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RisaDiTali
Le 129 poesie di RisaDiTali
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| Capovolgo,
ribalto, modifico e stravolgo.
E poi rivoluziono, e poi sconvolgo.
Mi piace sovvertire e trasformare
e dentro i miei capelli scompigliare
-l'ordine e le idee, la regolatezza muta-
Distorco forme e gli inverto i colori
io altero,
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| Riempire un bicchiere già colmo.
Ostinata, maledetta malattia.
Ripulire un animo già vuoto.
Di paura nacque questa mia mania.
Gridare nell'eco di urla altrui
Rende la mia voce silenzio
E la giustifica.
Guardare i titoli di
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| Abbandonami
È il tuo momento.
Lo so,
fa un po' male anche a me,
ma fallo.
Respira, poi condensati,
Poi sciogliti
Sul ciglio
Mentre schiude il nostro addio.
Con una piroetta
Salutami
Osservati nella pupilla
Mentre voli.
Posati come
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| Ovunque mi cerchi,
Si ergono mura giganti
Che il mio sguardo non puo'
Valicare,
Che il mio grugno
violentemente
Scova.
Ridicolo muoversi
Cinta da mura,
Che mi proteggono,
Che mi imprigionano.
Meccanici,
disperati moti
Di una bestia in
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| Vano è l'incessante studio del moto delle tue bizzarre molecole
Non ti conosco ora
Né mai
Né
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| Si aprono le porte del limbo degli erranti
Entrate nell'inferno di chi non ha scusanti
Il fuoco delle anime vissute senza
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| Soffro.
Le mie armi
acerbi frutti
di selvaggio prato.
Crollo.
I miei sospiri
ostinate tracce
di astratte
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Riconosco,
come un cieco
la mia anima,
ne tocco le forme.
Accarezzo gli strappi
E le ferite infette
Mai curate
E so,
dove cercare le sue cicatrici.
Riconosco i solchi
Dei suoi piedi
Testardi
Sulle stesse strade
Infuocate,
e la
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Piove.
In ritardo l’autunno
depura la violenza
di un’estate tossica.
L’anima invano
esulta ai progetti
di un corpo ripulito.
Nessuna metamorfosi
tra il vuoto che mi offrivi
e il vuoto che hai lasciato.
-Maledetta abitudine
al tuo vacuo
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Amputata.
Eppure all'occhio torna
il conto del corpo.
La mano tocca,
il naso ispira,
e sotto di me
il piede, cammina.
Ingoia il vuoto
il mio stomaco tiranno
che mi affoga la notte
e mi stona il mondo.
Amputata.
Poco vale
la
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Sanguina,
il piede equilibrista
-incosciente o sciagurato-
ancora danza sul rasoio.
Pallida e conveniente
Le felicità che mi vendesti.
Meschino mercante di normalità.
Ho il cuore caricato a salve
E l’anima di kerosene
La mia
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Due dolori,
il mio e il suo.
Due solitudini,
la mia e la sua.
Due persone così distanti
In un letto che sembra vuoto
Sotto i movimenti pesanti
Di un’unione algebrica soltanto.
E’ solo questo,
ma quando lo spingo alla porta
e lo
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Poesia è
Specchiarmi.
Il Bianco,
arbitro di me stessa,
mi ammonisce.
Invito a espellermi,
o a esprimermi
vomitando malesseri,
neri,
sul foglio.
Non sono io,
fotografia,
felice e immutabile.
I miei contorni
Sono
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Inazione.
Caderci insistentemente.
Non è salvezza,
ancorarsi al cadere
come se fosse
azione.
Come se fosse.
Non
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Dettagli.
Dispersi frammenti.
Risposte alle domande che mi fai
Che mi faresti
Che mi facesti.
Ti dico tutto
In dispersi frammenti.
Impallidisco,
Se impari a giocare.
Tremo,
Se unisci tutti i pezzi.
Piango.
Cosa ti dirò io
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Mi ammalavo,
e guarivo da te.
Ogni giorno.
Ed era un vanto,
il mio corpo forte.
Salutare,
il suo combattere
perché tu fossi un raffreddore
e non una malattia.
