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Massimiliano Zaino
Le 1198 poesie di Massimiliano Zaino
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Immago del mio desir
che ispiri il foco d'Amor
al palpitante sospir
dell'irridente mio cor,
spiega or le fulgide ale
sovra l'onde impetuose
dell'Oceano che sale
all'arene affettuose
ove lieto t'attende
forse un detto d'ebbrezza
che un
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Tanto opprimente è la nebbia ferina
che irta discende l'orizzonte a oscurar
dell'iride sventurata e meschina
che più non vede... che più non sa sperar
dianzi ai ripetuti, unisoni oltraggi
incisi a foco sulla mesta fronte
cui
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Tanto tace la bruna tinta
di quest'ignoto... reo tramonto
sicché la frale mente è vinta
dal livido... vile affronto
ch'onte insane e crudi rimorsi
or spediti vanno accendendo
sui miei vani recordi trascorsi
cui mesto e irrequieto
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Silente giace la smarrita sera
nelle tenebrose fosche autunnali
che tra le nebbie dense l'aura altera
nunzia ai miseri... predice ai mortali;
e va appressandosi nel cielo bruno
la lugubre e funerea notte a salir
onde la spenta rosa, il mirto e il
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Attonito... esterrefatto... immoto
e perduto nell'istante fugace
d'una parvenza inebriante qual loto
cui d'ogni senso il mio labbro è loquace,
ammiro con silente ansia e con brama
il sembiante... il docile corpo ignudo
di lei che Musa
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Folleggianti compari
di letizie e d'angosce
che sempre soavi e cari
giammai rendete mosce
le deliziose sere
de' gaudenti conviti
ove le verba fiere
sono de' vini arditi,
quant'è pia l'Amicizia
che ridente vi porto
in un mar di
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Pell'odorata brezza mattutina
d'un lontano Oceano dal ciel commosso
vaga sen gìa l'immago femminina
che sìccome chimera mi sta addosso,
e va ispirandomi spemi assai grate
che volgonsi ai costanti sentimenti
laddove il mio cor -
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Palesami almeno, o dama, il bel nome
perché io conosca l'arcano Universo:
i vivi Soli, le Stelle ora dome
e la pia alchimia ch'unisce il Diverso
nell'Infinità d'uno Spirto giusto
che d'Amore per noi è
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Mai dovean le perverse caravelle
solcar i folli e procellosi mari!
Recorda, Ispagna! Schiudesti le celle
agli oppressi indi, agli eroici corsari;
e nel nome d'una balda scoperta,
per sete e di possanza e d'opulenza,
di sangue una landa festi
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Me forse il tuo cor ramingo
va cercando ansante
pel sentiero assai solingo
d'un mio desio amante...
d'una mia segreta euforia
che per te s'accende,
o figlia della Simpatia,
e cauto protende
ad accennare i bei baci
e il gaudente ardore
delle
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Belle arene d'una terra selvaggia
che libera è dall'umano artifizio,
quanto la vostra purezza incoraggia
la pugna contra il duolo e contra il vizio.
Vergini foreste colme di vita...
Maravigliose betulle ancestrali...
Quivi l'orma
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Sublime e vaga immago femminina
tra l'alte nebbie del Baltico antico,
donde effimera risplende divina
la gran luce del Wallhalla tuo amico,
se' Tu, bella Diva d'Amore e beltà,
che prediletta e deliziosa prole
d'un guerresco Nume ch'amare
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Maraviglia incomparabile e pura
d'un'incantata etesia apparizione!
Tra oniriche nebbie di fiamma oscura
e sì limpide fosche di passione,
sìccome immago dal Cielo discesa,
al mio poetico ciglio sconsolato
alfin un volto la speme
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O strale di candida luna
che innocente ascondi il bel sole
in un meriggio dove niuna
v'è etesia, ustoria speme d'Amor,
su! appressati a opprimer la luce
d'un dì che al crepuscolo sen gìa
sotto un rio spiro che traduce
la
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Tu che solenne mi miri dal Cielo,
infra gli stuoli pii de' Cherubini
i quali alati e coperti d'un velo
cantano a Iddio carmi ligi e divini,
Santa Giovanna, madre di Speranza,
or stendi pietosa la destra mano
a me che nel core di tua membranza
ti
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Io, britannico lord delli gran Tory,
ho andato appena la reina a salutar
e a mostrarle stupendi bottini e ori
che dalla China ho saputo ben rubar.
