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Ilguardianodelfaro
Le 338 poesie di Ilguardianodelfaro
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Dietro questa muraglia
incontri di luce
confusi nell'ombre
indagano alla ricerca
della vita,
di risposte assetate
di grano per il pane.
Il tempo che infrange
parole e bivi di meta,
passi che si rincorrono
sulle rive della ragione
come
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| Mille anni e ancora
mille secoli e ancora,
ere di un tempo indelebile
che scorre
nel pensiero dell'uomo,
infrangibile sul marmo degli dei.
Corpo celeste
e spirito tuonante
in viaggio sequenziale
nello spazio siderale.
Incontro di
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Dannata terra nostra vecchia
che dell'uomo ne fuggi l'odio,
apristi le ali ai padri antichi
che della civiltà, spade e piume
donasti.
Ora lì muta e triste
odi lamenti di bimbi nudi,
dolore e fame nella solitudine.
Dalle spiagge
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Ricorda il tuo passato uomo.
Vite in gioco d’orrore
s’affacciano disperse nell’anima,
crudeltà dell’ignoranza.
Lacrime si ammassano
sconfitte nell’odio di chi non perdona
e il macigno dell’ingiustizia
logora la libertà morente.
Tuoni di
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Da quegli echi lontani
dove amore fu,
in quegli attimi
di felicità perduta,
fa del pensiero tuo
un ricordo
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Tempro l'amore
che di un sogno
il giorno e la notte
veste.
Che l'urlo invocato
il silenzio irrompe
sulle falde dal sangue immortale
dove le strade lunghe del corpo
s'infangano di dolce sete.
E fugge il tempo
del sordo umore
a spezzar
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A pochi passi
dall’alpe ondosa
il muto saggio giace,
l’eco si fa riva
sulle rocce domate
dall’antico suono
e il sole tace.
Sorretto dal ciglio del tempo
il vento rotola
giù dalle valli incomode
di spazi senza rami,
di acque
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Di notte la luna piena
e il prato rinasce,
orgoglio e fierezza tutt’intorno,
nell’ombre opache della notte.
Mente il drago
dalle fauci avide
di potere
di vittoria,
s’adagia il riflesso
all’impatto
dell’epoche distese
di notti senza fine.
La
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E trovo te
di fronte la luna
tutt’intorno ombre d’alberi
e la costa è lontana.
Scendi dal monte eterno,
strascichi di miele
vanti
sul petto roccioso
el profumo ribelle
ricolma l’aroma vitale.
Spiani parole a prato
in un coro di rose
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Tu, figlia del popolo
cerchi il sudore dell’uomo
che schiavo fu di tanta sciagura,
l’ignoranza dell’uomo.
Despoti d’ambigue virtù
ideatori e uccisori tutti
d’innocenti ne lesero l’anima
e schiavitù e morte
dominar l’ombre morte
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Quel solco fugace
del leggero flusso mio fuggente
dai venti siderali
a te porto.
Fecondo ludico amor pudico
che dal ventre di luce
il vitto presagio t’illude,
il tempo senza tempo
nel futuro sarà.
Odi cantar canzoni,
musiche e nenie
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Le chiamano all’appello
trasparenti s’avvicinano
incubate nel labirinto della ragione
indugiano.
Col mantello, inchinate,
solerti richiami
il gesto riprende
e il prato torna verde.
Opache cerimonie
di acqua in fiamme
sui toni
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E calma la sera riposa
sulle braccia della notte confusa
che riapre il cuore
e l’anima crea.
All’appello
occhi spenti
e voli d’ali ricurve
posan la soma
di baluastri sonori,
l’eco- off... sistema.
E brillan riemerse
dagli oceani oscuri
fati,
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Tentacoli di pensieri
come onde maestose
inondano
a muso duro l’inesplicabile.
Il verecondo altruista
dal possente luminoso
che guida
l’immane veliero della vita
s’abbatte
nel si dubbio del male
con sempre immenso ardore.
Il vuoto ignoti
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Fugace emigrazione vitale
nel calpestio d’erbe cercate
del tempo sovente ingrato,
tutt’intorno l’orizzonte propone.
E cerca disperato
quel fiume di speranza
che rivede la terra feconda
di spore d’amore,
rinasce.
Le piogge affiorano
e un pascolo
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Quante volte ho chiuso gli occhi
e tu... lì
dei tuoi passi ne inventavi mille
ch’io accogliessi le tue stesure
fatte di silenzi e amore
nella voglia di esserci,
quanto ardere fu nel cuore invisibile.
