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Giorgio Lavino
Le 886 poesie di Giorgio Lavino
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Non è stato uno scherzo,
d’altronde non si scherza
con il cardiopalma dolce dell’anima.
E’ stata una sosta obbligatoria
per il desiderio di farcela
ad ogni costo.
Sono state parole stanche e consumate,
sono stati giorni amanti
della nostra
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Cade a pezzi il cielo che
ti portò fin sopra
questo lido dove la mia speranza
seppe aspettarti
T'afferrai come un neonato
s'attacca alla madre
con il suo primo vagito
Non ho saputo intrattenerti
fino al crepuscolo dell'ultimo
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Canta di sera
con il rosario in mano
e la luna l'applaude,
vestita di grigio d'ammirazione.
Sentirò tutti i suoi passi
anche quando la luna
lacrimerà alla prima sera
che non potrà più consolarsi
con la sua
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Con il commiato dell'estate
perderò i piedi nudi delle donne
Nelle tempeste del sudore
non potrò più sperare
in un lembo di fresco
Cadranno con le foglie
i miei pensieri gocciolati
che la mia anima ha apprezzato
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Cancello il mio cuore
E' bambino che non sa parlare
dice il falso e non capisce il vero
E' acqua che non riesce a spegnere
la polvere la mia polvere
Cancello il mio tempo di tre mesi d'amore
che non era amore
non poteva essere amore
per
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Sei venuta giù dal cielo
delle sorprese per farmi
pensare a te
Non scade mai il
calore delle tue mani
Mi tolsero dal freddo
di una notte
Sciuperai del tuo tempo
di sale un giorno
di sole per me
e mi calerai nel mondo
delle
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Volevi diventare sole
E io non lo sapevo
Volevi diventare mare
E io non lo sapevo
T'avrei spiegato che il tuo sole
Brucia la ragione
T'avrei spiegato che il tuo mare
Affoga il bene
Volevi diventare vento
E io non lo sapevo
Volevi diventare
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Come me giri per le strade
a guardare i corpi strappati
di viandanti scippati di sogni
e sorrisi.
Come me adori il mare
dei giorni impervi
e non hai paura
delle onde che ti trascinano
alla deriva,
su isole ignote dove disseta
solo un
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So di un uomo che fa profumare la gioia
gridare il dolore cantare la rabbia
colorare l'amore
So di un uomo
che intuisce subito
quando un cuore sanguina
perché si fa guidare dall'anima
che gioca con le parole
e addomestica ogni
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Facce di mamme spoglie di perfidia
giocavano con i sogni allontanando
dai loro cuori i colori scuri e con il miele
dei loro sorrisi sulle labbra ornavano
le feste
Si radunavano intorno ai bracieri
e ogni scheggia di storiella procurava
alle
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Tutta colpa del tuo cuore se tu Federico
fosti Barbarossa ma del sovrano
non possedesti la spada di guerriero.
Tutta colpa del tuo cuore se piccolo
pesce navigasti con le tue idee,
incanto di diamante, in un mare
affollato da pescicani
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Dove sono i mille colori dei miei compagni,
le corse verso i sogni dei miei vent'anni,
le magìe della libertà, le mie magliette
color sudore.
Eravamo sassolini capaci di rovinare dalla montagna,
meglio di grossi macigni. Eravamo
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Nocciolo di frutto la luna
ci osserva severa.
E' sempre notte
in questi viottoli in cui esala
puzza di morte.
E
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Lasciami stare sotto questo sole perduto
con i miei pensieri di ieri
quando non mi assaliva la paura
di fuggire e di farmi trascinare dalle idee.
Lasciami stare dentro questa vischiosa solitudine
che mi porta verso giorni sconosciuti,
con l’ansia
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Conservami un tuo bacio nel cielo
e quando lo gusterò sarò
padrone dell'azzurro.
Bramo giocare con il tuo
cuore fino a scottarmi
con il mio.
Conservami un tuo bacio
in un secchio di ricordi
e quando lo
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Le donne accarezzano i loro defunti,
strofinando i panni umidi sulle tombe.
Sono loro che riempiono la casa dei morti.
