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♦ Anna Di Principe | |
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Massimiliano Zaino
Le 1198 poesie di Massimiliano Zaino
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Forse già (io) esco al veròn che dà al Gridone,
e verso la vallata e i prati elvetici
fingo suonàr un corno. Fingo? O voglio,
o spero che rimandi l'eco - dell'orgoglio
di Valchirie - un concerto che risponda?
Che Tell mi
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È irosa, è Furia, funesta e feroce
l'onda: saltella da vette lontane,
le nevi schiude, la pregna voragine
voluttüosa ne sorge fremente,
torrente bruto è che inghiotte la polvere
da rive e sassi, e procede... procede
va, si
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Come s'è fatto il respìr delle pietre su' i bei monti
in questa assenza mia?
o più flebile, o gelido o più atroce, forse,
non più inatteso il freddo vento,
non più lontane le fiamme del Sole...
Non so!
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L'Aquila cade; ma agognata è tarda
la cara Libertà, e il ciel sempre è nero,
v'è Furia di titaniche Tempeste
lungo i nuvoli di una processione
irreligiosa, funerea, satanica
di crudeli Littori e di Tribuni:
le legioni
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Alpi belle e sublimi e care, oh valli,
torrenti miei, dalla voce del vento,
che discendete saltando da' i ghiacci
imperituri, anche se presso il Sole
con voi si stanno il Tempo a ricontàr...
cune celate di vipere e biacchi
cui i vostri
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Non vi hanno più papaveri a' le vie
di Pöesie
della campagna dov'io trascorrea
quella fu Dea,
la gioventù spensierata e fugace.
E non ho pace!
Ma a una ripa - mi chiedo -
può ésserci orma di miei vecchi
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Sempre inquieto vagando andrò e mai lieto
per le fuggenti vie che vagabonde
ad attimi perduti e a folle Sogno
eternamente m'adducono; e a tanti
vespri simili l'un con l'altro, e a queste
lagrime nella sera che fa Notte,
e a molto
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Ringraziar! Ma perché i piccin bimbetti
tra marachelle, bei scherzi e dispetti
hanno saltato sulle ombre del Sole,
tra margherite, íris e vïole...
perché varcando l'orizzonte han
solcate le ombre di un mare sereno,
contati
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Se quest'empia Natura or non si geme
a queste vittime innocenti e mute,
e a quest'eterni pianti, e a svelta noia,
e a' molti spettri; se non si commuove
a' il cinguettàr d'esanime e sì deboli
piume, che ricadute d'in su'
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Può éssere che l'alba si ripete
di giorno in giorno, che il Sole rinasce
dall'avèl della Notte, ovunque e sempre,
e ceruli orizzonti si distendono
su' i medesimi nembi procrëati,
e che il fiore si desta
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Sàtana esulta su' i Figli ribelli,
son traditori d'Iddio e della Patria,
e incendiano le terre de' i Selvaggi,
e illuminano gli altari co' il fango,
e impiccano le speni de' più miseri,
nel nome orrendo dell'oro e
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Così mi desto in un'alba di luglio:
è il fresco vento di vecchia Tempesta,
è il Sole. Irride debolmente i nuvoli;
ma ho perduta l'impronta de' i miei Sogni...
l'ultimo mio sbadiglio sta interrotto
dall'ululare del mio cane.
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Così svelta sovvièn la via del Fato,
e presto scàlpitano i Sogni, e muore
l'incognito Mistero della Gioia.
Né la beltà de' i qui ripetuti attimi
di cotanti Tramonti e tant'altre albe,
né il rispecchiarsi
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Quand'io sedendo e mirando e in tant'ansia
un penetrante sguardo a vòlger vò
oltre scosceso muro e antico salice
e grezzi, rossi mattoni di terra
dove vecchie rovine di cascina
stanno a testimoniàr perduto Tempo,
e ore
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Piccìn... piccina pieve di campagna
un crocefisso pingèa in legno e in ferro;
e che dìr? Lì passavano le schiere,
bestemmiando terribili preghiere.
"Dove mai andate, oh prodi cavalieri?"
quel crocefisso
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"Dove vai, giovinetto, co' i mustacchi
per il mulino e la campagna mia?"
la fanciulla pregò "Mi porti via?...
