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Omero Sala
Le 519 poesie di Omero Sala
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Metti nei tuoi rancori un impeto costante,
una foga che non cala,
un vigore mai visto.
Non sapevo che l'angoscia
potesse tanto.
Tu non hai riparo a questa furia
ed io nemmeno.
Per questo,
persa la forza e la speranza,
cerco la terra
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Passa nelle tasche dei calzoni
la biografia di un bambino
fatta di briciole di pane,
sassi e bottoni,
lacci, chiodi e francobolli,
pezzi di corteccia,
temperini, monetine, caramelle,
e noccioli di pesca.
Ogni sera, sul fondo delle tasche,
puoi
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Smetti di leggere poesie
alla ricerca di vibrazioni surrogate.
Non sperperare il tempo
in queste gabbie di artificio.
Non è qui
che troverai ossigeno al tuo sangue;
non nascerà da qui
il gusto per il fuoco o per il volo;
non potrai
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Forse si scioglierà fra poco questo inverno,
forse un sole meno fiacco ed incolore
scivolerà sui tetti intirizziti all'alba,
arriveranno le mattine senza brina,
gli alberi del parco nudi e neri
asciugheranno i loro rami anchilosati
e
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Spesso è così:
chi non ha nessuno
parla da solo
ed ha la pretesa di parlare al mondo.
Chi ha un interlocutore sotto mano
sviluppa un rapporto fatto di parole
concrete, consistenti
e sfornate su misura.
Scatta nel colloquio
il
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Fra i sogni caldi che coltivo
riappare un pomeriggio estivo,
fresco di pioggia, dolce ed infinito.
Io me ne sto disteso rilassato
ad occhi chiusi in abbandono
e tu, benché appagata,
non abbandoni il campo:
mi giri intorno scivolando
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Chi non appende al chiodo la sua cetra
racconti con parole scarne
di pietra carsica corrosa
questo pazzo carnevale eterno
che camuffa il grigio,
dica di questa quotidiana falsità
che incipria la dissoluzione,
sveli questa finzione che
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Pensa un po'!
In un certo luogo e ad un certo punto,
qualche annetto fa,
sono comparso - paf! - chissà perché
ed ora sono qui come un cretino
che penso al mio destino ...
E so che, chissà dove e chissà quando,
- paf!
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Me ne sto a cincischiare con le carte,
pigramente le raccolgo e le affastello,
sposto distrattamente qualche appunto,
straccio un foglio,
tiro un cassetto,
sfoglio un libro, lo chiudo, lo abbandono,
mentre fuori,
mi pare,
già si
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Non ho bisogno di accendere la luce
se di notte mi aggiro per la casa;
percepisco con gran disinvoltura
le pareti, gli spigoli e le porte;
non conto i passi per trovar le svolte,
indovino le maniglie e i rubinetti;
trovo perfino, senza sbagliar
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Dimenticare la tristezza
che si infiltra fra le pieghe
di questi giorni convulsi ed eccitati
potrebbe sembrare la salvezza.
Ed invece
questa afflizione permanente
risulta di fatto la sostanza
del quotidiano,
un'abitudine discreta
che non
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Il mio è un esilio stanco.
Per questo
scrivo delle poesiole scialbe e fiacche,
banali,
senza vita e senza effetto.
Per questo mi concentro sulle inezie
e non guardo al di là di questi vetri,
oltre la finestra,
dove lo sfacelo ormai
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Ora che son cessate le ragioni
dell'affanno e della rabbia,
della costernazione folle ed impotente,
dell'angoscia e del livido furore,
della disperazione cupa e devastante,
...
ora
mi accompagna il vuoto della disperanza,
sorda,
atona e
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Ti ho vista tenerissima stanotte,
sollecita e affettuosa,
perfino sorridente,
dolce indaffarata intorno a me
con un'aria di insolita attenzione
così impegnata e premurosa
da mettere imbarazzo ...