Non sarei morta di te!
-triste certezza.
Ma adesso uccidimi!
-quanta
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Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a RisaDiTali.
Indosso vanitosa collane,
-di parole-
I soli cimeli di cui oso adornarmi.
Con le parole io faccio,
non dico,
e ci misuro il mondo
più delle fantasie.
Poeta io,
m'è vano il tentativo a intendere
la forza di un
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Mostrami,
ricette improvvisate
di musiche nuove
che masticheremo insieme sorridendo.
Annichilisci i giochi di specchi
Che ancora l'abitudine
Mi induce a usare
Come vile rifugio.
Trattienimi adesso,
su queste sponde nudiste dell'anima
che
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Muoio
Di chete acque
E soli timidi.
La bonaccia
Mi uccide lentamente.
La tempesta,
è la vita di cui muoio,
la morte di cui vivo.
L'aspetto sempre,
fiduciosa,
anche in questa ammaliante felicità.
L'aspetto sempre,
come
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Tuoni e lampi,
i capelli appiccicati al viso.
E il mascara che cola.
Non di lacrime,
purtroppo.
Perché per una volta,
vorrei godermi il temporale che sono.
Sparisco,
per lavarmi via.
Sparisco per lavarmi il mondo,
le notizie che non
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Come se non fosse accaduto.
-ho detto-
Farò, come se non.
Perché non è successo.
Perché hai soffiato come il vento,
spalancando le porte
per restarne fuori,
ancora.
Farò come se non.
Che non so se è
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Volevo dirti "Amore",
volevo dirtelo tanto.
Vorrei tu fossi amore,
per non sentirmi il cervello,
per cannibalizzarmi il cuore adesso,
per avere una scusa,
un pretesto,
per castrarmi le emozioni,
senza dovermi
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Rimane,
nemmeno un rimorso
da legare allo stomaco
da soffocare,
da contorcersi le notti
e vomitarci i giorni,
da sporcarci le lenzuola
con le mie putride
e calde lacrime.
Non rimane
Un desiderio sospeso,
un treno non preso,
una parola non
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Fotografie,
sempre belle,
da mostrare.
E poi non sai a chi stavi sorridendo,
o per cosa sorridere,
domani.
Ingannevole niente
gingilli e cimeli rubati,
senza sapere a chi
e per farne cosa.
Superficie,
per ricoprire le
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Ma,
come regalare un collare
a un randagio.
Ma,
come far firmare un'assicurazione
a un poeta.
Forse,
non incapaci,
ma svogliati.
Le nostre idee
Ci hanno già portato
Un po' più lontano.
Di dove?
-stai chiedendo.
Io
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No che non era Amore,
ma nemmeno era un Calesse:
se adesso non c'è odore
che sappia di interesse.
Se il sole si spegnesse
Direi "non è un Calesse",
ma illuminato è il fiore
e ti dico "non è
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M'hai presa così:
quasi di forza.
Troppo fedele io
Al mio altrove,
immaginato ovunque,
e non da te.
M'hai presa così:
senza violenza.
Hai bloccato il mio treno
nella tua stazione
offrendomi l'assurdità di un inizio
in
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Ho visto il bello
Dove non era,
forse.
Ho aspettato il bello
Quando non arrivava,
fiduciosa.
Ti ho visto.
Ti ho aspettato.
Ti ho respirato,
senza autocontrollo.
Fossero anche scoppiati
I miei polmoni,
riempiendosi di te.
Ho cercato il
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Distruzione in versi,
e poi ricominciare.
Palesare pinne,
Intanto all'annegare.
Negare il verbo
Di mille profezie
Raccogliendo i plausi
Dei maghi di utopie.
Ma quanto sono sola,
con questo cuore al piede,
che oggi più che allora
nel
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Avrei,
sorriso sopra un treno,
anche se non era il nostro;
riso nascondendo l'amarezza
per quel tuo non conoscermi;
riconosciuto il tuo furtivo pensare
a ciò che avremmo potuto
e non siamo,
a ciò che avremmo potuto
e non abbiamo
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129 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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