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♦ Rita Angelini | |
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Manuela Mori
Le 261 poesie di Manuela Mori
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Ascolta,
avevo un cielo tutto di viole,
mani d'edera e nuvole da rampicare.
Rime amorose avevo,
da incoronare in quel minuto
che ricompone il mondo dentro un bacio, in un saluto.
E guarda ora,
tutta chiusa nel dominio delle cose,
il giorno,
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C'è una spiaggia cotta adagio dal sole
fra solitudini rumorose e grida di gabbiani.
Al centro del paesaggio spicca il vuoto
di un dominio subumano.
Non ho che te,
in tutto il creato solo te,
e sono quieta,
sazia,
perché t'
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Ovunque è smania d' ammucchiata,
e sia la più grezza,
purché scongiuri la fine infinita della festa.
Io non ho che te,
in tutto il creato solo te,
e sono quieta, in questa penuria
sono sazia,
perché sei come la notte
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La vita giovane rinnova le domande
come l'acqua nelle vene della terra,
e scava e scava l'essenza di se stessa,
chiamando a raccolta i muti segreti
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L'età si misura in domande ai segreti,
quei grandi occhi fissi sugli attori della vita.
Sarà la vecchiezza, il giorno scorso senza.
La vita giovane è un'intima curiosità,
che si rinnova come l'acqua nelle vene della
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Come una magra luna
corpo freddo senza il cerchio
dove la vita racchiude e rassicura
Quando alzi un sentimento,
si ferma al senso nell'astratta storia
e rovina.
Ci vorrebbe un arco immenso
per farsi freccia e scocco
empire le mie conche di
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Come corpo statico,
spaccato e senza simmetria,
troppo di qua, troppo poco di là.
O viceversa a seconda.
Quando lieve alza il movimento
una ricerca è di eternamente altro.
Nel più soffre la gogna di adeguato
ed è
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Come una melagrana spaccata senza simmetria,
e il passo incerto di chi cerca sempre altro.
Mai tutta di qua, spesso troppo di là. O viceversa, a seconda.
Rifiutata come sentirsi adeguata,
stessa solfa di una storia incompleta.
Perché
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I miei pensieri, pellegrini viandanti
fra ostilità e rumorose solitudini,
a sera, stanchi, nelle tue tasche frugano.
Cercano pezzi di nostra miglior vita.
Fra biglietti scaduti e fazzoletti usati,
le lettere d'amore, i sogni
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Sentire è il verbo, del velo sentendo solo
s' alza il lembo malato
se sento solo
vedo amo posseggo l'intesa
che lega a incastro perfetto le forme innumerevoli
della vita che tengo a bada il caos
dove basa ogni dolere.
Sono la terra
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Vivere spaccata
nei cocci minuti della proprio ora.
Inadeguata.
Alla solitudine chiassosa dei pachidermi ottusi,
regolata dalle date, minacciata dai
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Il passato è seppellito sotto un altare vuoto.
Niente più soffocherà la tua voce
aguzzata dai silenzi, dietro una porta socchiusa.
Scuoti i capelli,
ricordi cadono,
il sangue non sussulta.
Imprigionata tra i rami secchi,
una
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Il passato è seppellito sotto un altare vuoto,
dentro una bara di parole viventi.
Niente più soffocherà
la mia voce aguzzata dai silenzi,
dietro una porta socchiusa.
E' stato, passato,
oscurato di veniente radioso,
fluente
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Fatemi dire la primavera.
Non è banale,
se nel risveglio dei fiori si vive
una pagana resurrezione.
Occhieggia, dalle braghette
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Sono il bordello, son la ruffiana.
Per la tua vergine, sono le corde,
sono la lama.
L'anima nera,
il calore ferino,
la schiusa corolla.
Il rosso, le labbra, la lingua.
Affonda. Uccidimi.
Non muore niente. Rinasce tutto.
Il fuoco, la forza.
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Fatemi dire la primavera.
Non è banale,
se nel risveglio dei fiori,
la resurrezione della mia fede.
