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Ilguardianodelfaro
Le 338 poesie di Ilguardianodelfaro
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Albero d'amore inesauribile
che liberi a cascate
fonti prigioniere del fato
circondate da perle marine
nel fondo insabbiate.
Fiamme libere di salvataggio
costellano semi d'ancoraggio
recidono germi accusatori
coprendo distanze ignote.
E'
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In un luogo lontano insediato
dall'uomo così scordato
rocce a forma adduce
sotto il cielo testimone.
Leoni, uccelli e cavallette
son troni di minori
che'l passo umano vibra
dalle corde musica e storia antica.
Colossi stupratori
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Sottile impronta vivibile
dissipata dal concerto umano
nulla è più macabro del pianto.
Se dai respiri vuoi carpire
plasma, cuore e il definire
dell'immagine tua vuoi gioire.
Immondi locali di mondi perduti
scalano pensieri e distorti
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Come nebbia celata scivola
nel vuoto diffuso trasparente
e il tempo frena ambiti pensieri,
seducente quiete prigioniera.
Sentinella degli Dei
fucina di saggezza ormeggi
nelle grotte impoverite di male
paludi intorno a paludi
per l'ampia
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Il viaggio dell'eroe è segnato
sui diari delle paludi
nella sabbia umida di dolore
nei tempi che non contano.
In questa valle tenuta dal bisogno
di una speranza distorta dal male,
coloriamo l'istante se si può
nell'odio cerchiamo
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Sospesa in aria rarefatta
libellula senz'ali dorate
un arcobaleno nel cuore
sorregge il tuo viso piangente.
Nel vento viaggi planando
nel vuoto dipinto astratto
e tuoni in alto per rinascere
nel respiro della natura tua morta.
Gravi sul soffio
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Eppure sei lì stanca
dietro veli grigi riposi,
candida sulla chioma
gelida nell'ombra.
I tuoi occhi color oro
presenze e ignoto osservano
pel delirio distratto
di un attimo confuso.
Sei l'alveare notturno
dedichi letargo e calma
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Prendo l'ascensore... sono in volo,
lenta la salita turba l'aria tutt'intorno,
sono in volo, luce e buio si alternano.
Vado in salita libera
l'orizzonte il mio planare osserva
e si dedica a quest'attimo ultimo.
Cinge il giorno sulle scale
il
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Mi recai verso quella panca
da me sempre rispettata
dove l'intimità propizia
lenta e sublime m'assaliva.
Docili foglie d'autunno
impressioni e fati descrivevano
come in un destino remoto
sfidato dal tempo riappariva.
Tutto era silente,
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S'innalza in maestosa immagine
tra tepori solari e spiriti notturni
di foreste e giungle regna
sui suoi passi astuti degna
la sua focale esposizione.
Padrino nelle valli incolte
guardiano di leggi crudeli
custodisce il segreto fuggente
dai lati
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Affranti pascoli di valle
dagli ospiti ai natii percorrono
verso cibi celati dal degrado mutati.
Leggi infrante pel pezzo di vita
l'idea di macabro quel luogo esprime,
nulla è più riscopre el nuovo la tirannia.
Battito d'ali o
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Sotto quel cielo l'Universo
il mondo nostro mai conosciuto,
della calotta se ne vanta
fulmini e proiezioni si fondono
nell'immenso nascere dell'incredulo fedele.
L'istante si fa genio e travolge
l'illusione svanita si arricchisce
e lo scempio
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Vieni a me spazio indefinito
colore di agnizione pudico
che dell'attimo attendi il genio,
che del fato il gioco pepreti.
Ogni svincolo il proprio destino
ogni dimora la sua evoluzione,
nulla assecondato sul colle tuo indagato
persino i Re han
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Del mondo ne tingono le nuvole
d'introversa ragione son cinti
sulle pereti violente ammutoliscono,
le incisioni di probabile colpa
condite di potere alterco.
Oggi la speranza di ieri
affligge lo strumento in fin di vita
che il macabro alloggio
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Uno sparviero verso il muro,
quel muro misurato di ghiaccio
che della vita le membra sgretola
sotto le soffitta del possibile.
Prende la mira e attende
il volo si fa seducente
sulle zolle lacrimate
di perspicace razionalità
ma senza
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E furono dotti e riservati pure
nella nebbia invadente del non dire
perseguitati e spauriti appassirono
come un fiore di solitudine impregnato.
