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Massimiliano Zaino
Le 1198 poesie di Massimiliano Zaino
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Tanti dì ancora e sarà Primavera.
Là le nebbie svaniscono nel fuoco del Sole,
nascono i fiori, le viole,
le margherite danzano piccine e festose,
olezzan falbe mimose;
e ai miei occhi, tardi giungerà la sera!
La Natura
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Così presto le feste son finite,
l'invecchiar non si ferma, anno dopo anno,
assopite le speni, forse e sempre,
affanni oscuri
il cuore inghiottono,
ombre di un fior che appascise nel verno;
e conto i Sogni con i bianchi fiocchi
di neve e
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Un'ombra mi parlò in Notte profonda.
- Sveglia!... È l'ora della medicina -
e sentì a' il labbro mio il miel per la tosse.
- Vorrei un cuore, una rosa, anche una spina.
Ah! perché m'hai svegliato? - il Sogno smosse.
-
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Il Sole sta tramontando. Vien Notte.
Chi si lamenta nella steppa eterna?...
Non cogliere quel fior se non vuoi pena,
la rosa è giovane, il petalo è fresco.
Guai! se ne trasgredisci il mio comando!
Il Sole è tramontato... Ho
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| Al fuoco rigirandomi più volte
qui ansimo per la tosse e per respiro
inquïeto. Il malanno urla e non placa
la bramosia del suo istinto di Nulla,
e la ferocia sua.
E or dalla mia finestra vedo piovere
le nebbie della sera; e i
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È inverno steppa infinita al mio cuore,
sconfinato ermo di ghiaccio e di neve,
dove la mia ombra palpita silente
lungo il suo sonno. Infatti
l'eco del vento mi riporta indietro
i lamenti che volli consumar
nella Notte, le cure ansiose e
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Roseo vapor di vino, un brìndis folle.
Che cosa si nasconde in quella maschera
che ininterrotta danza?
Occhio di donna, di tigre o di Morte,
non è che vanità di gioiä e spene
che dei Sogni fa serve le ombre amene
di tacenti
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A te, última rosa di mia estate,
che come il Sole splendi lungo i monti,
giovane e fresca più di alpine fonti,
che canti il madrigale della gioia
di mio perduto giugno, quando sbocci
lieve e in fiamma, e all’alba, rossa,
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Oh rosa... fior della montagna! rosa
di ghiaccio e neve sei tu, oh Sole! svelto
dopo il meriggio a tramontar nel vespro
dischiudendo i tuoi petali dormienti
tra le alte vette, e i ruscelli e i torrenti;
e poi scompari, e vien dunque la Notte.
Doman
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E apparvero sulle nubi del vespro
stüòli eterei di celesti volti,
cantavano una ninna- nanna dolce,
ancor più dolci suoni risuonavano
dei mistici alti cori.
Ed Ella si bëàva del suo bimbo,
perpetuamente pura nella sua
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Trascorre come foglia la mia Vita
su un freddo lago di onde, e ghiaccio e neve,
eternamente appassiti gli sguardi
suoi, dondolàndosi al vento irrequieto,
e intorno è nulla.
La campagna di inverno si riposa,
e la terra che germoglia le
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Chi sei Dio? E ío chi sono? Come dàr
colori all'incolmàbile Mistero
che sta oltre ogni colore
e definizïòne?
Come chiamarlo, e chiamare anche me?
Come prendermi cura di un naufragio
in època
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Ma è Vita, o... è Cuòr... qual la neve al vento.
La pena giunge, e si accresce il tormento,
e pàr che la discesa Luna all'alba
si sbrìcioli sul sepolcro dei Sogni,
pìccoli fiocchi scialbi.
Sono il cristallo
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Un colpo... un tuono... due, tre... nella sera,
urlo di scoppio, né mai v'è Tempesta,
né pùr può ésserci, ella, nell'inverno,
grido di schianto, o di fucile e scherno,
che nel gèlido vento si
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Perché nel fitto delle Notti è sempre
questo? l'ìncubo?... Muto è il sonno. Tremo!
