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Gli ultimi 5 iscritti: Vladislav Prazko - ac autore - Valeria Viva - GiuseppeGiannotti - Marta Paolantonio |
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Massimiliano Zaino
Le 1198 poesie di Massimiliano Zaino
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Or nella febbre il delìr mio ode un sogno,
febbricitante ei e non più rivestito
di questi ìncubi soliti a ghermìrmi:
la mia campagna... la mia terra a’ i primi
pètali delle vïòle piccine,
e ei va... e
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Eroi perduti che sorgono a frotte
addìtano le nubi tempestate.
Oh voi Valchirie... oh voi Sorelle,
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Dove or l'ìride dell'occhio non giunge,
oltre va la follia del Sogno umano;
e va... e va e mestamente e rallegràndosi:
lungo le tramontate rose de' il
tramonto oscuro e tetro, e gli ansimati
monti delle Alpi, e il funestato mare,
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La Vita è incubo di un verme in un'urna, e...
e è il Sogno allòr di un'Anima che spazia
le concitate nubi e i cieli immensi.
E noi sempre a un abisso ci volgiamo,
vagabondando sul Nulla di un bàratro,
dove
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All'occhio mio ora la Luna risplende,
qui, appena in vêr quest'alba, e lenta... e lenta
nel dì si scioglie. E ovunque essa or si avventa -
la nebbiolina! - del giorno che ascende.
L'iri mia forse oscura ancòr
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Tanto funèrea è la Notte, perenne
urlo di nòttole ululanti e infami,
e insistente è il mio Sogno, il mio dolèr.
Tramonto tetro appare all'orizzonte,
il ghigno altèro di un Mostro infinito,
Orco di nebbie, di
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Pàssano le ore, e trascòrrono i giorni,
la Notte muore con questa sua Luna,
e i Sogni... i Sogni sempre vanno. Alfine
la Primavera è un Sogno, come Inverno,
beffarda l'Ebe dell'autunno gèlido
versata in coppe di tralci
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Canta, fanciulla... canta, il madrigale
della perenne sera a questo fàr
del crepùscolo invitto, vespro di un
bronzo che suona una preghiera estrema!
Canta, oh tu donna, alma ombra di queste Alpi,
prìa che il silenzio seppellisca
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Piangevi forse, o tu, Bardo, alle ùltime
guance delle trascorse rose tue,
e de' i pètali suoi e di quest'estate
e dell'autunno veniente, e ivi, a' i liti
della tua Irlanda, filastrocca
di un'ùltima canzone, e d'arpa in
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Così iër sera mentre io fui ad andàr
per la campagna mia e per questa cera
bruna dei campi e per i primi fior,
io ergendo il guardo all'infinito cielo,
e sussultando io a questo fresco vento,
e a' i terrei specchi delle nubi
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Piove sugli elmi il pianto di Hèngist, prode
stirpe dei bardi, sangue dei Sassoni,
Furia possente delle Norne
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Tramonta - ahi - or l'ùltimo inverno, e l'estrema
sua nebbia muor, qui, oltre il falbo orizzonte, e
lì, al cerulèo singulto delle valli
mie, e scioglièndosi, dunque, affigge le ombre
sue sugli arati campi, e sulle
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S’appressa Freya agli Dei e alle Dee e alle Grotte
loro, e in cuor suo fors’ella or piange al Reno,
e anche se ammira le rocce sublimi,
qualche stilla di pianto in viso appare,
e mestamente ei scende al peplo e al fianco,
ella ignara dei tetri
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Fu una giornata di marzo in febbrajo,
con il suo vento, or freddo ma gentile,
e con le prime viole a sbocciàr, l'ajo
dei Sogni miei, e con un Sole d'aprile.
Ma almèn ci fu un inverno? All'arcolajo
Prosèrpina qui intesse un
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Io non son altro che un Sogno che contro
queste Notti e quest'àttimi irrequieti,
e questi volti divertiti, e queste labbra
che bàciano l'Incògnito del vento,
e queste feste, io mascherando il volto,
e gemendo io nel cuor, e
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Ulula il lupo del tuo pizzo in vesti
dei tuoi adamanti, o Luna, e dei miei sogni,
e del mio ricordàr, e della sera
che a festa inclina, lungo il tuo crepùscolo
e a queste onde di mare, e a queste màschere,
e presso il canto aspro
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Invia un messaggio privato a Massimiliano Zaino.
