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Francesco Paolo
Le 68 poesie di Francesco Paolo
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E' qui che ho difeso sorvolate
speranze.
Negli aguzzi oleandri che
smottano in piedi, nel limbo
taciuto di opunzie taglienti.
Ligustri pigiati a schiarire
le attese, movenze di ofridi
a tentare le ascese.
Un coro allungato destina
la mano al
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Taceranno le parole, almeno
per un po', fino a quando avrò
il giradischi rotto e una moneta
fuori dai miei panni.
Le lascerò conserte, bizzose
su un divano a chiedersi il perché;
avrò pietà di loro, sempre
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Ho rivissuto il fuoco e la tolleranza,
cerchiato i meandri con l'iride aperta
a burrasche e opinioni.
Non ho serbato
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Non ho slanci di rosso
impetuoso, a investire
le mani di lune frementi.
Nel blu di una boccia
partita lontano,
disperdo l'odore dei
fini contatti.
Anche tu, promessa ai
sognanti colori di Maggio,
arretri e rilanci; ricordi
di un grigio che
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Canovacci stantii, tolleranze occultate
nei precordi dell'animo sfrondato;
si fa sera.
Tra un rivolo di sale, e impegni
ai piantoni di strada.
Tu sai che le gocce in un secchio
abiurano l'immenso vagare;
sonnecchiano rimosse dai
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Tremore nel quieto parlare,
di vampe scambiate per luci;
premente la voglia di potersi
sondare, in un tempo sbiadito
di fiamme.
Segnati dal raro imbarazzo,
fregiamo le mani in un gioco
ideale. Chiedo polline aureo
sulla via d'ogni slancio;
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Scorrono lente speranze addobbate.
Orchestre di foglie nel gelido verde,
convulse intrusioni di luci sorelle.
La notte
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Meridiani si accasciano senza
pretendere parole.
A che serve una domanda,
all'arco centrato del sole?
Su esili aghi scalziamo il
tempo, nei raggi di carta
ossequiamo la notte impetuosa.
Moriamo.
Tante di quelle volte, che l'asfalto
al
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Li sovrasta un querceto di isole nuove.
Racconti di pioggia allentata, le dita
evocate brandendo parole già eluse.
La neve sui palmi tingente al vapore,
del bricco svelato alle amiche alla
sera.
Gli sguardi si perdono nel giro di
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Fiumara è un lento vagare di
uomini assenti; abbozzi sul mare
che cerchia distanze, spesso dovute,
infine cercate.
Tornanti di rocce scalate, calate
sul tempo, febbre d'argilla marosa
in un ventre di rapide affini.
Dal trampolo scotto
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Ammanto di schemi e di ritorni,
la faglia che si sperde, nel giro
delle voci carpiate intorno al
vuoto.
Singhiozzi di parole, affrettano i
saluti, rendendo il corpo vano,
dischetto e meridiana per labili
sospiri.
Nel duttile segnale, di spie a
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Invia un messaggio privato a Francesco Paolo.
Parole non nuove, nel fragile odore
del legno di sandalo.
Così ti ritrai, sulle stecche confuse
dell'esule piega,
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Non vedo filati che aggiungano
trame a questo dolore occultato
di maglie.
Toppe piegate su anonime usure,
d'aghi centrati a smussare lo squarcio;
canti una fiaba alle dita puntute, soffi
di pane sulle smorte filacce.
La linea sbiadita è
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Bianca sorgente di viti irrigate,
temere un manrovescio per
l'incuria avventata.
Serve mondare la pergola
con strati ulteriori di bile,
ora il padrone mastica le
conserve di un anno di lavoro
languido.
L'agio è un'amaca senza
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Dalle scale ai banchetti lunari,
risa di commensali nell'enigma di
Turandot.
Accarezzo il selciato di te che
sei sposa, nella furia attardata
di una mano che ti stende.
Dalle scale ai banchetti lunari,
a scaglie si muovono gli avanti
del
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Presto smaltirò pure questa
bevuta.
E da sobrio vigilerò
sull'onestà delle parole,
in
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Dammi la spinta, adesso;
ho le redini corte, l'umore già
scotto e una manciata di zoppi
rimorsi.
Trottatore, mi chiamavano;
segnavo al secondo gli slanci
più lunghi dello staffile teso.
Saltavo le balze alla netta
andatura, ed un
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L'abelia d'ottobre inganna il torpore
scindendo il suo fiore nel brulichio
delle chiome;
non dura il colore più di una rossa
gemmata, mezz'ombra adagiata
nel tramestio della torba.
E' un attimo speso a solcare la siepe,
velando
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Sbalzi d'idee sono
pallottole che inchiodano
a terra.
Armonia di una chaise longue
per ritrovare il frizzo
dell'accusa, nelle parole
sin
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Fiamme cristalline rimpiazzano
le tue orme lontane dai moli.
Oscilla la randa promessa a una
dea sul torrione; dal punto di fuga
le acque si volgono lievi, in un
crepito ansante di corse e ventate
sul podio.
Tu fai ritorno nelle calende dei
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68 poesie trovate. In questa pagina dal n° 21 al n° 40.
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