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Omero Sala
Le 519 poesie di Omero Sala
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Se ne sta lì
sul marciapiede al sole, la ragazza,
seduta in terra su un giubbetto giallo,
con una faccia da cagnetta bastonata
e gli occhi da bambina infreddolita.
I suoi capelli
sono rossi, arruffati ed impiastrati,
ha piercing infilati
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| Raccontami un vagone di bugie,
stasera,
e fingi per favore in qualche modo
di provare per me le tenerezze
che per stanchezza abbiamo dissipato.
Fammi ricadere nel tranello
di quelle dolci inverosimili parole
capaci di incantare ad
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| La terribile testa di medusa
con aspidi arruffate per capelli
non ha inibito gli architetti iconoclasti
del decadente impero
che l’ hanno fatta rotolare qui,
e capovolta
ne han fatto piedistallo a una colonna
di questa inverosimile cisterna.
Le
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| Lo stuoino sfilacciato di saggina
sull’erba scarmigliata di settembre
è largo che non basta.
E noi sullo stuoino stiamo stretti
coi nostri vestiti leggeri
dopo esserci persi sui sentieri
in mezzo agli oliveti di Portese.
Ti assedio
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| Queste pietre antiche
hanno la solenne e crudele indifferenza
del dio per cui son state poste.
E l’armonia sublime delle
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| Vorrei avere il cuore adolescente
per poter dire “ti amo” e tormentarmi,
cercare mille scuse per vederti
e avere sempre voglia di toccarti,
dormire poco e male per pensarti,
telefonare senza dire niente
soltanto per sentirti respirare,
leggerti
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| Vivo senza scosse
ed ogni giorno scorre con cautela
come un incanto fragile
in equilibrio incerto.
Mi porto in giro una pena contenuta
come un bicchiere colmo fino all’orlo,
e tremano le mani.
Il mio stupore incerto
contiene fiele
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| Sei di spalle, seduta sul divano
e non puoi certo vedere che ti osservo.
Raddrizzi la schiena, guardi avanti,
pieghi la
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| Scivolo giù nella poltrona e ci sprofondo.
Ho abbandonato il libro
per galleggiare nella nebbia incerta
di pensieri sconnessi ed appannati.
Sul muro l’ombra grigia delle tende
impercettibilmente ondeggia.
Nel silenzio
c’è un
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| Quel pomeriggio ti ho fatto arrossire.
Lo ricordi?
Eri ai fornelli
(stavi cucinando gli involtini)
e ti chiesi perché mai sotto i vestiti
tu fossi così nuda.
Stupita, confusa, sconcertata
fissavi il grembiule che indossavi
(quello
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| Come saresti vera
e dolce
e da tenere stretta
se tu provassi a uscire dal frastuono
che ti brulica fitto negli occhi e nel cervello
e ti sedessi qui
a parlare
un poco
quieta
di quel che dentro trema
e rende vacillanti i tuoi pensieri.
Io
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| Allora
giocavamo così
sulla spiaggia di Marina di Ravenna:
io camminavo lungo la battigia
con portamento da gorilla deficiente
pesante,
a passi brevi,
imprimendo sulla sabbia le mie orme
(e tua madre di me si
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| Valla a capire, tu, la vita.
I giorni tormentati del passato,
quelli che laceravano le notti,
visti da qui,
sono quelli che ricordo più soavi
e cullano le ore dell’insonnia.
L’amara piega che segna la mia bocca
si apre incerta in un
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| Piove.
Me ne sto chiuso qui ad ascoltare
che fuori la pianura beve l’acqua,
la prima di questa secca primavera.
Sento che è pioggia lieve e senza vento
sottile e dolce,
capace di sciogliere la crosta,
di liberare il respiro della
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| Conosco i labirinti della mente,
gli scarti del cuore,
gli artifici dell’immaginazione,
i trucchi e i vantaggi dell’oblio.
Ho studiato le scienze cognitive,
la teoria del mondo- della- vita,
il comportamentismo e la Gestalt,
i disagi mentali, il
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| Sei qui.
Io ti bisbiglio
che questo è tutto ciò che conta.
E lo ripeto
perché mi accorgo che ti fa felice.
