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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
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Gli ultimi 5 iscritti: Paolo Luxor - Concita Russo - Filicheto - Gianluca Battini - PostScriptum
♦ Rocco Pulitanò | |
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Gianpiero De Tomi
Le 830 poesie di Gianpiero De Tomi
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Ma il mattino
non sa del cuore.
La notte indifferente
non riconosce le labbra
del lontano amore.
Non sente quella sete
negli occhi del dolore.
Siamo figli inespressivi
nei corpi avulsi di bendate infinità
senza ardore.
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La ragione delle macchie
stempera infine
il mio cielo terso
come un severo monito.
Che ne trovino pure
luoghi per emergere
e cogliere le estese vesti
nude di anni frangiati
non mi fermerò al carminio
sparso da un folle pennello
ma
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Se scrivessi per la lode
sarebbe semplice vestirmi
di metriche possenti
riesumando parole dall'oblio
rendendo ogni verso stilato
scolpito aforisma in cielo.
Invece scrivo per quell'anima
dimenticata ogni mattina
trascurata nelle frattaglie
di
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Libero nella mia semina
con dolcezza ho posto
sotto la terra fertile
sterminate fragilità.
Daranno frutto dolce
donando nuove musiche
alle notti gravide
Urleranno nel vento
tutto il mio amore
per quella vita
io lacustre insenatura
fra
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Sei ancora qui.
Non ti ho mai chiamato
neppure, tanto considerato
eppure sei ancora qui
con le vesti strappate
gli occhi di mare che scivolano
sulle guance smaltate.
Ipocrisia. Dagli un nome.
Perché con la porta aperta
la valigia fatta,
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L'importante è non fermarsi.
Un ingranaggio che ingrana
con altri ingranaggi oliati
e le voci non sono vere voci
è l'eco, che arriva da dietro
è sempre un passo dietro di me.
Darei un battito del cuore
per sapere di chi
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Del nulla
sento l'odore
riconosco i contorni
vagando fra neri fiori
il sentore del giorno
si fa pesante e stretto
frusciante passo
che spezza il silenzio
ed inquieto cerca
nei sentieri nascosti
il mio respiro.
Forse c'è un
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Adorami sul pendio
scivolando dolcemente
perché sono pensiero
di luce senza eguali
che sfugge la forma.
E d'impeto ti assale
quando brillano gli occhi
ed in cuore pulsa il delirio.
Ma vivi rapido
il mio lampo nel buio
e fuggi come
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Vorrei quel candore
della luna piena
freddo e puro
staccato dal male
ignaro del bene
lo indosserei
come abito a festa
nelle notti scolpite
danzando sfrenato
sulle colline bagnate.
I gelsomini notturni
fiorirebbero leggeri
portando
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Ritrovar fra le braccia il dolore mio
nel dubbio che forse sia stata vana
una vita passata a fermare la verità.
Nel silenzio della notte, cucendo ferite
fra coscienza leggera e mani rapide
resta soltanto un tuo sorriso fresco
a fare da
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Ho trovato la tua carne
sulla soglia della mia fame
aveva l'odore del mare d'agosto
il dorso d'olio e lingua di sale
la tua pelle d'alga avvolta
umida la tua voglia bollente
il graffio d'antica malizia
che strappava ingenui legami
il
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Te ne vai, senza un vero perchè
ti allontani con distanze incolmabili
che ci separano nelle voci
che vorremmo non aver sprecato.
Dentro la valigia, poche cose
quello che resta è paglia secca
ed alcune tue lacrime, occasioni
le tue
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Possiedo?
Le mie parole
che ieri erano le tue
oggi, sono le mie
cresciute sulla lingua
germogli ansiosi.
Sincero?
Forse soltanto
per chi mi ascolta
o il mio tenue annuire
filo sul collo e sui polsi
burattino del tempo.
Felice?
Non importa
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Fissando lo specchio
ho svelato un'immagine
sconosciuta ed inquieta
e fra segni del tempo
che ormai riconosco
ho scoperto altri occhi
labbra piegate che celano denti
voce dal vuoto incolmabile
gesti d'oblio dissonante.
A quest'immagine
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Sulle ali del vento
occhi neri
canto di corvi
celati agli sguardi.
D'amore il silenzio
si nutre il ventre
tutti quei capelli
morbide dolcezze
bagnate di lacrime
sulle mie gambe.
