italiano
su una pagina del Monti.
Fu un'illuminazione
sentire il tuo nome
e rimasi incantato,
in adorazione.
Eri un canto mai udito
d'un inizio primavera,
portato dal vento
su
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Qui lascio il grido per il silenzio,
la disperazione per l'orgoglio,
il volere complesso e assurdo
per il nulla.
Qui le
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Le solite cose,
i soliti giorni che chiedon ragione
d'insaziabili affanni.
Viandanti in un moto confuso,
obbedienti, coerenti
di un mondo smarrito,
al migliore offerente
proposto e svenduto.
Gridi per strada, chiacchiere, insulti
e il cielo ci
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C'è una torre diroccata
e solitaria su di un colle
ormai lontano al mondo,
e guarda al basso la vallata
col fiume
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Che pena,
aver la più dura conferma
ai dubbi d'un tempo.
Che pena,
trovarsi dinnanzi
ai tuoi sentimenti in rovina,
e ancora più solo, tu, come
una iena, affondi i tuoi denti
nel mio corpo morente...
Tu... freddo e paziente
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Splendeva la città all'aria gelata del dicembre.
Michelle, assorta giungevi al verde Belvedere,
e a San Miniato il viola dei tuoi occhi trafilava
le bianche e serpentine pietre della basilica
del Monte.
Michelle, chiamavo il tuo nome alla
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Ho visto l'estate
tra le prime brume del novembre,
camminando tra i fossi dove
guazzavano le rane.
So l'autunno in questa pianura,
e i silenzi che accompagnano
la terra, lungo sentieri che paiono
non finire, se non in un casolare
col lontano
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In quel tempo passato
s'illuminava la notte di lune chiare,
e il mondo danzava su erbe nuove,
e sopra alle vergini spiagge del mare.
Il mare le rive i gabbiani, riverbero
degli anni, lumi del passato che proietta
quel che resta delle spiagge
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E ti chiamo ancora
quando la notte è più buia
e riposa il mio libro
sul cuscino a fianco
e t'appartiene,
e lo tocco e non parla
se non di cose già narrate,
piano, a lenta voce,
a te, per te che lo chiedevi,
facendoti
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I tuoi mattini erano ombra
che una luce superflua posava
su declivi nascosti e angusti
anfratti di rovi e di
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Quando tu riposi, davanti a me
passano ancora questi tuoi occhi
per tenermi compagnia.
Tu angelo pieno di gioia, amabile e dolce.
La notte scorre su te addormentata,
tutta stretta tra le fragili membra,
coi tuoi sogni del mondo e i nostri
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Voglio dormire di fianco al cielo,
addossato al campanile per sentire
meglio il vento.
Al mattino mi sveglierà la campana,
vedrò entrare nel buio della prima ora
le anziane donne per la messa prima.
Girovagherò sul sagrato e mi
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Tra le nebbie, dentro e attorno,
è bello pensare che sola s'accenda
una stella in una nebulosa di pace.
Tu non chiedi il firmamento che scenda
con cascate di fiaccole né che la luna
dia raggi di seta alla tua anima scomparsa.
E poi lo
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Tu vorresti volare nell'azzurro
salendo quella scala che s'arrampica
nel cielo e da lassù misurare la
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Insonni domande di ore notturne.
La luna invernale su creste di neve
si fissa al davanzale remota e assente.
Acri fumi di fornace aleggiano
attorno, con morsa leggera,
verticali all'ignoto.
Tace il silenzio questa notte
e non dà risposta
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Stiamo diventando francescani, minoriti,
senza saperlo...
Stiamo lasciando la casa, i mobili della
nonna, l'orologio della cresima, la rata
della macchina, ma ci lasciano il letto
per metterlo in istrada, e la fede nuziale
che non è
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Invia un messaggio privato a Francesco Fabris Manini.
Muta l'estate in autunno.
Quattro passi tra i vialini dei marmi
sulle ghiaie più fresche, col poggio
sulla soglia dell'aria e la piana,
oltre l'eguale cancello, nella solitudine
più assorta e più calma.
Il cielo è un
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Nulla or m'è più dolce
che l'andar per silenzi
tra le padane brume.
Stupir di galaverne come
fiori di cristallo mattutini,
gotici racemi novembrini.
Ammutolir alle infreddate aurore
trafilanti rosei pallori
dentro filari di
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Siamo comodi sulle nostre poltrone,
è pomeriggio quieto di domenica,
l'aria è chiara e col silenzio ci sfiora
un piccolo vento.
I larici oltre i vetri son calmi e tremulano
appena le fronde, scintilla a un morbido
sole il verde degli
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Fai finta di niente di ciò ch'è accaduto,
fai finta di risvegliarti daccapo
se il tempo pare passato,
se il cielo non ti pare lo stesso,
se il sole non è poi così alto,
come queste lune assonnate
che vanno e che
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S'alzano polveri
là dove l'erba era più verde.
Non saremo su quei prati,
gli anni ci hanno rubato la voglia:
riposiamo sull'uscio di casa a fissare
il tramonto.
Fresca è la pergola e lo sguardo
si posa su gàrruli
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S'è levata la nebbia.
Oggi pioveva ma a sera si libera un vento
fresco e leggero.
Si libera anche il cielo
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Che pena
avere la più dura conferma
ai dubbi di un tempo.
Che pena,
trovarmi dinanzi
ai tuoi sentimenti in rovina,
e ancora più solo guardarti,
guardarti in silenzio.
Guardarti come si guarda
un dono ripreso,
come si rimane
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Erano sere
come per ricordare,
quelle ancora di chiaro
nel giardino,
quiete, come un paradiso;
lo sguardo socchiuso
ad assonnar tra i rami,
a richiamar dal nulla
le cose belle del giorno
e del domani.
Caro era il silenzio
come un amico
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Nel mare del luglio al mattino
la luce s'alzava salmastra
e di pino, e la notte cedeva
umida la traccia di sabbia.
Sul presto voci rialzate
sostavano il silenzio nei
caffè delle vie e delle piazze,
e dei giornali pungeva l'inchiostro
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Mi avvolgi come oppio
d'una casa fumosa
dei mari del sud.
La tua nebbia m'ottunde
in onde di cielo confuse,
e ti vedo sfumata negli
orizzonti che la memoria
trafila, reclina in una
preghiera mai detta.
Non ricordo, c'era il tuo volto
forse
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Di quell'autunno ancor chiaro il giorno,
forse aspettava il di lei il sorriso,
ma stanco infine d'aggirarsi attorno,
ad entrar nel bar s'era poi deciso.
Era un po' presto e nessuno c'era
seduto ai tavoli degli amici suoi,
ma... in penombra:
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Il mare l'hai sentito da bambino,
ora lo guardi e ti tiene compagnia.
E'vecchio il mare e ti riposa nella
luce meridiana, opaca di curiosità
e di voglia, che sfumaglia in un
orizzonte assorto e lontano.
Ti gioca a fianco un bambino,
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Sui monti e lungo il mare
crepitano i falò con fiamme
che s'alzano alla brezza
della sera.
Dalla spiaggia
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Con questa intesa
di emozioni,
sottili fili di seta,
con questo parlare
piano,
forse per pochi
istanti,
senza timore,
senza pudore,
con quell'aria
distesa,
con le tue labbra
accostate,
stringendoci le mani,
le dita abbracciate.
Mi
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339 poesie trovate. In questa pagina dal n° 181 al n° 210.
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