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Antonio Terracciano
Le 998 poesie di Antonio Terracciano
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Da oriente ad occidente, nella storia,
sono migrati i popoli sovente,
distanziando da sé sole nascente
per ritagliarsi un angolo di gloria:
pionieri nel Far West, Veneti a caccia
di Bologna, Milano, di Torino,
oppur del sogno mitico,
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C’è spazio per tutti,
per belli e per brutti,
poeti con rima,
e chi non li stima.
Chi canta l’amore,
dolcezza del cuore,
si vede seguito
da un duro incallito.
Chi scrive le pene
di vita supreme
è presto affiancato
da chi lieto è nato.
Di
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Basta pensarci, e avverto la presenza
di quella che per me la quintessenza
fu di quei giorni teneri e slegati
dalla routine dei fatti omologati
(fu dono, fu regalo dell’eterna
libido che l’amore ben governa,
che vuole che l’assaggio sia sì
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Tralasciando le varie traversie
che affliggono da quando uno è nato,
io cerco di esplorare quelle vie
che porteranno noi nel vecchio stato.
Il vecchio stato è quello del migrare
degli atomi ancora non riuniti,
che decisero un giorno di formare
di
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Fare dell’ozio il padre d’ogni vizio
all’assonanza rende buon servizio,
ma non è detto che sia redditizio
formare col proverbio un sodalizio.
Talvolta l’ozio rendesi foriero
delle più audaci scelte, veritiero
ambasciatore d’un nuovo
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Del consiglio che arriva non richiesto
senti dopo l’amaro retrogusto;
un vestito tagliato per se stesso
pretende il sarto di metterti addosso
(quando va bene, se non è nascosto,
dietro quel bel consiglio manifesto,
un larvato egoismo che ben
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Sul vecchio (nuovo) tapis roulant
muovono vecchie carcasse d’uomini,
e nuove di zecca.
La tua, la mia.
Siamo ben poca cosa!
Al grido che
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Passano eventi sopra quei tuoi versi,
bellezze ed ideali vanno persi
nel mare della prosa della vita,
che non conosce un’arte sì squisita.
La vita è altrove, dove brucia il sole
di contingenze, dove tanto duole
l’affanno di portar le cose
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Tra i pochi Portoghesi che il Vesuvio
scelsero per fissare la dimora,
a fare concorrenza a quel Vesuvio
c’eri tu, nell’ardore, mia Eleonora.
Erede di chi volle navigare
alla ricerca di quei nuovi mondi,
con la mente sapesti navigare
verso
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Mentono quelli che la mente sana
vedono solo dentro un corpo sano:
senza la malattia non va lontano
la dote intellettuale un po’ balzana.
E se non è balzana questa chiave
per penetrar nel mondo non da ignavo,
la vita la si vive sol da
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Gli elementi
vanno,
urtano,
vanno, rivanno,
si disfanno.
E se tu fossi
un elemento
il cui colore
sfugge,
come il perché,
e il caso,
o la causalità,
che t’ha condotto a me?
Anche tu che ti sciogli
da me e non sai
che in altri ti
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Strano è l’effetto, entrando in libreria,
di sentirsi colleghi di quei grandi
che vita dedicarono a poesia,
obbedendo dell’arte a aspri comandi.
Anche se cambia il mezzo di scrittura,
il risultato non è assai diverso:
opera realizziamo
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E’ di ben poche lettere, capaci
di combinarsi per dei nuovi mondi
inventare, con penna di chi audaci
propone dei pensieri assai profondi.
Ben poche figurine tuttofare,
che se lasciate sole proprio niente
sarebbero capaci di formare,
hanno da
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Il dardo che colpì nei diciott’anni,
che allor sembrava tanto acuminato,
capace più non è di fare danni,
adesso che di tempo ne è passato.
Quel dardo più non provoca malanni
a chi ne fu colpito e condannato,
per verdi, numerosi e lunghi anni,
a
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Raffaele Viviani, se rimani
lì dentro i cuori di parecchia gente,
non solamente dei Napoletani,
motivo ci sarà ben pertinente,
motivo che non muore l’indomani.
Tu spingesti lo sguardo oltre quel sole
che inonda la città con i suoi raggi,
vedendo
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Piacere o non piacer possono i versi
(gli argomenti, si sa, son controversi)
che il poeta su carta predispone,
che all’opinione pubblica propone.
