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Raffaele Leggerini
Le 19 poesie di Raffaele Leggerini
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| Vorrei esser
come d'inverno
sui quei monti
la neve,
che adesso,
quiete,
riposa lieve
e si da pace.
Copre
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Deboli girandole,
riaffiorano sbiadite,
com'asciugate al sole,
si sentono nutrite.
Da un pallido rancore,
di acciaio
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| Nei campi si concentra lo sterminio,
vergogna per la tua appartenenza,
ché solo la purezza abbia dominio,
di
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Se all'alba il sogno muore,
sorge al tramonto di nuovo,
se un'amicizia è un'illusione,
mi rimane la fitta che
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| In riva al mare,
lei mi narrava,
dei gesti maghe,
magie di streghe.
Cavalieri erranti,
travalicare in re,
non
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| Crisalide diviene meraviglia,
ogni volta ripete lo stupore,
di tinte variopinte assomiglia,
in una metamorfosi
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| Quando Lei sembra che dorma,
Tu non pensare che finga,
se si ridesta guardinga,
prima che Tu prenda forma,
è
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| L'uomo camminava sulle nuvole,
saliva, in equilibrio, tra le stelle,
lasciando le persone care, sole
la gente somigliava
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Chiare acque, scure fonti
per l'anello mancante,
che si spezza sofferente.
Dolce sogno, realtà amara,
di
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Gocce di pianto invano versate,
dagl'imbrogli salvate il mio cuore,
col suo manto la nebbia ha celate,
sugli scogli
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| Soli li ho visti, così, volare via,
all'improvviso senza una parola,
sulla strada della vecchia ferrovia,
un
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| Sempre finge di rimirar le stelle
e questi cieli, che da molte notti
lasciano silenti, dei vuoti rotti
da passi di fedeli
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| Avvolti in cera tersa i lineamenti,
del volto, ne nascondono l'intento,
rappresentano trame da serpenti,
da figuranti di
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A volte improvvisa mi alzo di notte,
vedo ombre furtive sui muri,
mi svelano tra le mie lacrime rotte,
con movenze e passi
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| Nodi tessuti a regola d'arte,
ornano ansie tenute all'oscuro,
sotterrate, son come in catene,
le radici che alimentano
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Con la mano tocca il suo fianco,
più della lama brucia nel cuore,
vinto soltanto contro un branco,
stramazza al
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In lontananza, sulla sponda opposta
dove stavo, del lago, ne scorgevo
minutino, il luccichio del faro
e tutte le altre
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In colonia di un'estate assolata,
col nasino schiacciato sul vetro,
i miei giorni che passano uguali.
Tra i bagliori di
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Ho regalato le lacrime al vento,
ché le portasse fin dove si perde,
la percezione di un male cruento,
con
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