E vanamente spero
che sia ombra della sera... ombre e nient'altro.
Voi, o spettri, dite che presto a nàscere
si appressa un Re.
E
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Udite, serpi! stirpi orrende di uòmini,
fìn dove arriva il vacuo della Notte,
in queste grotte!
Racconterò il terrore delle nebbie,
le orme dei Mostri, le ombre dei Titàni,
ché sol Titàni e Mostri hanno
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Che mai vi è oltre le nebbie oscure? Un lupo
che sonnecchiando attende in aggüàto,
di un mìsero a compìr l'ùltimo Fato,
oppùr vi è, forse e soltanto, un dirupo.
Che mai vi è oltre le
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Inabissate vette è ór la mìa Ànima,
moltèplice di sguardo, e folle e illusa,
perché sognài sol ombre, regno di empi
confutàbili Sogni e di Destino.
Inabissate vette è ór la
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È sempre infausto il vento dell'inverno
quand'egli non è che l'Ànima mia,
pellegrina perenne. E tace eterno
ghiaccio nel cuore, e la spene va via
più del Sole nel meriggio fatto breve,
la solitùdine è la
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Perché quèl volto in croce, il bimbo in culla
piànge? perché?
Il vïàle si allieta alle vetrine,
e come a festa, màschere serene
dànzano le gavòtte risonanti
delle fèree monete, e
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Così tramonta sì svelta la Vita,
e non mai v'è qualcuno cui non v'ha
dolore e Morte, soffrìr e disprezzo,
e sguardo istrione, e mentito ogni vezzo,
sicché la tomba ovunque apre voraci
oscuri abissi nel grembo di
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Udìr sì tante chiàcchiere e menzogna,
a che, itàlica Corte, è questa noia?
E nulla è la päùra e la vergogna.
Sol che è il volèr del Pòpolo dal boia:
niente è
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La Vita è come Sòl di mezzogiòrno,
qui, in inverno: ché vièn presto la sera,
onde tènebra o nebbia vi è d'intorno.
E sognando di Notte il senno spera
in vêr l'aurora un quieto dì
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Oh negretta! negretta! Dove vai?
È presto per raccògliere il cotone,
càndida neve della piantagiòne,
prima v'è il fiore rosso della guerra,
e v'è l'Amòr;
prima, devi danzàr a ignudi piedi
i
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Quanto l'inverno si apprèssa iracondo,
e quanta neve ascolto nel mio cuore,
e quante cure!
E così in tante attese di ombre e nebbie,
e di inattesi Sogni inavverati,
sento fuggìr, allontanàr la mia
tìmida
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La Luna è scialba, e splende nella Notte più tetra,
sul morìr di Novembre, rassomigliando a neve,
ella imitando il volto del vanamente amato
e intimidito Sole, come una dama al canto
avvòlgere si fa di un mesto
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Perché? Va così presto e muore il Sogno,
dopo queste ansie e questa angoscia oscura?
Perché?... Non forse splende come Luna,
e come Luna, alluminàr per sempre
deve codesta Notte;
ma la sua forza svanisce veloce,
e presto,
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L'ùltima rondinella urla alla neve.
Ha smarrìta la via dell'èrmo ambìto,
e invano "Pane!" chiede a questo lito,
e la sua Vita s'è fatta più breve.
Pòvera rondinella, destinata alla
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Così è l'inverno - all'orizzonte - e freddo
avvicìna ei le sue danze di ghiaccio;
e sento gelo, e sento
brine cadèr
sulle vie del päèse che riposa
quando ora, appena dopo il pomeriggio,
è sì
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Fatàl fiordo! Le brume ora scendèvano,
appena dopo l’alba, a ricoprìr
i freddi monti.
Titànica la Notte fu sconfitta,
debolmente, dall’ìri dell’aurora;
il Sole pàllido
vinse la Luna della tènebra
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1198 poesie trovate. In questa pagina dal n° 301 al n° 330.
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