Ignari del destino musi d'avanzi vissero
nel peditempo infame di lesione morale.
Giocarono ai soldatini
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Anime in versi Autori Vari
Antologia degli autori del sito Scrivere
Pagine: 132 - € 10,00 Anno: 2012 - ISBN: 9781471686061
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Invia un messaggio privato a Ilguardianodelfaro.
Dov'è finita la voce del dio mare
quella nicchia abissale scrostata dal tempo
dagli antichi eroi assediata.
Sotto l'acqua l'incanto svanisce
e sull'ondeggiante piano tutto è storia,
per le gesta l'ombre il tempo scavano
semmai
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Si scriveva dentro l'anima
senza inchiostro pensava
e della lucente stella
amore eterno prosciugava
dalle folli idee e le falle cosmiche.
Indugiare gravi spese
sulle tracce dell'esordio
Dio non voglia osservare
pretese fangose e mire sparse.
La
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Colore azzurro cielo, questo mare
fondali inaspettati s'estendono
tra il manto inebriato
e colonne antiche sommerse.
C'è di vero solo il silenzio,
l'acque son perse di natura
pel grido infernale
del contagio disperato
d'epidemie a
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Esplode l'invidia sedotta
dopo un lungo perseverare
son fitte le nuvole di pioggia
e tetti oscuri ribaltano l'essenza.
Solo così s'evade la paura del non,
quando l'innocuo chiede giustizia
la strada disarcionata
equivoca l'esatta
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Danzano come elicotteri alati
le musiche che riempiono lo scettro
inconsapevole destino del rumore.
Si affinano le acustiche minori
di sabbie incontrollate
eppure sovente è il richiamo d'addio.
Sulle paludi l'acqua risorge
nulla è
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E mi accorgo di lievi rintocchi
sulle transenne del tempo andato
come riserve di gocciole
sui tormenti che il demone da.
Non appassiscono celebri inganni
dal rovente spasmo bracconiero
che del tatto nulla sa
e nulla splende di
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Sull'isola di terra cruda
sola e afflitta decadente
quando il mare alto
intrappola a singhiozzo
lo sprofondare del suolo
prigioniero d'evento.
Il raggio solare gode
la sua criniera colore cambia
nel sollevar stagioni
d'irruente natura
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Solo in apparente delirio
esistono parole naufragate
nel vuoto esistente
dove non si vuol sentire.
E l'impressione lenta si mostra
finché il destino la lama affondi
sulle voci tese di tersa lucidità.
S'implorano sillabe
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Bianchi, gelidi, solenni
glassati dal cielo impetuoso
introverse solitudini ormeggiano
nei silenzi ibernati tramontano.
Son rocce d'illusione
s'irradiano agli estremi
del mondo incorniciato.
Alte le vette di gloria
al passo dell'uomo la
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Al levarsi del sol lucente
fluenti moti fremono
scivolando sul corpo umido
di cotanta limpidezza,
a bagnomaria l'intera vita.
Finché fondali sparsi d'acque
domineran tempeste e trombe
nessun nemico spettinerà saggezza
dal demone
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Quella luce sopita
sulle guance di petali
esalta candore luminescente
e prigionieri di tempi
fiori e natura al tepore
s'accostano.
Liberi gli occhi dalle nebbie
e simili si rincontrano
della bella stagione vivono,
rinascita di calma e
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E cado nel portentoso abbraccio
delle tue immagini levigate
imbrogliate di ricordi
fendenti e prigionieri,
in un solo tuffo inaspettato.
Sollecito il ritorno
il tuo cuore come un labirinto
del suo potere s'accomoda
e riduce i sensi
aspettando
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Turgido inganno
acqua appassita
nel ventre della discordia
il sapore tuo inietti
negli odi refrattari lamenti.
Nebbie ascoltate cadono
in balia della supremazia rugosa
si volta sul crepuscolo e giace.
Nulla di sogno e fato
sul perdere
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Di colpo il nulla
nel tunnel segreto
altro Universo scopro,
sulle fronde d'alberi nudi
il passaggio alla realtà si cela
così come il mio pensier s'annulla.
M'agito nel vestito nuovo apparente
e del ciel sfuocato scruto
ogni sua
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338 poesie trovate. In questa pagina dal n° 151 al n° 180.
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