«Fate voi andare me tra li corsari
a navigare l'atlantico oceàno
ove debbono infuriare
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Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Massimiliano Zaino.
Voi ch'all'umana vita e alla sua essenza,
vagando tra riflessioni e tragende,
avete elogiato la pia possenza
del poetico ideale, delle leggende,
e per primo dello Spirito infinito
che tra sentimento e ragione regge
gli arcani naturali in ogni
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Placidi onde vaghe e serene
del gentile e dolce fiume
che colse il sangue dalle vene
di chi s'oppose al regal lume,
or salutate nel recordo
le balde legioni trionfanti
nel certame sì ratto e sordo
donde le porte giubilanti
del bel Tebro
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L'erme e solinghe dune
che bacian dolci l'onde
delle sacre acque brune,
e vitali e feconde
del Nilo, santo fiume,
perdonsi sconfinate
sotto il Ciglio del Nume
che possente l'ha create;
e vanno nella notte
a custodir le tombe
che spiran nelle
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Tolleranza! Sommo e santo concetto
che'l dover essere illumina e appella
de' popoli che per odio e dispetto
ischerno fiano alla calda sua stella.
Tolleranza! Speme pia e religiosa
che mesta volge'l guardo lagrimante
all'uom che per superstizione
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Affiggendo con grazia l'igneo guardo
all'etesio e ustorio tuo ciglio azzurro
che ricangia dolcemente maliardo
alle dolcezze di miele e di burro
a te offerte dal puro, eterno Amore
ch'ognor iscoppia sì impetuoso tra noi,
oh bionda Musa
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Presso la via sì adombrata dai fori
che sozzi di sangue cadenti stanno
siccome putano de' desti odori
di quel trangugiato vino ch'è danno,
tra uno stuolo di patrizi sgozzati
e di puerili vergini spogliate
ecco marciare i vandali
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Nell'ore arcane dell'ermo meditar
che saggio volge alle celate leggi
di ciò ch'è terra, e foco, e aër e mar,
oh viandante senza meta, pur veggi
l'immensità ignota dell'orizzonte
accendersi brevemente al bagliore
d'una
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Fulgide onde di sì biondi capelli,
dorata biade di grano maturo
accarezzata da venti e ruscelli...
baciate pur dall'etere più puro.
Chiome morbide, libere e leggere
con sì porporee gemme tra le trecce
che già per
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Baciar le rosse... pudiche tue gote
e l'etesio labbro ch'ilare scotta
sìccome le candide braccia immote
avvinte al mio corpo che in pace lotta
contra il Destino insensibile e folle
che feroce ci desia separare
da quest'ora che un
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Se almeno in questa tetra e cruda notte
risorger potesse la Luna bianca,
avrebbe il cor mio presso queste motte
la salutare luce che gli manca,
e'l ciglio mesto... perduto... irrequieto
saprebbe sì discernere il sentiero
pel qual
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Quando il pensiero protendo al futuro
occultato nel misterico Ignoto
d'un avvenire sì incerto e insicuro
che conquide e inebria sìccome loto,
sento che repente in core m'assale
una truce privazione di spiro
che del presente,
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La melanconia dell'estremo spiro
la morente carne, il gelido sangue
sempre lacera e famelico morde
il frale e pur vano fango che langue
nelle tetre cure e cieche e sorde
della mortale e fragile Umanità
che sorta dal suolo
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Oh vittima sublime della Legge,
ostia arsa sur d'una Croce di foco,
quanto t'estollesti per Lui che regge
l'Universo, il pianto, il sorriso, il giuoco;
e quanto, sant'alma, ti dedicasti
a quell'estatico Amor d'Umanità
che contra duoli,
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Orribile... terrificante spira
nel significar scarno di Natura...
Ahi!... Parca vita che giammai s'ammira
nel colmo del duol che sempre perdura!...
Empia Fatalità... aër d'Anatema!
Possa d'inesorabile Destino!...
Sur d'un pelago di
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1198 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1081 al n° 1110.
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