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Azar Rudif
Le 261 poesie di Azar Rudif
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Non soffia vento
non cade acqua
eppur s’affievolisce fiamma
a divenir fiammella.
Ritorna il buio.
Rinchiude il
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È una linea d’aria che diritta va per terra e mare
respira in parole nere affondate nel bianco
una parola s’aggiunge a lungar linea
mille parole,
illusione sono di minor spazio tra le stelle.
Ho gettato un amo dietro i miei occhi
a pescar
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Era antica formula e sapiente
d’oro e sul tempio della mente
e tutti poteron leggere e scrivere:
occorre morire per vivere!
Rimescolo atomi nel crogiuolo
che alchemico labirinto trasmuta
fine polvere d’oro a cercar perla,
tutto consuma e lascia
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Era oltre il proprio villaggio.
Oltre la propria terra.
Oltre il proprio mare.
Oltre le colonne d'Ercole.
Oltre il mare Oceano.
Oltre l'ultima terra conosciuta.
Orrore avevate di cadere nel nulla.
Credevate nelle sfere celesti.
Oltre quelle il
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Una farfalla Kamikaze urla banzai puntandomi come un naviglio,
ma sono una goccia del mare
rubata dal vento a volar tra le nuvole
e cerco due ali ch’eran mie.
Rubo la luce di Budda in distratta contemplazione,
non voglio le chiavi del Nirvana,
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Sono vivo
sono morto
poi, di nuovo vivo
e di nuovo morto.
Nasco e rinasco ogni volta
e sono sempre qua in quest’universo
ove mi espando e mi spazio infinito
senza sosta e senza fine
e di tutto mi vivo e mi rivivo
e non è morte ogni
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Piove, ma non vi sono gocce oltre questa finestra
e piove, son gocce dietro i mei occhi,
è sottinteso: le mie lacrime non rigano il cielo
sempre divorate e nascoste.
Chiusi nelle scatole tra malodori di terra saldata
e mazzi di chiavi in
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Oggi è finito un altro ieri,
attende un altro domani
e di trovar le sue mani.
C'erano molte cose da chiedere,
ancor più da dire
ed un infinito da conoscere.
Ti tocca un altro boccone che accartoccia lo stomaco
per un cuore che
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Sono state notti oscure
col cuore trafitto da scure
ma preso nelle sue cure
ruba le mie pietre dure
con le sue ali che son pure.
Solo occhio di falco vede
e nei suoi occhi volo se cede
e artiglio avido i suoi pensieri
che son passati, morti e
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È chiuso, l’universo!
È buio sotto la cupola del teschio dell’insorto Sole,
vedo stelle accendersi nell’oscura volta cranica.
Cranio nella teca di cristallo, ossario del santo
immerso in liquidi amniotici, nuoto e annaspo tra
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Son lande deserte queste anime
ove mortal noia m’albergò
alias drago e falco, alati!
Era il primo a squarciar veli
nell’universo d’acuminati artigli,
era il secondo a donar ali
a ricucir anima dolente
e rinascer in folli picchiate.
Ho
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Un treno va di stazione in stazione
come pensieri in fuga nel dopo scuola
e, finita la merenda ed anche la ricreazione,
passava a valle e spariva
lasciando fuggire oltre i monti un vuoto cervello
o dietro le parole di quella albina sempre sola col
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Vigile sull'alta rupe
gli artigli nella roccia.
Sotto la verde valle scruta
una preda pel suo fiero nido.
Un grido dal suo becco aguzzo.
Distese son le ali al volo.
Gli artigli lasciano la roccia.
Le ali piene di vento, gli artigli richiusi
un
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Non sai chi sono?
Nato da una nuvola di passione
son morto nella nebbia dell’esistenza
fino a giungere a Te dianzi non per puntarti l’indice,
ma per rinunciare a quel posto sulla roccia davanti al mare.
Cosa voglio in cambio?
Aquiloni per
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Ho ritrovato giorni antichi, ingialliti, accartocciati
di sorrisi forzati e sorrisi improvvisi davanti una torta
candeline accese, candeline spente, un tappo di spumante.
