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Edoardo Iosimi
Le 297 poesie di Edoardo Iosimi
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sublime
quanto una suora nella notte
che partorisce una bimba
dagli occhi neri
vero tra il sangue
ora lei tocca
nell'estasi il battito
di un cuore nuovo
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cominceremo
descrivendo la fine
che dà vita
a un inizio
avere un valore
è gioia di un attimo
un tocco leggero
di una farfalla che vola
muoviamo in avanti
lo sguardo furtivo
traiamo dal mare
l'essenza che sale
e del tuo
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il mondo vive
mi parla di te
ti respiro
nel vento fresco della sera
conservo i tuoi profumi
nel cammino tra le dita
rivivono i tuoi sogni
si toccano coi miei
tra i neon
di bar apocalittici
le sagome disegno
mi tocca il tuo pensiero
per
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invisibile tra gente ipnotizzata
un bambino scrive
vedendo il divenire irrompere
e l'occhio vitreo di un cane alcolizzato
lontano si apre il cielo
il manto delle stelle conservava
tra i roghi immacolati
e nelle memorie sotto al letto
scolpita
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incerto movimento delle mani
questo provoca ferite
piaceri caldi e inaspettati
suggestivi traguardi immeritati
ricco di sangue
pulsa come mai il tuo cuore
in un tachicardico orgasmo
hai visto congelarsi l'universo
i brividi e le urla
hanno
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vuoto tra una nota e l'altra
esiste il vuoto
invisibile presenza
che permette di fluire
sono musica le immagini
frequenze della vista
sovrapposte alle impressioni
che andiamo distinguendo
improvvisi mutamenti
di tonalità nel ritmo
si
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tra la folla scorre
oltre le rovine un fiume
vivo di inchiostro nero
attraverso me risuona
nei silenzi ritrovati
di una pace senza tempo
un bambino griderà
dai megafoni dell'anima
prenderanno forma i suoni
toccheremo con la
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LEI CHE NELLA NOTTE
INSIEME A ME PRODUCE LUCE
LEI CHE IN UNO SGUARDO
MI DIMOSTRA CHE RESPIRO
PASSEGGIANDO TRA I ROTTAMI
DI UNA ROMA DEGRADATA
DA I SUOI PASSI
VIDI NASCERE LE VIOLE
IN UN MONDO POLVEROSO
CHE Và PER SCOMPARIRE
LEI
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radicale sospenzione del respiro
quasi in volo
si intravede il primo verbo
nelle urla di un bambino
mentre il Sole sanguina
tra le spine di una corona
e la Luna recrimina potere.
dal mondo creato
si stacca il pensiero,
dalla sete di sogno
che
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dicono malignità con i segni
i sordomuti fuori dalle poste
nel silenzio si cela l'intenzione
e se per natura distruggiamo
facciamolo con gioia,
sparare ad occhi chiusi
non serve a fare centro
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riusciremo ad accarezzarci gli occhi con la lingua
usando parole visibili nell'aria
o i silenzi caldi dei brividi gentili.
sopra spartiti improvvisati dell'anima
le nostre idee si muovono nella danza
fluttuando distratte dal volo
nell'attesa di
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con l'intreccio delle nostre scelte
sino ad ora siamo giunti
aggredendo il dubbio
e limando con le lacrime la noia.
dimenticheremo per guarire
cicatrici antiche
di un futuro ancora da scoprire
che nel limbo dei ricordi custodiamo.
una chiave
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mi separo da te,
vivo,
vedo l'infinita sofferenza di un attimo di gelo
in questa primavera
dove il nostro fiore stà appassendo.
ho sognato di volare l'altra notte,
tu nel sogno mi dicevi che il volo mai possibile sarà
poi del vuoto
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quando la Luna grida,
quando il Sole esplode in un pianto.
quando lo specchio della Luna rimane buio
ed i raggi del Sole
si perdono nel vuoto.
quando il loro amore,
che dà vita alla natura e sposta le maree,
viene nascosto dalle
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sospeso,
protetto in un liquido amniotico,
ride il ricordo sottopelle
del primo verbo.