Mio padre m'è un tiranno: non vorrà
la mano mia concederla alla tua.
Dove vai, giovinetto mio?
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Invia un messaggio privato a Massimiliano Zaino.
Un'ombra un dì sorgeva vagabonda
tra i faggi di una foresta di spine,
e verso la montagna erse, e salìa,
e più volte scomparve, apparve... pria
tra gli spini, poi pe' freddi torrenti,
come uno spettro da un sepolcro
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Oggi - e or - respiro quell'aër che è fresco
e che sotto il cocente Sol d'Estate -
mentr'ei accarezza un roseo fior di pesco -
corre... trascorre a' le campagne ambrate.
Ma questo vento che è in queste giornate
quel di
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Son isole di nubi in ciel di mare
queste orbe ombre che scruto quand'è sera.
Si infrangono su' i resti che il solcare
le ignote onde ha lasciati alla scogliera.
Abissi tempestosi e Furie amare
sprofondano quest'isole, e dispera
il mio
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In un campo tra le erbe un fiorellino
nella Tempesta solitario giace.
Ha gli occhi, i petali, in lagrime, e un spino
con i tuoni in ciel gli toglie ogni pace.
Io lo vedo: indifeso e incerto, e in fino
a ora è in balia del Temporàl
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Dal sèn di oscuri spini un Trovatore
languidamente si contorce e canta.
Non disìä che 'l scopra in tenebrore
quella Luna che in su' un veròn è affranta.
Questa sbadiglia, e già sente il sopore
della Notte
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L'Inquietudine grida e mi consuma,
mi corrompe il respiro quand'io dormo.
Ma in un Sogno mi sembra il dì la Luna,
la Notte oscura nient'altro che giorno.
Non so (io) qual sia il mio Desiderio; e sfuma
ogni vissuto istante quando
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L'ombra scivola via, lungo la sera,
e il mio Sole tramonta in un Rosario,
ché Tutto divièn quest'ombra, e la cera
del giorno si ricopre di un sudario.
D'intorno (io) odo il silenzio, e una preghiera
dal cuor mi sorge e dal mio
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S'amavano gli amanti, erano nudi,
danzavano sul letto, e il godimento
soffiava e sorrideva come un vento
di Primavera. Ma, Amore, t'illudi!
E quest'Amore non fu altro che sesso,
menzogna eterna di un Cielo dimesso.
Passarono due Lune e crebbe
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Sei morta! Con i polsi stretti a un legno,
solleticando con i piedi il fuoco,
discinta- ignuda come Cristo in croce:
gli incubi e i Sogni non verranno più.
Sei morta! E sulla piazza, di bestemmie
saliva il requiem pe' il tuo strazio
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Non ho più lagrime, e Sogni, né speni,
ma così presto s'adira il Tramonto.
Le rosee ombre si uniscono in affronto:
mi sèmbran fiamme su sguardi, su seni.
E tu, o giovine, per i fumi svieni,
scalza, e rapita da Dio nel
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Ombre fuggenti, fuggevole è Notte,
inesistente è l'alba che tramonta.
L'illusïone ogni Sogno racconta
d'Anime inquiete, e perenni e corrotte.
Naufraga il cuore mio, naufragi a frotte
impazziscono, e mi annegano; e ammonta(
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L'Eterno è il Sogno di un Dio che non vive,
fango è la terra d'un Ciel che non muore.
Ma io oscillo come un Nulla per le rive
di Vita e Morte, di gioia e di dolore.
Se m'è il silenzio, mi sono giulive
le salmodie degli
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Ritorno spensïerato ai ricordi
del giorno, che la negra notte viene,
e il silenzio sovviene prepotente
nell'uccidere i miei occhi sulla strada
percorsa poco fa.
A questa via, in effetti, di meriggio
ho incontrata la creätura
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Il vacuo or io odo della Notte, il Tutto,
tra gli eternati sospiri dei rami,
de' le civette che strìllan richiami.
E il silenzio m'è regno.
Intanto ascolto...
La barcarola or risuona per l'onda
delle foglie dei boschi che ho
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1198 poesie trovate. In questa pagina dal n° 211 al n° 240.
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