Luoghi, vie, piazze, la stanza di una casa
tanti luoghi, tante vie e piazze,
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D’amore si può vivere
d’amore si può morire
ma non è l’amore un secondino
ne ha mani da aguzzino.
È il vento che accompagna foglia d’autunno
è il Sole della natura che riporta foglie nuove
è una carezza su
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Urla il contadino con la falce
a recider grano e gramigna?
Così la gran Falce è usa
andar per omini raminga
che d'odio, Oculus,
s'è riacceso e vendetta .
Guardo, dal mare una costa,
umane presenze mute
fantasmi, forse,
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Ho spezzato un frammento al cielo
stanotte,
come specchio di vetro nero
racchiude luminosa e lucente una stella,
la guardo ed è nella scheggia
ferma nella mia mano sanguinante del tagliente vetro
ed è prigioniera della mia notte
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Ho per nome di casato un complemento oggetto titolato da un verbo
accompagnato da depressione omicida curata da psicanalista
venne mutata in esaltazione suicida e tal son diventato
fino al punto d’esser ora uno spirito.
Che gran professore di pneuma,
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Spara raggi di follia questo Sole di un giorno maledetto
ad aspettare una luna per stanotte, forse benedetta
una sola di azzerate stelle
ma è un giorno di Sole dai folli raggi
all’ombra di una nuvola un saggio gatto
dorme e sogna!
Branchi
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Sono senza parole nelle strade di una città.
Copre il passo il miagolio di due amanti gatti mentre sbircio,
dietro l’angolo della strada un’altra strada,
nessuno!
È l’ora della pausa pranzo,
m’investono odori ed orologi
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Ti condivido la mia anima
or che giunge dies irae
e seppur t’ascondi
l’opra Tua pur mi tocca
che sfuggente non è
al senso mio del vero.
Cammino scalzo et sine passo
in nero fiume sine passio
scorro tra sponde di fuoco
ove s’affondano
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E’ un mare calmo di riflessi
ove si specchia chiglia
di me veliero stanco di rotte
e dalle vele raccolte.
Vi son sopra adagiato
dalla sua calma cullato
che appen si sente
la chiglia carezzar
in sciabordio silente.
Quest’è l’amabil
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A te che sei lontane parole
dal sapor di fragola a volte
o di frutta di terre incolte
aspre, il sol tramuta dolce.
A te che guardi luce di Luna
e delle sue oscure notti vivi
ti porterò attraverso cruna
a inondar di raggi estivi
sabbia di
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C’è sempre tempo a morire
se destino alcun non anticipa.
Che importa vivere, morire
quando son certo, esisto
e sempre esisterò, qua
o altrove il fato mi condurrà.
Non ascolto dolore in tal vita
ove tutta l’esistenza
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| Se il passato s’è mostrato
nel tempo che fu
come pesante macigno
a che serve, ora, rimaner sotto?
Se v’è amica mano
di valente braccio a sollevar
pesante macigno
a che serve, ora, rimaner sotto?
Se tal è l’amico aiuto
che
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Scorre un antico fiume
che occlusa memoria
non trova traccia
ove s'arresta il pensiero
a superficial ricerca
mentre l'anima s'abissa
in oscuri intuiti
e s'innalza
a maestose illuminazioni.
Non v'è razional strada
se a crear
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| Allor vado oltre il mio confine
a ricercar l’eterno volo obliato
aldilà delle terre
lontano d’esti mari
ov’anco il ciel termina
e non v’è nulla
che segni confino
all’opposte fiamme.
Or sento quell’infinito
che alias brivido mi
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| Non son quelli l’occhi
che fissi dovevan scoprir guerra,
proiettili e bombe.
Piccoli occhi di piccoli uomini
or non giocate per strade
ma siete alle finestre
a guardar arrivo dal cielo
della prossima bomba.
E cosa son quelle luci,
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261 poesie trovate. In questa pagina dal n° 61 al n° 90.
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