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RisaDiTali
Le 129 poesie di RisaDiTali
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| Fiele e speranza
Stridono dentro,
Come un dito su un vetro appannato.
Lo specchiarsi vanesio del sole
Denota al giorno l'assenza,
anche di un misero segno,
di te,
relegato a un distratto passato.
Denotativo e illusorio,
quel segno
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Ferma sullo stesso asse
Rigira su di sé
Studiandosi in un moto illusorio,
Come una ruota ferma nel fango.
Disperatamente stallo,
infangatamente stallo,
inutilmente l'acceleratore
schizza, sporca e non trasforma
l'immobilità.
Il
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Soffro tutto
come giusto ripago
Della non- indifferenza.
E' un gioco sul rasoio dei miei limiti
Nuda sotto il peso dei ricordi
(Mai accaduti)
Maschere da mezze verità.
Ci vorrebbe un oltre,
e la fiducia per andarci.
Fosse solo un
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| Tra credere ed essere.
Tra dire e fare.
Tra aspirare e aspettare
Tra realtà e sperare.
Tra il fummo e il siamo.
Tra il fumo e l'arrosto ...
tra il bianco e il nero,
i cavalli.
L'auriga stanca
sta bruciando le redini.
Ridatemi le ali.
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La notte corro dietro alle parole,
Niente mi rincorre.
La notte a contemplare un oggi
(quasi ieri)
Verrà domani il tempo
di una rivoluzione.
Per strada un cane bestemmia d'abbandono
Mentre un altro nato libero canta
Della beatitudine
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| Io non sono il foglio bianco:
sono l'inchiostro sopra le mani,
sono il rossetto sopra il tuo collo,
sono il murales sul treno che hai perso.
Io non sono una tela:
e tu non sei un pennello.
Di te sopra di me
Non è rimasto segno.
Io non
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Se fosse stato vero
Tra i percorsi immaginari
ci sarebbero ricorsi
e non ricordi.
Se fosse stato bello
Tra i castelli reali
Si sarebbero rincorsi
E non persi.
Se fosse stato alto
Tra i grattacieli lasciati da altri
Ci sarebbe ancora un
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Ti aspetto ma non torni
Ed Intanto scaldo i forni
Riempissi con il pane
I vuoti dell'attesa.
Oggi è domani e aspetto
Ciò che ieri ancor non c'era
Della candela rimane la cera
Intanto l'atteso ancora non c'è.
Ti aspetto
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Come se io fossi una parola
Posso significare tutto
E significare niente.
Come se io fossi una metafora
Così elementare
Da essere inspiegabile
Così inspiegabile
Da sembrare complicata.
Così lontana
Dalla
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L'appesa.
Dondola il tempo
Equilibrato, ma lento
Nemmeno poi forte.
Le mani legate,
ma l'anima, liberata,
vince la realtà materiale.
L'appesa ha vinto perdendo.
Impiccata a testa in giù
Ha visto un'essenza leggibile
Solo
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| Settembre
Sei il punto ad un'estate troppo calda
Principio di un inverno troppo solo
Che il cuore mio vorrebbe sorpassare.
Settembre
Gli spazi immensi in cui vaga la mente
Si chiudono nelle gabbie dei doveri
E iniziano a contar giorni sui
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| Sospesa la stella,
scivolata e non caduta.
Sospesa l'idea
Non tradotta in rima.
Sospesa la poesia
Ingabbiata nel mio "ciao"
(Non sapevo dire altro).
Sospeso è l'equilibrista
Sul filo immaginario
che non è attaccato a
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| E' come se c'avessi una catena
Che se io dormo almeno me lo sogno
Il prato e il cielo
Ed io libero in vita
E' come se c'avessi una catena
Che se m'arrabbio e salto
Mi stringe intorno al collo
Finché non cado zitto
O cado
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| Ma tornerà la Notte.
Affamata,
Strappandoti i sorrisi della tua giornata.
Sai, tornerà la Notte.
Lunga,
Mentre preghi che il sonno sopraggiunga.
Tornerà la Notte.
Furiosa,
Riporterà il silenzio di cui tanto è
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| E' solo quando mi lascio sfinire dal giorno
Che io ti amo notte,
solo quando non ti sento nemmeno arrivare,
solo quando sono così distrutta
e nemmeno tu puoi farmi male.
