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Gianpiero De Tomi
Le 830 poesie di Gianpiero De Tomi
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| Un giorno di maggio
quando i fiori saranno coraggiosi
e l'insetto curioso, volerà senza meta
nel prato immenso e soffocato
nel verde senza fiato
i denti affilati mi uccideranno.
Diventerò un breve attimo
un respiro
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| L'amore ci è stato negato.
La fame, di erratica verità della lama
urla, come un prigioniero nella torre
lasciando il suo messaggio nel vento.
Nessuno ascolterà, la nostra verità
io non la racconterò nelle stanche
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| Le polveri raccolte nella penombra
s'addensano sulla voce stantia.
Amiamo là, dove ci si perde
le valli ombrose, le montagne, i fiumi
l'erba che cresce ed invecchia
le fosse piene d'acqua grigia
dove annegano i pensieri.
Il fiume,
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| Perché disperarsi?
A volte, occorre ingannare i sensi
per poter camminare oltre la paura.
In mattine di nebbia insistente
emergono splendide giornate di sole.
L'attesa, il fazzoletto profumato
nascosto nella doppio petto
è un
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| Sguardo perduto
sul mattino appena nato.
Le gocce di brina
riflettono il silenzio
e la terra gelata
sostiene arrogante
il peso del mio passo.
Come amo quell'ora!
Penzolanti pigne
assaporano la strenua resistenza
aggrappate al ramo
lungo il
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| Piccole briciole per quella fame
sole, da questa lontana finestra
gocce di sangue per non morire.
Le mani ossute sono tese e fredde
non vedo le ombre che si addensano
non respiro, l'angoscia dell'attesa.
Il giorno, si spezza
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| Successe dopo che il legno
fu cibo, della nera terra di gennaio
dopo le inutili riflessioni
su lastre di marmo immacolato.
I tentacoli delle mille paure
scelsero finalmente, un collo indifeso.
Giungesti come la pioggia inaspettata
crepitando il mio
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| Trascorsi, che ritornano a fissare i chiodi
su tavole di legno, sotto il ferro ossidato
e le crepe dalla forma di vene squarciate
sono fenditure, bocche dilatate di silenzi.
La dolcezza, sulle labbra sgorga fluente
nettare dell'anima, cosparso sulla
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| Il ticchettio delle gelide, gocce disciolte
sussurra fremente colando dal legno
della mia porta, nella fredda mattina
oltre la strada, il campo, l'orizzonte
sfumature che divergono la nebbia.
La brina è uccisa, dal sole
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| La musica scintilla nella mia mente.
Perché il gatto, seppur esistante
ha accettato di dormire nella cesta?
E' la
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| Poi tutto sfuma, nella notte torbida
e l'eco del lamento mi raggiunge
anche nelle profondità del sonno.
Il mio sogno, è quello del sentiero
dalla ghiaia bianchissima e lucente
il lungo percorso, senza fine
in quel mio tempo senza
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| Le mani salvano sempre dalla caduta
sono artefici di forti ponteggi
fra la disfatta della solidità
e la morbida tolleranza dei muscoli.
Ma nelle notti più lunghe e nere
il gigante d'argilla, crolla impotente
il disfacimento,
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| Le ombre mi perseguitano
sanno delle mie paure
conoscono i miei occhi
ma i corvi, allineati sul legno
separano il nulla dalla realtà
raccolgono pazienti i neri granelli.
Le loro grida, amplificano il calore
che cresce dalla mia pelle
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| Avanti ed indietro, strisciando sul pavimento
masse che si spostano e sostano impassibili
montagne di carne dotate di
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| L'amore finisce quando il respiro
diventa imperturbabile
quando il cuore non fugge
quel disciplinato ritmo
quando
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Dove sono le mie speranze?
Le ho perse, per vaghe benevolenze
i sorrisi amici, cibo degli alti cipressi
volti troppo cresciuti, occhi spenti.
L'amore, sogno senza materia
dove sono i miei sogni?
