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Gesuino Curreli
Le 1281 poesie di Gesuino Curreli
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Non ho i violini; avrei voluto quelli
per dare al suono il brio della figura
di un volo impareggiabile di uccelli,
come in questo meriggio di calura,
quando dischiudo appena gli sportelli.
Allora provo con i ritornelli
che da tanto mi fanno
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Ho baciato le palpebre socchiuse,
la fronte, il mento, preso nei ricordi
delle mille parole dette e fuse
sotto l’ombra dei pini ispidi e sordi.
Non c’era il vento, solo la calura
del mattino di vetro, e confusione
nell’anima stupita alla
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Mi avessi detto almeno - vado via! -
avrei pensato a un'ultima invenzione
con cui abbracciare la malinconia
e assaporare un filo di emozione.
Invece no! Neppure una stantia
voce, neppure un fiato, una menzione
che ricordasse il tempo e
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Rondine, tu vai più di altri uccelli
in alto e sembri non fermarti mai,
oltre ogni colpa infida voli e vai
saettando traiettorie che ceselli.
Oh rondine, tu vesti di velluto
nero brillante le ali per segnare
come un inchiostro nitido il
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La fine
“Io vado” mi dicesti, e per la via
lasciasti il tuo profumo e la parola
rotta, finita insieme alla poesia
per cui offristi l'anima alla fola.
Giocavano col verde, in mezzo al viale,
il rosso e l'arancione sulle foglie
distese
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Non ti dirò che t' amo e non saprai
quanto io canti i versi con l'intento
di offrirti un gesto semplice che sento,
quasi che un giorno, infine, capirai.
Dirò di te metafore e invenzioni
che sembreranno strane e già
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La calura addormenta anche il brusio
nel meriggio bollente dell'estate,
tacciono le cicale, e le folate
muovono lievi un lento tramestio.
Bianco, il calcare domina e mi ascolta
come un padre che più non possa dare
all'inquieto figlio, e
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Ventuno: un'altra estate ancora!
E quante ne ho passate di stagioni!
Le fatiche di scuola, e le emozioni
di amori persi senza una dimora.
L'età che il nulla sazia e ci consola,
dei salti irrefrenabili e di gioia,
dei giochi senza sosta e
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Forse verrò da te, giù, nell’ignoto,
quando sarà alla fine ogni pensiero,
e seguirò le rotte del veliero
che ammaina vele stanche al maremoto.
Conoscerò gli abissi, e avrò sentore
di cosa sia la vita quando
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Non serve che confidi il mio timore,
non parla, non ascolta, mi trascura,
lambisce i lecci e salta, la paura
la vince ed avvelena il suo liquore.
Ecco: finisce qui la mia poesia,
la sua recita antica e sempre viva
è diventata un vomito e mi
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Non è cambiato nulla questa sera.
Ho lasciato gli amici dopo il drink
e poi mi son seduto alla tastiera
nella casa deserta e leggo un link.
Ecco, mi si apre il mondo, e la bufera
di mille situazioni mi circonda,
ma io fuggo e mi butto sopra
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Vorrei poter cantare da poeta,
e forse mi riesce qualche istante,
quando l'anima scioglie il suo tremante
desiderio di giungere alla meta.
Forse non lo sarò, ma non si cheta
l'istinto di poesia che mi rapisce,
combatto allora
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Non scelgo, aspetto, perché va così
il resto della strada che mi aspetta.
Stupidamente ho avuto sempre fretta,
ma la vita non era quella lì.
Ho arso i piedi nei tratturi, e spine
hanno lasciato i segni negli scalzi
andirivieni
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Il respiro dell’aria si distende
fra i selciati e sui tetti a prima sera,
è festa, é ritornata primavera
nel borgo che si agghinda e che si accende.
O gioventù, che spendi e non ti offende
timore alcuno dei venturi giorni,
per
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Vorrei saper tradurre, ma non posso,
le mille note che mi sento in gola,
fra tutte una, costante, quella sola
che tinge melodie di biacca e rosso.
Poter comporre nuvole di fiati
e avvolgere le cose che ai tuoi occhi
sapevano di fiabe e di
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Il giorno si consuma e non risponde,
tace anche il sole, ed al commiato piange,
ma io riposo sulle estreme frange
di un ricorrente sogno che mi prende.
