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Maria Giovanna Fronteddu
Le 148 poesie di Maria Giovanna Fronteddu
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| Che gioia il progresso la discoteca
che gioia questa vita vuota e cieca
la moda l'apparenza la tecnologia
la scienza la fretta la democrazia
il traffico il rumore l'indifferenza
l'arrivismo e la convenienza
il lusso i codici la
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| Mentre muori sulla sua bocca
affondi nelle sue labbra
mi contorgo tra la sabbia
affogo nel torbido veleno
e più non sono, nel delirio
le tue mani sul suo seno
arrancando senza respiro
tra le onde ed il frastuono
nel baratro
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Lei
Fiamma
metà impossibile
meta introvabile
Lei
Eclissi
ineluttabile glaciazione
Di lacerazione la pelle grida
in questi occhi il paesaggio muta
lievi impronte sul manto innevato
nel mio giardino spogliato presto
Lei
fiore da
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| Liberami... delle tue catene soffocami
Liberami... nel tuo sguardo imprigionami
Liberami... con le tue mani uccidimi
Suona per noi una musica inquietante
regna il silenzio nelle mie stanze
tu che non esisti
tu che mi distruggi
tu che dilani a
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| Scivola su tempo distratto il sogno
lama a doppio taglio,
scivola tra le mani il destino
ineluttabile e meschino,
infinite gocce di luce
sperse nel mare che tace
è un eco lontana la mia voce
imprigionata sul fondale
si dibatte
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| Vedo l'inviolabile immensa notte implorare,
mi muoverò lentamente in un arido silenzio
come un gatto protetto dalla sua torpidezza
cullerò un'infinità di strani rumori e di fumo
eppur a stento la notte ritroverà la pace.
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| Non accendere la luce
il viaggio iniziatico
può solamente continuare.
Non lasciare parole
la notte senza stelle
deve incontrastata regnare.
Non muovere il sedere
non darti più da fare
non seguire nessuno
non stare ferma ad
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| Raschiamo carne con l'unghie
dai nostri corpi senz'anime
vaganti negli antri speziati
della bastarda solitudine,
soffiando sul divampare
come vento sul vortice
della nostra inquietudine.
La voglia di leccare ancora
il piacere da parole
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| E quando torno frammenti di cielo
si spargono contendendosi un velo
la felicità come un dimenticato cero
consumato tra parole troppo umide
silenzi diventati solo aridi, sterili...
solo per te
che dimentichi
occhi spenti
solo per te
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| Sento soffermarsi il vento su sponde svestite dall'alto
e sei ancora nel mio giorno, come una gabbiano bianco
ti aggiri sul mio tormento e seguendoti con lo sguardo
spilli su spilli negli occhi del pianto, si affaccia il rimosso,
nel palato di fango
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| Quando la gabbia stringe attorno alle ossa
ore scivolano nei capelli stanche e claudicanti
e mi trovo circondata da mille viscidi serpenti
come rampicanti salgono veloci sui miei segni,
piovono dal cielo falci a mozzare inutili slanci
disarmonie ed
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| Il primo giro è fatto di gabbie
di maschere confinanti imposte
da madre in madre inflitte
prestabilite stanze anguste
in cui creare finestre e sbarre.
