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Antonio Terracciano
Le 998 poesie di Antonio Terracciano
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Qualcuna c’è che nel passato amammo;
per timidezza non glielo dicemmo:
il suo silenzio suona come danno,
e disfa tutti i sogni che facemmo.
Pur chiedendolo al fato, non sapremmo
i suoi pensieri di che cosa sanno,
se vivere fa ancora nel suo
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Nascono un po’ per caso, scaturiscono
dall’intreccio fortuito di milioni
di corpi in viaggio dove confluiscono
le più varie abitudini e passioni
(legami d’amicizia e dell’amore,
con delle forze intense che colpiscono
l’anima, l’intelletto, mente e
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Finirà questa vita un po’ negletta,
e la ricerca di poesia perfetta
sarà bloccata in un preciso istante,
quello dell’uomo insano e rantolante.
In questo lungo viaggio, quella meta
che non arriva mai non è concreta:
soltanto nella mente la si
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Di ciò che non si vuole
è pieno il piatto
dell’esistenza;
ahinoi, si resta senza
quello che un dio distratto
(non era sua intenzione)
regalò di soppiatto,
un’unica occasione
che fu messa su un piatto:
la nostra incomprensione
allora lasciò
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Anima, ti ricordi delle austere
impressioni di bimbo, con il senso
fasullo delle tue allora vere
certezze di un Potere oscuro e immenso?
Ricordi tu quell’Occhio che osservava
(dicevano) i tuoi segreti gesti,
anche se il corpo tuo si rifugiava
in
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Prima dieci, poi cento, poi duecento
chilometri scorrevano dal posto
dove rimase il mio scrigno d’argento,
dove venne il mio cuore corrisposto.
Ricordo vagamente che quel treno
alla Gare Saint- Lazare era arrivato,
che in quel giorno passato in un
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Con vigore una moda si diffonde:
illecita all’inizio, poi diviene,
con il tempo che passa e su noi incombe,
un passatempo per gente perbene.
Anche se non si sa da dove viene
la moda per cui suonano le trombe,
l’umanità pervade, rende piene
le
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Conosci tu per caso quei momenti
in cui la quiete che s’impadronisce
di spirito e di corpo da altri ambienti
sembra venire, e non si capisce?
Non si capisce bene cosa è stato
a provocare quell’estraniamento,
se forse qualche cosa ti ha parlato
da
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Chi ben comincia
è alla metà dell’opera.
E chi comincia male
è destinato
alle rincorse amare
che il suo stato
mai non potrà portare
al risultato
che in modo naturale
è conquistato
da chi seppe avanzare
d’un sol fiato
in quell’immenso
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Chissà se mi sai dire, luna mia,
dove volano i sogni inappagati,
in quale mondo se ne sono andati,
accompagnati dalla nostalgia?
Forse hanno fatto un giro per la Via
Lattea lì fra le stelle, e sconsolati,
e pieni di tristezza, sconfortati,
hanno
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Non ho un Max Brod che dopo la mia morte
i miei sottragga scritti alle macerie;
qualche persona io conosco, forte:
si dedica soltanto a cose serie.
E certo una di loro, se trovasse
le poesie che ho composto, ad una ad una,
non cercherebbe chi me
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A volte può bastare molto poco:
una voce ascoltata per telefono,
che amplifica per noi come un megafono
di seduzione il denso e oscuro gioco;
sufficiente è sorriso di cassiera,
che pur se in occasione assai sporadica
le grazie sue, in quantità ben
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Non è un bel panettone, non un dono
offerto con lo sguardo distaccato,
a favorire quel dolce abbandono
dei sensi di un Natale idealizzato.
Non è l'invito a pranzo, né una cena,
a suscitare per l'altra persona
l'attenzione
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Da tanti versi quante Cunegonde
traboccano, in isole felici!
Di vita sono state fra le onde,
ma si mutano in Laure, oppur Beatrici.
Restano ancora a guardia delle sponde
delimitanti aree portatrici
delle visioni rosee assai profonde
di cui le
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Padri intravisti,
padri mai visti;
padri sconfitti,
e derelitti.
(Le figlie si conoscono, ma i padri
dietro quegli occhi stanno ad osservare:
emergono nascosti dai riquadri
che le ragazze hanno per amare.)