Ma quando anche ti amo,
e cedo al sonno sfinita
hai un'altra arma
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Non riesco a scrivere per te.
I più bei versi li ho fatti,
di mano educata,
Per altri.
Eppure i più begli aliti di vita
Li ho respirati con te.
Puttana della penna, io,
per tutti, scrivo.
Per te, respiro,
inspiro profondamente
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Non c'è una rondine!
Non è Primavera!
Dunque s'inganna l'olfatto
traditore, inebrato degli olezzi
di fiori sconosciuti, mai fioriti.
Trema d'emozione la pelle
ma non sente la mano
gelida di questo Febbraio!
Per il motore del
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Non c'è fata senza castello
Non c'è mago senza cappello
Non c'è strada senza discesa
Non c'è donna senza pretesa.
C'è una prigione dentro il castello
Dove il tempo non sembra mai bello
E ci sono scale sempre in
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Nuda.
Non come un verme,
ma come fiore di campo.
Pulita.
Sporca di semplicità,
pulita d'innocenza.
Sono stata
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Nell'immobilità del movimento
si cela
la fugacità del momento.
L'interruzione è un'illusione.
Mentre
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| Vorrei tagliarmi a metà
Perché possa a un bivio
Dividermi con certezza:
Fiera della strada giusta
Godermi il tumulto di quella sbagliata.
Vivere nell'una,
Morire nell'altra.
Ma che vigliaccheria.
Sono una donna intera
Che compie
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| Le unghie,
Rosse di benvenuto,
epilogo di mani che raccontano,
Cingono calici festosi
E ballano tra i cin cin.
Le labbra,
Porte degli inferni, guardiane le parole
Schiudono il buon augurio
Timbrando il cartellino dei calici,
Domani nuovamente
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Atteso.
Come forse neanche mia madre
Quando ero poco più di un feto.
Scongiurato.
Come neanche il peggior tiranno
O il miglior torturatore.
Pregato
Più di ogni altro dio.
Eppure nessuno sa
Che sono io,
chi sono io.
Sempre.
Di
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Scendevo quelle scale
Con un ritmo allegro.
Quanto comunicavano
i saltelli dei miei piedi
impazienti e testardi
verso l'aula 102.
Piccola l'aula,
gremita di entusiasmi,
di ammirazioni senza voce,
di silenzio simbolico
che raccoglievi
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| Forse è solo il freddo
Che mi pizzica il naso.
Magari è solo la pioggia
Che mi gela i piedi.
Sarà perché c'è vento,
che mi lacrimano gli occhi.
Le domande restano inutili
Respiri nelle orecchie
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| precipitando,
non sento le voci
che diventano echi
lontani e pesanti.
non vedo i sorrisi,
non prendo le mani,
quelle che picchiano
che perdonano
che uccidono
quelle che tendono
io non le vedo,
non posso stringerle.
Precipitando
Non sento i
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| sangue
sulla piuma bianca
ed io
aspettavo
il volo della colomba.
tendo la mano
comunque.
lascio che i giochi,
di specchi,
negli occhi,
parlino.
ma senza lacrime.
mi è crollato un attimo
il mondo addosso,
ma adesso mi rialzo.
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| È il vuoto
Che mi riempie.
Oggi.
E' la mia libertà
Che mi confina.
La mia promessa
È la mia menzogna,
A me stessa,
A una delle tante
Che mi abitano.
Presente e futuro
Era tutto ieri.
Tutto è già
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| Riflesso negli occhi
Mi fai innamorata,
Sapere che esisti
Mi rende appagata,
Amarti con le dita
Mi inonda di vita
Sentirti sulla lingua
Non c'è ragione che tenga.
Discendimi lo stomaco
Diffonditi nel sangue,
Raggiungimi il
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| Non illuderti ordunque
che la tua fiabesca beltà
sbiadisca tra le lacrime.
Non temere,
la strada è impervia
eppur la mano che ti scrive
sa
che in qualche angolo di mondo
c'è un impavido cavaliere
che ti cerca.
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129 poesie trovate. In questa pagina dal n° 61 al n° 90.
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