E non mi desta il lampo d’oro in cima
ai colli lievi e scuri di ponente,
di là, in altri
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Anime in versi Autori Vari
Antologia degli autori del sito Scrivere
Pagine: 132 - € 10,00 Anno: 2012 - ISBN: 9781471686061
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Foto di gruppo con poesia Autori Vari
Un ritratto degli autori del sito attraverso le loro poesie
Pagine: 200 - € 14,00 Anno: 2009 - ISBN: 978-88-6096-494-6
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Addio Alda Autori Vari
Poesie per Alda Merini
Pagine: 92 - Anno: 2010
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Invia un messaggio privato a Gesuino Curreli.
Nessuno più di te conosce il pianto,
o madre, che perdesti all'improvviso
il lume trasparente ed il sorriso
che avevi nei tuoi occhi come un canto.
Ora tradisci pena e il cuore affranto
invoca mestamente il paradiso
perché accolga
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Vado, e vago, e non mi accorgo mai
che, passo passo, il mio trascorso insegue
l’ombra di me nel mio presente greve,
sciolta senza pretese in pochi guai.
Vado, e vago, e sento del trascorso
l’alito alle mie spalle, e dà calore
a questo
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Mi sono chiuso in una nube d'oro
nell'incerto meriggio che profuma
di pioggia, mentre il cielo si consuma
in un disegno limpido a traforo.
Scende il silenzio e, placido, raggruma
sfumate percezioni di un'altr' era,
immagini che scorro, vive, a
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Destarsi e poi capire
di non aver saputo ancora nulla
in questa vita acerba che trastulla
l'amaro suo fuggire,
con forza che sovrasta e poi ci annulla.
Per un amore che ci ha messo in culla
si nasce, e poi si muore
nella tenebra, e semina
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Che importa non averti mai creduto?
Ora la verità io la conosco
e so quanto ti fosse stretto e fosco
il mondo che di colpo ti ha perduto.
Ora so che il domani non ti scalda,
né ti sorride il volto di tuo figlio,
fa male l'impietoso
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Parrebbe solo ieri, ma è lontano,
e quanto non saprei, tanto è confuso
lo sguardo volto all’empito profuso
perché stringessi al petto la tua mano.
“Ieri” tradotto in note per cantare
l’arcobaleno e i mille pentimenti
di quanto
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Ti chiamerò col nome di un uccello,
oppure ti dirò che sei “cerbiatta”,
nel ripercorrere una vita piatta
cui rimane la rima ed il pennello.
Mi inventerò così una compagnia
per le serate lunghe in cui combatto
con la mia
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Non guardo più nei rami il fico adulto
davanti all’uscio del capanno agreste
dove stavo incantato sulle creste
dei monti, in preda a un rito dell'occulto.
Non guardo le ginestre profumate,
gemme dorate nella macchia scura,
quando il sole
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A volte credo voglia ch’ io risponda
la voce che mi giunge da lontano,
quando, fra sonno e veglia, sul divano
ho la vaghezza che stia sopra un’onda,
e assume le sembianze di un gabbiano.
Per mari e limpidissimi orizzonti,
dentro i cieli corruschi
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Quando la sera, muta, mi sorprende
dentro una nube d’oro e di ricordi
seduto sul camino e tu mi mordi
quasi ti avessi dentro le vicende.
E invece sono solo sulla scia
di un sogno che non si è compiuto appieno,
sopra un incerto e malfido
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Mistura di invenzione e di vissuto
per giungere a bordure di poesia,
quando infeltrisce questa anima mia
come i fili di un candido tessuto
esposti al sole della nostalgia.
Qualcosa in più che il sole non mi dia,
perché diradi i raggi
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Tue chi sos amantes no accumpagnas
a sos secretos logos de s’amore,
o luna, as cambiadu modu e umore,
as perdidu, iscuntenta, mira e bramas.
Non t’ant prus in devotu cunsideru,
ne ti chircant a s’ora ‘e s’ermosura
pro unu basu innotzente dadu a
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Istanti dell’ amore che ti ho dato
raccolti in una mano tesa al vento
per invocare aiuto, e per sgomento
si spinge vuota ad afferrare il fato.
Non arresta però fra le sue dita
il piacere svanito con stagioni
ebbre di calde e vivide
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Raccontami le storie delle streghe
che sostavano in cima al campanile,
finito il giorno, e caldo nel fienile
il puledro, già chiuse le botteghe.
Raccontami, e quel tempo si ravviva
negli odori dei vicoli e nei fumi,
negli aliti raccolti
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1281 poesie trovate. In questa pagina dal n° 91 al n° 120.
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