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noi che creiamo il mondo
con il verbo voglio,
noi che tutti gli altri
li vediamo come noi,
che le parole disponiamo
per svelare il nostro trucco.
noi che di passaggio riviviamo
il sogno che formiamo,
noi che il nostro vero scopo
è di esser
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Addio Alda Autori Vari
Poesie per Alda Merini
Pagine: 92 - Anno: 2010
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Invia un messaggio privato a Edoardo Iosimi.
è l'alba notturna,
la voce di un astro
la nostra unione.
vertigine aerea,
terrena scoperta,
passione.
incontro di vita,
ricami celesti,
creazione.
contatto degli occhi,
ricerca continua,
emozione.
un brivido dolce
che dalle
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il mondo è quello che proietta la Mente,
uno sguardo furtivo,
un impatto imminente
di immagini odori gusti suoni,
torrenti di Idee,
suggestioni.
ombre colori
passioni,
momenti ricordi
illusioni.
un passaggio di Sogno
prima di
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evviva er core de l'anima mia
che s'arsa 'ncelo e ride
de tutte le vorte che m'enciampo
ner viale de li sogni.
evviva ch'anche oggi
nun me vojo lamentà der tempo...
nun ce penso,
vado avanti,
tanto ariva quer momento.
avviva la
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non è lo sguardo
a portare Verità,
è la necessità di chi,
cieco del mondo,
Vede immaginando.
è un urlo sottovoce la Coscienza,
un bambino sgraziato che tira sassi nel Mare.
è un sorriso prima che il corpo
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stordito dal gusto
delle visioni continue,
non perdo l'equilibrio
e nuoto nel mare sfruttando le correnti
e il vento degli eventi.
incubi sottili trasformo in origami di parole
che farfalle di un giorno si posano
sul mio foglio in volo.
cosciente
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le urla del mondo
attraverso la finestra squarciano l'oblio
che si nasconde negli angoli buii
del mio esistere.
rintracciando il perché di tante grida
nella disperazione creatrice
che fà nascere canti d'usignolo tra i lamenti,
che
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ci avviciniamo alla Bellezza
leggiadri noi in volo,
costellati di emozioni
e di armoniose note.
rivedendo i volti
incontrati in una vita,
laddove si riflette il nostro
sui bordi del sentiero.
noi aquile rapaci,
noi fiori sottobosco
che amiamo le
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che piacere godere,
per l'Edipo new age,
di un sesso protetto
in un orgia sublime
dove il Padre e la Madre
egli ama felice.
che piacere scoprire
nel godivo toccare
il lascivo orizzonte
dove Freud annegare.
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agoniata libertà
dietro un muro in superfice
nuota livido il passante
di una vita ch'è trascorsa.
cosa dopo non si sa
ch'era prima non è più
rincorriamo le libellule
che si ferman sui semafori.
e nel mare ci
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la credenza si chiude,
il sapere si allarga.
limpidi scorci di verità
nei nostri abbandoni,
tra le pagine che scorrono
per tornar bianche,
nei discorsi infiniti
senza un fine.
afferrando per un attimo una nuvola
prima che piova.
toccando
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libertà,
l'ho trovata:
non è possedere ma lasciare andare,
e varrà una vita ogni giornata
smettendo di cercare,
di aspettare.
nei cieli le nostre aspirazioni,
al cielo le richieste,
di nuvolosi cieli le illusioni,
tra i
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fuggiamo,
immobili fuggiamo,
nell'ora di conscerci preghiamo,
ignari di noi stessi
brancoliamo.
speriamo,
la sete ci alimenta
di lacrime preziose
con cui poi recriminiamo.
amiamo,
se questo si può dire di un bisogno,
di questa
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disgusto, che sano sentimento
fa rima nell'anima con discernimento,
fa mirare in fondo alla melma la bellezza
che ai più passa inosservata coperti di stoltezza.
rivestiti gli occhi hanno di apparenza
nei gesti si rivela la loro
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nel vuoto danziamo
su note inventate,
quel vuoto riempiamo
di luci sognate.
su pelle toccati
di vuoto eravamo,
vivi estasiati
nel vuoto nasciamo.
in una musica muta
che ovunque risuona,
che tutto tramuta
e nel cuore tuona.
da coreografiche
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297 poesie trovate. In questa pagina dal n° 181 al n° 210.
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