Il secondo giro è di mediazione
perseveranza tenacia intuizione,
la rinuncia e il
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| Siamo precari da sempre
andiamo su quattro zampe
atipici per non lasciare la faccia
nella caduta che ci aspetta
perché il nostro presente
diventa sempre più importante
e il futuro indeterminato non resiste,
colando sulla tela
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| Frammento di Catologna caduto in Sardegna
brilla rosso fiammante di corallo il suo centro
lapillo sempre acceso non conosce freddo,
un'isola nell'isola che affonda le radici
sui fondali d'aragosta e i filari di viti,
splendida d'inverno
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| Gaia e sfrontata
nella festa infinita
parla tutte le lingue
in una giostra di vita,
saltella dal mare
come un giocoliere
trotterellando la sera
di gioventù da bere,
la storia si respira
nelll'onore di marina
ma l'arte sta in strada
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| Un gigante freddo e scostante
forse perché ne ha viste troppe,
i piedi ben piantiati sulla terra
lo sguardo verso l'orizzonte
ha muscoli d'acciaio prorompenti
lucidi ed ordinati ornamenti
e tra i denti il cuore spezzato
di mattone caduto e
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| E' una donna suadente
mostra aitante le cosce
distesa sulle acque scure,
non si pente di niente
t'accoglie tra le gambe
come un giovane amante,
la voce è un mormorio
onnipresente e assordante
che dai caffè richiama
il romanticismo
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| Chinata sulle curve del respiro
ho tracimato
nella quiete ora il soave sottofondo
estasiata ascolto
I nostri corpi stretti
pronti a un nuovo assalto
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| Sul guscio l'insano tormento
vacilla squassando l'interno
di quest'uovo mezzo pieno
senza più alcove da ripiego,
che ne sarà dello sguardo?
spento immerso nel buio
vede solo uno spiraglio
nella crepa sopra il giaciglio
che stria
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| I piedi nudi bruciano sull'asfalto
vago in balia della giostra dei venti
sognando il tuo sorriso i lineamenti
dipinti all'orizzonte come miraggi
nell'afa che non concede sbadigli
l'aria densa annebbia gli occhi,
cerco te cerco me senza soste
e
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| Le mie fate erano tutte unite
luccicavano come tante briciole
di cristallo ardente e soffice
creando magie sempre uniche,
formavano ellissi concentriche
che raccontavano dolci favole
si riunivano sulle mie tavole
nelle feste o sulle spiaggie
belle
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| Olio e seta sotto le unghie
faremo brandelli e gocce
dentro una scia di sospiro
che morda sordo la pelle,
diventiamo le nostre voglie
senza veli e senza soste
di perversione soavemente
giochiamo tutte le carte
del mazzo da regine di
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Ti ho tradita in un giorno di sabbia
il vento la portò veloce alla bocca
trascinandomi tra le calde braccia
di un'effimera passione notturna,
ti ho tradita nascosta nell'ombra
ammaliata da mendace promessa
colmavo la sete dalla sua
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| Vive in un luogo
senza inferno né paradiso
muore in luogo
senza tempo ed ignoto,
brucia nel rogo
di questo giorno
a scandagliare fondali
dove regna silenzio,
cercando lo spazio
in maschere sociali
che non concedono sbaglio,
nuota in
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| Ci allontaniamo ancora
chiusi in noi stessi
puntando il dito
alziamo muri immensi
nascondendoci
in maschere imponenti
per ripararci dai colpi
per schivare rischi
non essere compromessi,
tutti diavoli, tutti santi,
senza sfumature o
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| Sarei morta nel tuo sguardo
mentre mi spogliavi sorridendo
tu fredda e dura come acciaio
di fiamme solo dentro il letto,
ma che ne sai del mio sogno
sbattendo i piedi sul soffitto
per avere un nuovo oggetto
non t'importa mai del costo,
ti
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| Mi sedevo spesso al parco
aspettavo il tuo passaggio
sensuale sullo stivale col tacco
o con le gambe aperte nel parcheggio,
ti mostravi senza alcun rimorso
cavalcavi fiera sullo sguardo
sbattendo in faccia il seno
del tuo veleno a cui attingevo,
e
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| L'animale che porto dentro
con cui spesso mi condanno
fu il tuo regalo di compleanno
quando ancora non c'era cenno
di maturità sul mio corpo,
mani sporche ed inganno
non lasciano segno all'esterno,
ed ogni volta il mio
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| Potremmo decantare come il vino buono
lasciarci prendere fiato da questo conato
magari rinascere dopo questo triste autunno
che sa di lacrime e cammina vestito di giallo,
o perderci improvvisamente dentro l'abbandono
fingendo come tanti che non sia
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| Sei parassita del sentire e della vita
in stucchevole arrogante osservanza
di questa ignobile diffusa apparenza,
senza lasciare pieghe sulla vestaglia
stupri senza pensare ogni tua voglia,
non hai ritegno né alcuna sostanza
ti cibi del tuo
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148 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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