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Paul Chance
Le 43 poesie di Paul Chance
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Strano pensare
che venuta al mondo
ti diedero proprio quel nome
Quello della figlia di Melisso
mitologica ninfa
di bellezza e grazia
di poetica leggerezza
dispensatrice di casto piacere
Tu sei
per scherzo del destino beffatore
il tragico
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Corpi spesi
nella tronfia idea
di dare e ricevere amore.
Ipocritamente
concedendo piacere
solo a se stessi
forse e neanche.
Senza riflettere un istante
all'anima tua o sua
dopo
quando come corpi siamesi divisi
le luci
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Sono il nocchiero
è il mio turno in questa vita.
Nella traversata
solo la mente si ferma
a volte
brevemente
per riflettere
sulla responsabilità del prezioso carico
sui capricci del mare
sulle proprie
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Mi sono alzato prima del sole
stamattina
ma il ritardo era suo!
Già la notte lo trattiene un po'di più
tra le sue braccia.
Ho guardato fuori, da sotto l'abbaino,
ed ho visto, tra gli alberi, una delle tue figlie
la bruma.
Sono
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Ai primi fiati
di un nuovo giorno
esatta e puntuale
ogni notte
esibisci la tua poesia
a quelle anime
che
impegnate
nel loro ordinario dormire
applaudiranno al risveglio
come chiocce
invidiose di cotanta
creativa,
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Avevamo zittito
bocche violente
Cercavamo uscite
diverse, tortuose
Esclamavamo segreti
finti ricordi
Giocavamo quatti:
"... ho paura!"
Inseguivamo ombre
leggere, nervose
Mormoravamo... misteriose
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Se ti penso
lo faccio sempre con affetto
perché ti presenti ricordo gradito
di giornate fatate
di mare spopolato e puro
di feste e ritrovi
di vendemmia e mele dorate
Se ti immagino
mi appari sempre
con il tuo primo giorno
oggi che ti
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Gridare
di voce e di membra
per espugnare
non più solo il giusto
ma
l'opportuno
l'iniquo
il disonesto
senza pudori e remore.
La strategia è vincente
dilaga, straripa
da tollerata a sopportata
paga!
Opporsi è
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Non so se sei scheggia o brandello
ma già così, se mutila, sei unicità
Le tue giovanili grida tagliano
esperte incidono a marchio
Note piacevoli, inquietanti
perverse come vuoi o come sei
Ogni giorno e notte
lasci la tua
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Come l'aurora
Guardo
le rosse turgide guance
la bianca carne coesa
Odoro
la fragranza d'estate
l'essenza screziata di fiore
Gusto
il nettare solare
mio nutrimento sublime
Alba infinita d'oriente
Frutto di pesco
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Un veloce pensiero
ignote spiagge modaiole
agognati lidi nuoresi
protettive rive del tigullio
Un pensiero affettuoso
di nostalgia accennata
in questi giorni appagati
di un'altra estate al ponente
che trascorro pieni
assieme ai miei veri
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Cerca la poesia:
Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Paul Chance.
Sopravvivevo confuso e smarrito
prima di possederti e farti mia
Mi disse di te, un giorno,
l’uomo degli occhiali
mi decantò le tue lodi.
Il caso ci fece incontrare
Ma fu amore a prima vista,
passionale contatto, di umidi sensi
Con te tutto fu
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Avvinti, allacciati
in orgiastica massa
imbrattati e cosparsi di salse fumanti
ebbri di fragranze e spezie
Vi penetro
Mi soddisfo
Avido
Goloso, voglioso e mai pago
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Non solo stelle cadenti
scendono dal cielo
in queste notti d’agosto.
Ma ancora una volta
bombe e morte.
Non specchio di desideri
ma falce di sogni e speranze.
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Il nostro amore non è più pensiero,
il nostro amore è essenza
Sbocciato dai sensi
è maturato certezza.
Pianta vigorosa
Fruttifera e fertile
Specie rara
Fragranza preziosa
Balsamo per la vita
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Ti ho visto morto cadere
lanciato, fantoccio, sorpreso!
Oggi ti hanno strappato
in un giorno qualunque o deciso
senza il tempo di salutare.
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Non annunci mai il tuo venire
come fa la tempesta
Perché tu ci sei sempre, trascorri
imprevisto nel tuo andare
e travolgi e cancelli
anime ed inanimate essenze
Sei eterno e stancante
per i giovani tralci
desiderosi di crescere
Crudele e
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Ieri
il desiderato saluto di un viaggiatore lontano
un’immagine per ricordare
un paesaggio da scoprire
Oggi
l’inaspettato pensiero di un viaggiatore romantico
una fotografia antica
un luogo ritrovato.
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Blu i tuoi occhi orientali
che parlano di pagode e di steppe lontane.
Verdi le tue vesti spesse e setose
che allungate scendono a terra ed affondano in essa.
Carnose le tue braccia ceree
che protese inseguono nuova vita.
Di bronzo la tua
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Vent’anni aveva!
E tu, già antico,
hai visto la mia mamma
in quei giorni di aprile
con me bimbo, su quei sassi
diversi, ma, identici.
E tu, senza tempo,
là sarai sempre
a guardare le mie figlie
madri di altri bimbi,
visi a te familiari.
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43 poesie trovate. In questa pagina dal n° 21 al n° 40.
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