Non è da tutti fare del buon viso
ad un assunto poco condiviso,
e qualche volta viene
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Cerca la poesia:
Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Antonio Terracciano.
Indirizzo personale di Antonio Terracciano: antonioterracciano.scrivere.info
Quelle poesie che dormono in cassetti,
che non vedranno certo mai la luce,
hanno dei versi splendidi e perfetti,
più di quelli che un libro riproduce;
ma restano lontane dalla vista
di chi potrebbe cogliere i segreti
del loro autore, di chi alla
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Mi sono stamattina io svegliato
meglio di altre volte in verità,
forse perché mi ero addormentato
immerso dentro un bagno di umiltà.
Per una volta avevo io provato
a guardar nella faccia la realtà,
dando colpa di ciò che è capitato
nella mia vita
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Quando cammini vagamente assorto,
pur se da molta gente sei sfiorato,
tu viaggi in compagnia di un tuo ricordo,
di chi ti fu vicino nel passato.
Chi ti saluta e in cambio ha un tuo sorriso
non sa che non è a lui che è indirizzato,
ma solamente a
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Oh, noi che andiamo in cerca di bellezza,
e che talvolta pure la troviamo,
nascosta sotto un velo d’immondezza
posta dal mondo, e che noi togliamo!
Noi che recuperiamo e poi scriviamo,
dopo qualche momento d’incertezza,
tutte le cose di cui ci
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Non esistono più
tutti i tuoi cari morti;
se non li vedi più,
lo stesso sono morti.
Chi poi frequenti ancora,
è morto pure lui:
conosci la dimora,
non i pensieri suoi.
E quello che tu eri
sempre morto lo vedi,
di quello che facevi
un ricordo
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La nave prende il largo,
ma un ritardo
che è cronico e fatale
noi restare
fa qui sopra la terra,
e non erra
il corpo a conquistare,
là nel mare,
bellezze tanto ambite,
concupite
da chi cavalca l’onda
sulla sponda
di quell’imbarcazione
che
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Quel sottile confine che l’erotico
separa dal più greve pornografico
si può considerare come un ostico
quesito che si pone all’atto pratico.
Nell’atto di tentare un filosofico
approccio a quel problema moralistico,
definire si può talvolta
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Non ricordo il pretesto che ci unì,
quella prima parola che fiorì
sulle sue labbra fresche ma abituate
a delusioni nelle età sfumate.
Il tempo sembra volgere al passato
quando incontro lo sguardo un po’ imbronciato
di qualche sosia che per me
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Che ci faceva quel poeta in mezzo
a tutti gli operai della canzone,
perché doveva lui pagare il prezzo
di quell’insana e inutile tenzone?
Chi l’aveva mandato a regalare
le perle ai porci, proprio nel contesto
in cui chi è più capace di
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Scherzavi con la vita, le parole,
eri tu stesso un raggio di quel sole
che riscaldava allegro l’Occidente
quando iniziava il secolo, splendente.
Su carta tu cambiavi la struttura
di quella Tour Eiffel che una natura
ancora misteriosa
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Dal buio della notte fuggiamo,
scrivendo le nostre poesie,
un’isola verde cerchiamo,
che culli le umane manie.
Se qualche fardello portiamo,
il verso lo rende più lieve,
un mondo a sé stante creiamo,
coperto di candida neve.
E quando, se poi
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Io non sapevo degli incantamenti
da Campana provati al suo cospetto,
della città magnifica che s’erge
sulle colline proprio dietro il mare,
quando la vidi per la prima volta,
e mi venne la voglia di guardare;
di guardare mi venne, e d’ammirare
la
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Le mie feste migliori sono state
quelle con nessun altro condivise,
quelle sul calendario non segnate,
quelle magari dagli altri derise.
Non è stato il Natale, non l'estate
a rendere il mio cuore più felice,
non sono state le
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Sovente è vestito poesia,
e vuole soltanto coprire
la strana interiore armonia
che l’anima suole avvertire;
però è riservata, pudica,
e chiede di usare parole
che possan velare l’antica
sua voglia di mettersi al sole;
pudica ma pure un
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998 poesie trovate. In questa pagina dal n° 811 al n° 840.
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