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Giochi in pizzi di camelie
sghembi rotolano dove
cumuli rossi di pule
verseggiano liberi
tra le folate maestrali
dei bianchi nugoli cirrosi
lasciando veementi scie
a ridosso del sordo udito
smagrendo le tarde pelli
vizze e ornate di leggi
Non siamo ombre che tendono dai fili di sera
né onde che brucano sabbie
o come il frangere nell'aria di seta
là da dove nascono al termine le loro ali
non saremo né più né meno che bruchi
in un sinuoso cammino leggi
Favorito dalla sorte per aver visto il mondo
e le nozioni tutte prendere forma
ogni spigolo, gli elementi, le profondità
esplodere di sensoriali ragioni
definisco ovunque un perché
un altrove di gusti e percezioni
gesti improbabili leggi
Di e come chi dietro incerto tende
viscere buie a fatica
inghiottendo in gola rapine
cospargendosi di lotte
usurate dal rito giullare del tempo
lui proprio lui
finestra balda d'ottusi farò
nel credersi avanti per pretendere impavidi
ora leggi
La meta è là
fitte ombre e coltre di rupi
che forse sia solo un ritorno
un incessante discorso interiore
o un dolce comando
riuscire
sì dover lasciarsi andare
Corso nel flavo letto dei prismi
ondeggia sinuoso tra gli storici ritti
trafiggendo come eterei buchi nell’acqua
l’argenteo cristallo d’urbano portento
inneggiando le frotte al simil conguaglio
pendendo dai nomi dell’eroiche gesta
magne pompe di leggi
È stato eccome parte
tra la coscienza ha preso
entità incerte
senza più passato
né ente futuro
solo lo stare presente
solo disunione d'intenti
poco più in là di un semplice essere
fino nei modi a leggi
Vi è la linea di penombra ad attrarmi
che densa sfuma in bui fraintesi
verso toni di scuri e di chiari
poi si dirama in giochi turbati
escludendo i volti dal tempo
e nascosta fluttua nei sensi
a rimestare inizi di sogni
memorie di un futuro leggi
elèvati Venezia dalle nuvole in terra
fin quando dai cieli mirando l’audace dipinto
alleggerirono i tratti di laguna selvaggia
convinti di scioglierne leggi
Anche appena un lieve cenno
assaggio di forme indistinte
si specchia nei fugaci ritorni
tra i momenti che irradiano il tempo
annullandone le sue curve procaci
e fermo lì devia
in un afflato ricolmo di raggi
e luce che splende leggi
Mento a me stesso nell'ardire di non esserne capace
sarò così coltivatore alacre di semi
mi converrà
d'esser pure un accanito coltivatore di fuscelli d'erba
della variegata natura un colorato antagonista
Auspico il fine più che il finale
l'intero sentire più che un mezzo parlante
purché trionfi la notte e che s'affanni nel sonno
nell'accendere poi ogni giorno di luci
torbe di grida squarcianti il frastuono
nei silenzi leggi
Se non sol che fossimo cenere
terre d’avi tra polveri infuocate
e atti di livide conquiste pregni
doneremmo come nuvole di senno
ancor più d’una limpida sorge d’acqua
nel lavar a fondo le urla oltre gli strazi
che han reso grinze alla leggi
Non ho mai creduto alla discontinuità dei ricorsi nel tempo
spazi finiti di frammenti coesi e aggrappati all'umana variabile dello stato mentale
ogni volta e tutte le volte noto un'ombra
ne percepisco la causa
ne sento l'effetto