Le siepi in risveglio pregano,
un perdono che nessuno si nega.
Occhi incollati alle zolle aspettano,
lo spacco del seme in religiosa
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Festa delle Donne 2010 Autori Vari
Poesie per la Festa delle Donne.
Il lato femminile della poesia
Pagine: 107 - Anno: 2010
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San Valentino 2010 Autori Vari
Poesie d'amore per San Valentino
Pagine: 110 - Anno: 2010
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Addio Alda Autori Vari
Poesie per Alda Merini
Pagine: 92 - Anno: 2010
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Invia un messaggio privato a Manuela Mori.
Cosa resta, di un gioco da ragazzi
in una notte ruffiana.
Resta un fiore sopra il marchio di folle rediviva,
che folle resto, ma rassegnata.
Ho cercato i colori.
E' rosso, come a te si addice,
come i falò delle puttane nelle strade mute,
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Si vorrebbe smemorare,
non importa dove.
Nel frangersi lungo delle onde,
in un grido di gabbiano.
Basta sia requie,
da giorni chiusi nel senso d'incompiuto,
dal fiato di braccato che respirano le strade.
Smemorare,
nell'orma morbida
di un
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Anche stamani c'era,
rattrappita di freddo, piena di malattia.
E' giovane, e pare colta.
A volte le ho parlato, è ghiotta di buona poesia.
Alle prime luci, scaraventa una sfilza di versi crudi
sul giorno incombente, tipo una preghiera,
e
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Dietro le mura di Gerico t'ho conosciuta.
Alla conta dei matti,
animale braccato, cercavi il varco
e dallo squarcio dell'anima,
immonda di malattia, superba di perfetta poesia,
traboccavi ardore alla faccia dei saggi.
Ladra, ti muovevi,
sui
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Se non si segue un dio
e accettare non si può di dissolversi nel nulla,
come potremo allora,
senza isterìa, senza cedere alla
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Dal blu scrosci di sole
sul filo di coltello,
che si cammina,
ordinati, giorno a giorno.
Bruchi in fila indiana,
sopra il
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E poi ci sono quelli, che li vedo e non li vedo,
tanto volano basso, trattenuti da un intimo peso.
Quelli sai, quasi soli,
mai al centro,
sempre al bordo o dietro il vetro,
carne e fiato come sono, dell'indifeso.
Ne detesti la corsa verso la
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Figli uccelli da salotto
l'ala rotta il becco viziato al verme grasso
Figli grano di sabbia nel guscio chiuso
di famiglia e pochi progetti d' indurirsi
nella perla
I figli faccia nello schermo, succhiati dentro
circuiti elettronici di
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Nel mondo in ginocchio,
implacabile torna il Natale,
una specie di solitudine rumorosa
si somma
alle polveri sottili delle strade.
E quest'anno gira pure una voce.
Al settimo tocco della terza novena,
un gatto mammone,
arringando paure senza
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Sei stata il canto
senza aprire la bocca,
occhi d'acqua, madre per me
più
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Nel mondo in ginocchio,
implacabile, torna Natale.
La solitudine rumorosa delle strade
penetra la pelle, invade le case.
C'è chi prega una sorte propizia
all'ultimo seme,
nutrito di neve e morti di mare.
Al rintocco delle sesta
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Far di presepe, alzare l'albero:
ottemperar di regole,
in rumorosa solitudine.
Nei negozi si svende lo schiamazzo,
lo metteremo col vischio a vessillo sul petto,
come lo straccio sul seccaione,
a spaventar l'insidia al seme,
speranza,
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Nel cellulare il timbro metallico
svolge l'ingrato compito con impeccabile zelo.
M' impone d' indagare un seme sporco,
attecchito silente nel vigore del corpo.
Perdo ogni controllo e non me ne vergogno.
Impertinente piccolo seme,
sei covo di
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Serenità raggiunta nella paura,
difende le stanze del cuore,
sotterra la chiave,
e
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261 poesie trovate. In questa pagina dal n° 31 al n° 60.
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