Padri vissuti,
padri cornuti;
e
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Scheletri nell’armadio,
piccolini,
trovato avete provvisorio oblio:
siete amori finiti,
poverini,
per la pochezza di quel proprio Io;
siete aiuti non dati,
rifiutati,
per una qualche forma d’egoismo;
e progetti abortiti,
soffocati
ancora nella
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Invia un messaggio privato a Antonio Terracciano.
Indirizzo personale di Antonio Terracciano: antonioterracciano.scrivere.info
Lasciato hanno la patria per lavoro,
talvolta per il gusto d’avventura,
per cercare da noi nuovo decoro,
per evitare vita ancor più dura.
Da lontano ti sembrano Italiane,
in tutto convertite a quelle mode
che s’usano da noi, vitali e sane,
alte,
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Soltanto rara cosa ci colpisce
in questa vita che noi conduciamo;
proviene da lontano, e interferisce
in tutto quello che poi noi facciamo.
Può essere un parente che capisce
fin da piccini ciò che noi valiamo,
da giovani ragazza che
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Se vuoi stare tranquillo nella vita,
l’intelligenza tieni sempre a bada,
restando bene attento a che non vada
ad aprire negli altri una ferita.
Noi camminiamo spesso su una strada
dove mediocrità pare infinita,
in cui ogni uomo ottiene una
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Talvolta, con il vento e con la pioggia,
da ben lontano sembra a me arrivare
la sera qualche voce che s’appoggia
sull’anima di chi dovevo amare.
Ed è un richiamo dolce, la cui foggia
senza impazienza messa s’è a viaggiare
dalla remota sede dove
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Entrando in territori amari dove
non ha più la poesia nessun valore,
i versi su cui noi spendiamo ore
paiono ad altri solo disvalore.
Per quella arte che un po’ tutto smuove
provano molti sorta di timore,
scorgono in essa aspetto che non muove
i
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Piccoli seni sodi e risoluti,
portatori voi siete di speranze
dell’uomo, di virili sogni acuti,
e entrate del cervello nelle stanze.
Audaci collinette conturbanti,
voi sapete attirare l’attenzione
di chi negli anni è indietro e pure avanti,
e
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Nei giorni quando tutte le speranze
cambiato hanno colore ed hanno segno,
in cui evidenti le tue discrepanze
emergono e si fanno contrassegno,
negli attimi nei quali il tuo valore
quasi è annullato dalla vita ostile,
in cui risale acuto quel
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Luoghi tranquilli,
senza peccato:
ogni pericolo
è scongiurato;
si sta contenti
tra quattro mura:
qui si conquista
gioia sicura.
(Lì si prepara
noia mortale,
come all’interno
di cattedrale;
quella d’evadere
è vera meta,
per chi vuol
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Se contare volessimo persone
che deluse da noi sono rimaste,
lunga sarebbe la compilazione,
e schede riempiremmo molto vaste.
Ma forse quelli che noi deludemmo
chiedevano qualcosa che donare
non potevamo o, se lo facemmo,
fu qualche cosa fatta
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Tanti dovrei gettarne, di foglietti,
con sopra impressa quella mia grafia,
e non considerarli, poveretti,
i risultati di bella poesia!
Se solamente un poco possedessi
della modestia, che va invece via,
se il disvalore meglio io cogliessi
di
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Vengo via con te,
in un mondo di uomini che dura
aveva scorza: meglio la paura
esorcizzava di quell’altro sesso.
Vengo via con te,
nei paesaggi fantastici evocati
dalla tua greve voce che richiama
i lasciti pesanti del passato.
Vengo via con
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I vispi bimbi guardano i cartoni,
tifando per gagliardi topolini,
che all’ospedale mandano gattoni,
di bende ricoperti, e cerottini.
Vorrebbero che il gatto mai prendesse
per cena quel simpatico animale,
che senza fare storie s’arrendesse,
e
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Andartene in punta di piedi,
andare e non fare rumore,
disfarti di ciò che possiedi,
ma senza provare dolore;
al nulla che eri tornare,
lasciando quel peso cadere,
quel peso che lacrime amare
causò nella vita crudele;
e mete per sempre
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Girando per le strade, e non trovando
nessuno d’adeguata compagnia,
coi versi d’una qualche mia poesia
io m’intrattengo, e vado deambulando.
E’ scelta che combatte la fobia
di questo mondo che sta assai cambiando,
che giorno dopo giorno al suo
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998 poesie trovate. In questa pagina dal n° 691 al n° 720.
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