Era una lùgubre
nebbia, era il vento
dei sogni cupi,
nei mesti spàsimi
del mio tormento,
l'urlo dei lupi.
Come la tènebra
di scialba Luna,
muore il sospiro
delle mie immòbili
Notti. E m'è cura
il cuor.
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Io ansimando nel vespro e nella Notte,
e in questi spettri di sublime Luna,
e in questo senso di eterno soffrire,
e in queste ombre di nebbia, e urlando ai cupi
nembi argentati dalle nevi, forse
novellamente accolgo i sogni inquieti,
e l'inquieto
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Selva di pruni, e di pioppi, e di salici
con me la sera allùmina, e le spoglie
frasche, e le ignude fronde, ombre di Notte,
e gli irrequieti faggi, e i tetri càrpini,
e queste nubi in sul far della Luna
che viene pàllida
dopo il
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Suonava al pianoforte una fuga,
ed era bella, ed era bruna, e giòvine.
Sguardo ineffàbile
d'un cuore puro,
nella sua danza
d'avorio estàtico,
nell'occhio oscuro
della sua stanza;
e aveva làgrime
all'occhio
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Ascolto! Intendo!
E mi ispira tristezza questo vento
che la campagna col suo soffio inonda,
e questa calda brina.
Patimento melancònico e cupo!
E è forse del mio lupo,
come una spina,
che nel cuor ùlula
come una strige
nella
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L’inverno incede, e urla agli ontàni ignudi,
e nel mio cuor qui alberga il cimitero
dei sogni miei; e tra le nevi e la nebbia,
e questi spettri di perpetua brina,
e tra le mie ansie e questi miei singhiozzi
e i tetri attimi, e su questa
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L’inverno incede, e urla agli ontàni ignudi,
e nel mio cuor qui alberga il cimitero
dei sogni miei; e tra le nevi e la nebbia,
e questi spettri di perpetua brina,
e tra le mie ansie e questi miei singhiozzi
e i tetri attimi, e su questa
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Ricordi? Quando eri tu un fanciullino?
Nel mio cuor ti cullavo... e ti cullavo,
e tu, forse ridevi nel mio ventre,
Anima... Anima dolce, e Vita, e Dio;
e tu... e tu amavi il mio sospìr materno,
e queste viscere, e il latte al mio
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L’inverno è giunto e s’appressa un nevischio,
e Tu, divinamente bella, e casta,
e pura, e eburnea, oh Tu, Santa Maria
con quest’ultimo canto dell’allodola
e col meriggio del precoce Sole
forse vieni così a rianimàr
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| Pietà di noi, ah di me, oh Signor, di noi
pietà! Oh Signor pietà! Error profondo
ai piedi tuoi si annida, o Signor. Veglia
qui vanamente il cuore; e veglia... e spera...
e spera. E trema. Pietà, Signor! Vento
di Vita non
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| È dicembre, e la neve ancora tarda,
qui, nella steppa d’un cuor tremebondo; e...
e nell’immenso orizzonte serale,
e all’alba pallida e funerea e mesta,
e in queste valli di mietuti campi or...
or truce regna il silenzio dei muschi,
e dei
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| E Freya e l’Elfo sen vanno verso il Regno
dei monti degli Dei e delle lor Dee,
dove grida la lancia dei superni
patti di Wotan, e di Fricka il pianto
sui folli ardori dell’infedèl sposo.
E vanno... e vanno per sentièr ombroso,
timidi e
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Senti: è novembre! novembre; è l’autunno,
oh Anima! E fredda qui scorre l’Arbogna,
in un bacio di brine, e vola via
or l’ultimo uccelletto, e va lontano;
né più forse farà ritorno, e né
mai avrà un suo
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«Chi di voi tre fors’anche brama un giorno
esser mia sposa, e con me la regina, e
condividere e regno, e trono e letto,
dove la nebbia regna ed è impetuosa?
Vieni, oh tu, oh dama, qui, tra le mie braccia,
qui... coperta dai baci miei
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1198 poesie trovate. In questa pagina dal n° 421 al n° 450.
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