Ripasso con il dito il tuo profilo
dalla gola alla fronte e viceversa
e non resisto
nell’indugiare quando passo sulle
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Invia un messaggio privato a Omero Sala.
| Cos’è, cosa non è,
io non capisco niente,
non so che ora è,
la data è indifferente.
Ho un grande calendario
ma non distinguo i mesi,
sballa lo scadenziario,
gli impegni son sospesi.
Non so il perché e il
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| Questa irrisolta stupida giornata
si va consumando senza fretta
e manda al macero le ore
tutte.
E poi arriva apatica la sera.
Non serve segnare il calendario
con le pietruzza bianca o il sasso nero,
pesare quel che hai fatto e far
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| La tua voracità di donna fatta
ha scompigliato le lenzuola;
ha superato senza esitazione
le titubanze, gli scrupoli, i ritegni;
ha sbaragliato la mia presunta egemonia;
ha dilagato nel silenzio
ed ha vibrato fra vertici ed abissi.
Ma
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| Io parlo la tua stessa lingua
ma non ho voglia, no, non ho più voglia
di mettermi a sentire la tua storia
che narra la tristezza di un naufragio.
Ogni vita è un racconto scombinato
che si ripete, diverso nei dettagli.
E a me basta la
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| Se non parlo di nulla ci intendiamo,
io e te.
Mi vene da pensare qualche volta
che potremmo trascorrere la vita
tagliando insieme l’aria rarefatta
senza mischiare sguardi e fiati,
nuotando insieme immersi nel silenzio
che ci divide,
sprecando
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| Si vanno affievolendo
le dolci oscure fantasie,
ora che il nostro amore si è disperso
e non coltiva più la tenerezza.
Sono sbiaditi e stinti i miei pensieri
ora che non c’è più ragione
di aspettare con ansia e
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Ha il rumore arrochito del respiro
obliquo e gorgogliante
il mio cuore sommerso ed assonnato
nel silenzio della febbre che dilaga
porta dentro triste il suo naufragio
e cerca un sopito battito diverso
- gemito di casa abbandonata-
sopra le gore
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Se mi giro a cercarti
non vedo
stagliata nel buio orizzonte
la tua bianca figura di sale.
Io non sono il povero Orfeo,
non eri tu Euridice.
Nell’aria
c’è l’odore del fuoco tenace
che ancora ristagna pesante
dopo aver consumato le
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Si è fatto stretto il mio già piccolo universo
e le mie braccia
non riescono ad aprirsi più di tanto.
Se tu volessi scivolarmi accanto
per appoggiare la testa sul mio petto
resterebbero inerti le mie mani.
Me ne starei lì
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dalla finestra del decimo piano
ti vedo, bella, sotto il sole ortogonale
- un sole senza discrezione -
mentre attraversi lo spiazzo del parcheggio
incandescente
(mare tutto grigio)
troppo fragili ho le ali
per planare sopra te
e l’ugola non ha
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Mi guardi
ed io non vedo altro
che le pupille nere luminose.
Mi guardi
ed io sospendo il fiato e fermo il tempo.
Questo ineguagliabile momento
- io penso -
non avrà mai replica fra noi,
e non ne avrà fra altri, altrove,
ora,
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| Il mio quadrato di pianura
circoscritto fra vecchi muri a secco
mi sta davanti
nell’alternarsi del giorno e della notte,
del sole e della pioggia,
nel lento sciogliersi del gelo
e nell’attesa e improvvisa primavera.
Ma so
che questo
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| Io non riesco, proprio non riesco
a correggere il mondo
e tantomeno so ritoccare la mia vita,
nemmeno se mi sforzo nel pensare
- come dicono Cartesio e Schopenhauer -
che tutto quel che vedo
è inutile apparenza ed illusione
e conseguenza
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| Sembra che non finisca mai, visto da qui,
questo lungo pontile verticale
che come un graffio nero
incide il mare e infilza l’orizzonte
Il sole se ne sta gonfio in ammollo
e pigro cala e lento trascolora.
All’improvviso,
da terra,
col suo
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519 poesie trovate. In questa pagina dal n° 61 al n° 90.
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