E pieni sono i loro cuori di dolore,
con cui masticano preghiere e ricordi,
con il freno a mano sulle lacrime
che vogliono
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Invia un messaggio privato a Giorgio Lavino.
Questo amore
è stretto dentro
un guscio di noce.
E’ canarino impaurito
in un bosco morto di alberi.
Questo amore
è una stanza piena
di ricordi.
E’ un giorno pieno di sole.
E’ una notte senza luna piena.
Questo amore
È una storia che
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Sto consumando i giorni
dentro un cassetto di
niente.
A volte tornano, però, sorrisi
inaspettati che rallegrano
le viscere e allontanano
i serpenti dai pensieri.
E con essi attendo
un tempo ricco
di giovani sogni
che accompagnano
la mia
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Cammino in punta di piedi
per afferrare il tuo sguardo
interessato al mio.
Trovo mille scogli
sulla mia strada
ma con il coraggio della passione
li scavalco con un solo slancio.
Ti raggiungo esausto
ma con il cuore di bambino
colmo di pura
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Qui dentro sudavo
senza le fatiche di Ercole.
Ora i pensieri si fanno vivi
e non cercano alibi
per non farsi riconoscere.
Le ore non sono più macigni
che braccano il fiato
fino a strozzarlo.
I sogni respirano meglio
e pian piano ritrovano
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La notte arriva all’improvviso
quando il giorno s’è stancato
di navigare in un mare assai mosso.
Sento il frastuono della giornata
sulla catena di montaggio
di pensieri scaltri e veloci.
Cerco di ricordare le cose belle
ma non ci
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Vorrei volare sulle nuvole
per supplicarle
a non scatenare l’inferno.
Pregherei il sole
a scaldare quanto basta
senza mai esagerare.
Vorrei che nella mia testa
non viaggiassero pensieri
che danno fuoco,
aculei che tormentano
il mio placido
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Cade giù l’acqua,
combatte l’acqua
la vampa che non vuole
abbandonare i nostri corpi.
Cade giù ostinato
il tanto atteso piovasco.
Intanto i cortili si svuotano
e le madri frenano i pargoli
nelle loro case.
Cade giù
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I baci che non mi fai assaporare
sono di veleno saporito.
Le carezze che non mandi al mio corpo
sono graffi di felino.
I sorrisi che non mi lanci
sono di cioccolata amara.
I sogni che non mi offri
sono di cielo scuro.
Le notti che mi neghi
sono
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Prima era notte e non si vedeva niente.
Ora il sole è sempre in bella mostra.
Prima il cielo era sempre plumbeo,
ma nessuno se ne accorgeva.
Anzi dicevano che era limpido.
Ora è sempre azzurro.
E tutti guardano all’insù.
Nel
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Un suono penetra in una casa diroccata
e l’attimo trasforma il vecchio passato
in un presente incantevole.
E lì un neonato ora cerca nel tempo di una poppata
un mondo di felicità.
Nel cortile pargoli s’affannano a recuperare il
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Puzzano di sangue marcio
impregnato nelle loro mani
che lavano mille volte al giorno
ma i miasmi delle mazzette
restano in eterno.
Rubano e tradiscono
e se la spassano beati
nella melma della loro opulenza.
Ammazzano la dignità
con la
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Dimmi quando finirai
di affossare le parole di sole.
E se è finito il tempo
di correre dentro le scatole
vuote dei gesti.
Dimmi se hai trovato una ragione giusta
per non liberare l’anima – mia tua –
da questo massacro.
Dimmi quando sei
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Mi sono tuffato
in un mare di pesci muti
per scorgerne uno
che parlava e ragionava bene.
Sotto questo sole
ho incontrato un leone
travestito da cane
che voleva giocare
azzannandomi.
Sotto questo sole
sono andato a sbattere
contro un giorno
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Ho visto i miei occhi disprezzare il male
e le mie mani impietrite non poterlo
cacciare via.
Ho visto le mie parole battersi
per una causa giusta e perdersi
nelle tenebre dell’ingiustizia.
Ho visto migliaia di bocche cercare un pezzo di pane
e
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886 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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