L'odore è fuggito
per altro odore
nelle
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E cerco il tuo piacere
ansimante il tuo respiro
ed il tuo volto
é foresta in fiamme
fiume impetuoso
d'ardore e passione
che scorre sulle mie labbra.
Un urlo
il tuo orgasmo
l'universo si ferma
le stelle che godono
come candele
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Foto di gruppo con poesia Autori Vari
Un ritratto degli autori del sito attraverso le loro poesie
Pagine: 200 - € 14,00 Anno: 2009 - ISBN: 978-88-6096-494-6
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a Gianpiero De Tomi.
Io e la mia vecchia auto
sputiamo fumo e melma
perdiamo scaglie di ruggine.
Lei è simile a me
siamo invecchiati insieme
abbiamo le stesse paure
disfacimento immediato
tutto troppo lontano
troppo profondo
troppo veloce.
Beviamo ogni
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E se poi domani fosse diverso
quel tuo sorriso che ora
illumina la mia vita
dall'inerte mano distesa?
Allora a che varrebbe dar luce
alla stanza, nelle discrete albe
o aria, al nostro comune respiro?
Forse troveremmo pietoso
lasciare che il
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Lingua che scioglie inquieta
sulla pelle, cera bollente che fa male
vorrei sapere da dove viene
e dove va quando non trafigge.
Ondeggiante nell'aria
e perché esiste? Questo è un mistero
verrebbe da alzare lo sguardo
fissando
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A dire il vero, ci sei sempre stata
anche quando eri soltanto un'idea
quando giacevi, con me bambino
ansimante ed immaginaria nei giochi
quando facevamo l'amore per scherzo
poi sul serio e poi piangendo, e dopo
quando su di noi calava quel
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Senza respiro
essere goccia di piacere
che cola inquieta e languida
fra le tue cosce socchiuse
arrese a profonde mani
che assediano
la calda oscurità
della carne.
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Nessuna ragione
che deponga a favore.
Contrattiamo, per una vita.
Perché insistere ancora?
Siamo alla fine del pasto
figli di noi stessi, orfani del nulla
eterni componibili stereotipati
dispersi nelle aree di vendita
affamati di altri
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Delle troppe voci
ne resta una
fra le tante
quella che temo
per le spine ricurve
ed il fiore solitario.
Ho visto
quel che dovevo
resta soltanto
l'ultimo sussurro
per dar credito
al ricordo
che ondeggia opaco.
Quel che sento
disgrega
non
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Risolvi così
bagnata di sesso
le mani tese
ancora desiderano
ma non me.
I tuoi occhi
mi trapassano
andando oltre
fra risvolti
estranei
in ripide gole
fra i denti avulsi
del leviatano
ancora affamato.
Che tu cercavi
nel tuo
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Vi pregherei di fare silenzio!
Pare che vi sia di consuetudine.
non attenervi a questo semplice
ma inevitabile, educato dettame.
Se allora, vi fosse di fastidio
il mio seppur pacato richiamo
cianciate pure indifferenti.
E se fra di voi, prediletti
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Perché le gocce di rugiada
sono così fredde questa mattina?
Ho affilato l'incertezza del mio giorno
sempre più bravo a chiudere gli occhi
basta non vedere e sentire quel che serve.
Ancora bagnato, la pelle che si
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Ho ancora qualche lacrima.
La tengo per i momenti migliori
quando non potrò più mentire.
Allora, la lascerò scendere
sulla guancia, assaggiando il sale
della sconfitta.
Attorno a me, tutto tace
a parte rantoli sordi
pochi
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Racconta di te, fratello
della tua paura del buio
di un richiamo disperato
del sudore della fronte
nella notte soltanto nera
nella casa silenziosa.
Racconta di te, abbandonato
sulle cosce nude del vento
narra della fonte
incrostata di fango
di
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La mattina leggo versi
pagine aperte
non voglio sapere
di chi sia l'inchiostro.
Fosse ormai terra nera
pazzo o saggio
leggo e basta
mentre il caffè passa
va oltre ed esce
invade il fornello
anche lui cerca altre forme
per non morire.
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Mia nonna...
mia nonna aveva l'odore
della campagna coltivata
della frutta matura
quello dell'orto dietro casa
del sugo fresco di ragù
dopo ore di amoroso mestolo.
Aveva occhi oltre le cose
di chi aveva visto molto
forse troppo.
Aveva
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830 poesie trovate. In questa pagina dal n° 421 al n° 450.
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