Circostanze, segni sulla sabbia
voci
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Foto di gruppo con poesia Autori Vari
Un ritratto degli autori del sito attraverso le loro poesie
Pagine: 200 - € 14,00 Anno: 2009 - ISBN: 978-88-6096-494-6
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a Gianpiero De Tomi.
| Se lasciate che l'edera
sommerga l'orchidea fiorita
la bellezza del fiore sparirà
divorata dall'indifferente verde.
Nel mio giardino assediato
un'informe massa silenziosa
non teme la mano dell'uomo.
Sotto quel grumo di viticci
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| Biscotti dolci
nella mia bocca amara
briciole sulla tavola.
La notte è lunga
il latte sulle labbra
ha il sapore vellutato
di una delusione
gli occhi di colla
non seguono le sfumature
della schiavitù delle ombre.
Esile
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| Il nitrito ha fissato l'alba
la libertà ha una forma
pozzo profondo negli occhi
potere, nelle potenti cosce
il crine bagnato di rugiada
l'odore dell'erba
il soffio caldo dalle narici
la terra che esplode
in piccole macchie
che
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| Il vento ha un segreto delicato.
Ha fatto un lungo viaggio sul mare
sulle montagne, lungo il corso di fiumi
raccogliendo sguardi, odore di lacrime
il silenzio delle notte, primavere spumeggianti.
Ha raggiunto l'estremo del mondo
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| Ho tagliato
le braccia all'albero
era immenso
irraggiungibile
è caduto
con un tonfo profondo
sull'erba
sorpreso ed immobile
come un cadavere
appoggiato
confuso nella sostanza.
Cadavere.
Nulla di umano
solo forma
carne di
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| Perché cercate i suoi occhi?
Lei più non abita il mio cuore
il suo tempio è oltre il giardino
Orchidee, dal suo sorriso
le sue mani, non celano
più il segreto del nostro amore
ma cullano figli luminosi
donati da
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| Alcuni sentieri non arrivano
sono righe scure nella penombra
appena accennate all'occhio
delineano un confine
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| Le tue mani mi appartengono.
I nostri corpi, terre inesplorate
soffocate dagli sguardi.
Non temere quelle voci
sono anime disperse
echi, che raccontano al vento
strofe di randagie favole.
Il profumo di ogni gemito
dove il fiume, trova
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| Gli Dei sconosciuti
che non abbiamo amato
nel sonno ci parlano
ammonendoci
eterni occhi
ci fissano nel giudizio
ed ombre prendono vita
in astiosi sussurri.
Le albe autunnali
dal sapore irrequieto
crescono in fredde ore
al
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| Il divoratore di corpi
miete il suo raccolto
senza stagioni, consuma
ogni frammento di speranza.
Le terre hanno il suo fetore
gli occhi l'immagine riflessa
le piogge delle notti dipinte
il sapore acre della perdita.
E mentre le nevi
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| Stelle che solcano i cieli
sono luminose lacrime
lapilli di fuochi eterni
attimi di mille emozioni
mai giunte, che divampano
nel buio della notte.
Le nebbie dell'autunno
anticipano il freddo
sono araldi senza volto
d'invisibili e
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| Avete colpito la mia pelle
la vostra mano era densa
della sorte propizia dei tempi.
La mia volontà indistruttibile
vi è sopravvissuta.
Cosa resta sulle mie ossa?
Le cronologie delle riflessioni
l'indugio della pietà
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| Potrei passare, da ogni fenditura sporca
per raccogliere le chiacchere della gente
ogni sillaba sarebbe mia, ne farei collane
da vendere al mercatino ad oriente
prima che le sere, siano riflessi scarlatti
prima che le luci di natale sia accese
ed
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| La notte è un torsolo di mela
consumata, ridotta all'essenza.
Ma sotto quella polpa, c'è un seme
che nasconde l'origine del mondo.
Uccelli che volano nella stanza
un gran fermeto di vivide follie
piccole luci che ricadono lente
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830 poesie trovate. In questa pagina dal n° 331 al n° 360.
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