Ti ho osservata sorpreso per un
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Perfetta beatitudine
è uscire dall'acqua trasparente
e stendersi al sole di settembre
sui sassi caldi della Baia Bianca
fra Castellammare e Guidaloca
avendo in mente
l'incommensurabile mistica magia
del tempio di Segesta
sospeso
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Cerca la poesia:
Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Omero Sala.
Gennaio è un mese nudo.
Vado fra i campi di periferia
che, senza il riparo delle foglie,
sembrano più vasti e sconfinati.
Lì davanti, oltre i rami secchi,
si stende intirizzita la città
e pare più vicina
col
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Disseminate carte
ingombrano il mio tavolo:
biglietti spiegazzati,
pagine strappate a vecchie agende,
fogli di stampa riciclati,
block notes e post- it.
Vi sono segnati alla rinfusa
appuntamenti e scadenze,
promemoria, ricette ed
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Scelgo le parole ad una ad una
e me le metto intorno come un nido,
mi avvolgo in quelle morbide e soavi,
mi accuccio, mi imbozzolo e mi scaldo.
Scelgo le parole ad una ad una
e me le metto intorno come un guscio
mi avvolgo in quelle vigorose e
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Nove ottobre, ore venti e quaranta.
Facciamo finta per gioco
di essere in luglio o in agosto
e che siano le quindici e trenta
di una giornata di sole
e non una notte piovosa di ottobre
con l'acqua che scroscia sui tetti
da nuvole gonfie,
da
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Sono qui che penso ancora a quel momento
teso
quando ci siam sbirciati di soppiatto
strani
e abbiam capito in due che quel guardarsi
fermo
sarebbe stato il fuoco di un'ellisse
nostra.
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Non credevo che la nebbia ancora
potesse arrivare fino qui,
fra i parcheggi di via Cefalonia
e fra le siepi di questi miseri giardini
ritagliati fra i solidi palazzi goffi
degli anni settanta.
Ed invece
si è presentata a sorpresa,
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Essere indecisi sul dire o non dire le cose,
è stupido.
E ragionare sul come dirle,
se in una maniera o in un'altra,
è ugualmente stupido.
Perciò decido di dirle così,
come viene.
E perdonami la lagna.
I nostri
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| Confuse sensazioni colorate
piccole esplosioni pirotecniche del cuore.
Il segno che avrebbe sciolto la notte
è rimasto fra i pugni
chiusi
contratti
allo spasmo
Rimangono i gesti dell'attesa
- da allora -
sulla soglia le
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| La tua commedia è stata viva
ed ha saputo dimostrare
la tua abilità al trionfo.
Hai imparato a guardare con lentezza
i movimenti del dolore.
Ora cammini e incedi tutta alta,
ed io ti guardo mentre vai
dritta e indifferente,
padrona
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| Asimmetrico sempre,
intanto che tu non mi guardi
ti regalo uno sguardo diverso.
Tu svagata ti perdi
e non cogli la mia
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| Hai scherzato fino a ieri sulla morte
con buffe scaramantiche parole,
padani esorcismi alla paura.
Ora siamo qui a
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| Ti dichiari felice
di tornare a ballare il girotondo
tenendo altre mani
e ridendo in altri occhi.
Vai.
Costruisci la tua vita
su misura per te.
Costruisci la tua vita
su misura per chi vuoi,
ma non dire più, se ti guardo,
non dirmi
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| La città, frenetica di giorno,
di notte si affloscia spopolata.
Le auto se ne stanno quiete
rintanate sotto terra
o ai lati delle strade
rannicchiate in fila indiana
con le schiene ancora lucide e roventi
sotto i lividi lampioni.
I
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| Sei estranea alle speranze della specie.
Cerchi atteggiamenti composti
e apparenze composte.
Dici parole sostenute
e ti
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519 poesie trovate. In questa pagina dal n° 181 al n° 210.
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