Soffiati pianti albeggiavano,
al
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Anime in versi Autori Vari
Antologia degli autori del sito Scrivere
Pagine: 132 - € 10,00 Anno: 2012 - ISBN: 9781471686061
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Lunghe zolle a scacchiera
di lungo, ampie e minute,
servo della terra ritrae
frutti e vitalità.
Sogni verdi sul tuo groppone
luce ed acqua apprezzerai
sii degna fatata ombra
raggi e getti d'apprezzar.
Nel grembo virtuoso
il potere suona
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Siamo passi nel buio,
ostacoli immaginari
di distratta nitidezza.
Concentrazioni di rabbia inibita
che volgono a termine
in fusioni intellettive apparenti.
L’uomo che torce la terra
che sfida i tempi di se stesso,
riavvolge pellicole esperte
nel
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Assali e proponi alleanze
di languidi patti nemmeno un cenno
e giaci a mattone
sulle ossa in tormenta.
Dipinta, la coscienza evade,
sottile lisca imbarazzata
il potente morso assale.
Resti lì abbioccata e crudele
nel vivavoce del prossimo
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Quante estati insieme
e tu
spauracchio d’inverno
porti con te memorie antiche,
e la saggezza del non dire.
Fausto alato pur si piangente
ma di rado
solo quando piove
sulla tua pelle il nudo giorno
scompare nella notte...
e tu sei li.
Il cielo
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Che alba quest’alba
si diffonde nell’aria schiava
calpestando le palpebre con clemenza.
L’odore d’autunno
al suon di castagne,
le gialle foglie cadono
senza volare.
Abominevoli bolle
di tono sferzato dai tuoni ballerini
stipulano il
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Crollano idee e miti tutti
veleggiano i pensieri s’allineano
e deste fulgide le vie,
ritrovo natie colline.
Passo dopo passo
vestito funesto insorgo
dall’alture del cuore urlo
ferite mendicate nel cammino.
E’ buio
il sole ritira i battenti
e
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Mi ritrovo in un sentiero buio,
luci soffuse negligenti s’appisolano
e lieve il torturato affronto elude
lineamenti di borghi alati.
Come nel sogno poche parole
suoni più chiari sviando lo sguardo
e lì m’attende l’oltre esempio
della
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Struggente àncora abissale
il tuo peso sui ricordi eleggi
che si nuova investitura
l’anima l’imbrunire risveglia.
Il tempo a galoppo lesto,
prevaricar dunque dell’aria
cordate sinuose esplodono,
nel mentre implorato e candito
il mio cuor
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S’inchina sul volto
l’occhio stanco
di chi il tempo fuggente
rughe e passione sospende.
Chiare le sere
di lontane speranze
quel porto ha visto
dagli scafi della malinconia.
Risale l’onda la vecchia guardia
e s’inebria di lotte per la vita
di un
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E cammino...
ripiegando bagagli di pazienza
uno sull’altro
aspettando una porta che si apre,
ahimé verso un tempo inesatto.
Dura l’alba trasmette
immagini sbiadite di cieli remoti
E cammino...
trafiggo spade al petto,
doloranti segni
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Che splendore...
Sotto di me la terra amata,
in cielo artifizi alieni
destano arcobaleni di musica.
Lontano, sogni d’archeologia universale
sfidan le truppe di pietre morte
e la pace si degna di cotanta bellezza.
Navi volanti miglia dopo miglia
a
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Nuvolekit su tela ammaliata
dal pudore dai toni sparsi
infinite sublimi speranze
d’un incontro immortale.
Son fermi
di tante parole curan pensiero
pitture amorose
sovente narrano,
apoteosi in scena.
Inondano cascate sommerse
dal pallido
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E’ chiaro come l’alba
quel tramonto che parla di se
stanco e inorridito
confuso il suo ciglio appare
nel vento stremato
dal giorno moribondo.
Presto la vecchia mano
e si confonde col rosso
di chi dall’ombre ritorna
con orgoglio.
Hanno parlato
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Ascolta il cigolio dei lamenti
dell’anima inaridita
avvolto dal tonante,
pur servo e mentitore,
silenzio assordante.
Odi l’eco remoto
mentre il cielo si sgretola
sui tuoi viali abbandonati
sui pensieri in groppa al vento
di liturgica
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338 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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