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Pasquale Vulcano
Le 322 poesie di Pasquale Vulcano
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E fu subito amore un dì di maggio
che mai più scorderò,
con prati immensi e mille e mille fiori,
un cielo terso e azzurro
che in fondo all’orizzonte
baciava il mare immenso,
solcato da migliaia di guizzanti
e allegre rondinelle!
Quel giorno lo
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È scesa repentina già la sera
e ti scrivo da questa solitudine,
che mi colma di vuoto e d’amarezza,
parole che mi sgorgano dall’anima
come soffio d’amore e di respiro;
ogni parola,è lacrima che scende,
un palpito del cuore ed un sospiro!
Sul
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Il viso spento e attorno, il vuoto, il buio
ed un silenzio dentro
da percepire i battiti del cuore,
che il tempo ha rallentato.
Senza più slanci, sogni e desideri,
mi lascio andare al nulla della vita,
in quell’oblìo che colma di paura,
nel mentre
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Cammino per la strada a passo lento,
mi guardo in giro e nulla vedo attorno,
non vedo movimenti tutto il giorno,
sbiadito è di colori e tira vento!
È un giorno nero e un vuoto dentro sento;
fuori il silenzio aleggia e tutt’intorno;
da scura cappa
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Avevo il tempo chiuso nella mano
e il sole che splendeva sul mio viso,
l’amore appeso al cuore e un mondo arcano
intorno mi girava col sorriso,
s’apriva il cielo d’un colore azzurro,
s’ udiva allora un tacito sussurro!
Nelle sue mani il piacere di
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Sono cosciente che sarai presente
nei pensieri e nei sogni miei soltanto,
ma il tuo ricordo sempre ricorrente
frena dagli occhi spenti il lungo pianto.
E mi sovviene la bocca fremente
di cui toccavo l’orlo e per incanto,
sotto il mio dito si
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E srotolando la mia vita ancora,
trovo le tracce e le erte del sentiero
che mi ha condotto a quello che sono ora,
con quattro dita in fronte d’uomo vero,
pur se segnato, e questo m’addolora,
da un grande amore, certo assai sincero,
svanito al vento
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Ora capisco quanto sia difficile
colmare il vuoto che mi sento dentro;
senza di te, la vita mia s’annulla
nell’abbandono e nel silenzio, dove
non s’ode l’eco più del sogno infranto
e vivo di sospiri e di rimpianto,
come in un’ombra e al buio più
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Frammenti di memoria la mia vita
che in mille pezzi, come specchio infranto,
si spegne in breve soffio ormai smarrita,
in quei frantumi, in un dirotto pianto.
Fugge il pensiero al vento dei ricordi;
tutto m’appare nel mistero avvolto;
si perde la
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Se fosse vero che la nostra vita
su questa terra è solo un lacrimare,
mentre al di là ci attende colorita
valle, ritornerebbe a palpitare
il cuore, nel vedere nuovamente,
del viso mai scordato, quell’incanto
e stringerei il suo corpo
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Nell’infinito cosmo, io ti penso,
là dove espandi ancora il tuo respiro,
e nei dorati lidi passi il tempo
avvolta nella luce,
e dove eterno è il canto;
mi domando se nei pensieri tuoi
esisto ancora, e se l’amore immenso
che ci ha tenuti stretti
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Saette e botti folgorano il cielo,
schiume d’auguri colano per terra;
sia l’anno nuovo terso e senza velo,
il cuor d’ognuno la speranza serra.
Risate e grida erompono tra i muri;
la luce brilli pur nei lati oscuri.
Tra canti e balli ognuno l’anno
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Già conto i giorni miei che vanno lenti
e l’ombra del tramonto che s’appresta;
la giovinezza andata e ì dì di festa,
svaniti sono ormai negli occhi spenti.
Volgono gli anni e se ne van lontano,
lasciando dentro un vuoto che rintrona,
sì come un
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Svettano al cielo le maestose fronde,
foglie d’argento mosse ognor dal vento,
che se le sferza sembrano come onde
che vanno verso riva e fan spavento.
Ma quando il sole danza tra i tuoi rami,
stendi le braccia e spargi la tua ombra
quale riparo ai
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E mentre a sera sta sulla panchina,
la sola amica che gli resta e anela,
il vecchio guarda il buio che avvicina,
quell’ ombra che vagante il cuor raggela!
Ma della morte lui non ha paura,
affronta il gelo senza alcun lamento;
la vita che ha
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Fu senza luce l’alba di quel giorno
e venni risucchiato, a mia insaputa,
come in un gorgo, che girava attorno,
tremendo e cupo, in libera caduta.
Abisso oscuro, senza più ritorno,
là sprofondava l’anima perduta.
Nel turbinio dei sensi
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a Pasquale Vulcano.
Indirizzo personale di Pasquale Vulcano: pasqualevulcano.scrivere.info
Ritorno a rivederti o mare mio,
nei giorni delle feste di Natale,
mi fermo a rimirare questo rio,
che nelle acque tue sfocia e poi risale
e increspa l’onda già,che dall’oblio,
riporta i miei sospiri e il temporale
in me, da quando a sé lei volle
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La nostalgia di lei mi rugge in petto,
spezzando il cuore e non mi dà mai pace
ché un vento freddo soffia dentro e tace
ogni respiro che raggela il letto
di quest’alcova un tempo dolce tetto.
È spento il fuoco or senza fiamma e brace;
giunge la
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E Dio si fece carne e venne al mondo
nel viso dolce e bello d’un bambino;
Maria sussulta e stringe il corpicino
cosciente del mistero più profondo!
La luce di cometa irradia a giorno,
nella capanna echeggia il dolce canto
degli angeli celesti a
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Dolce Bambino allarga le tue braccia
e accogli il mondo a Te che è alla deriva;
da quella culla fredda lascia traccia
del tuo passaggio e in tutti i cuori arriva.
Lassù c’è la cometa che ancor brilla
per indicar la meta da seguire;
infondi nella
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Passa veloce il tempo che scalfisce
quei segreti che durano nel cuore,
tracciando sulle pieghe del mio viso
i segni di dolore che il ricordo
richiama, come l’onda che martella
con forza la scogliera e non si placa!
Fuori del tempo ondeggia la
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Un fremito mi prende se ti penso,
a me daccanto, languida e sinuosa
com’eri un tempo sempre generosa.
Di te la voglia, allora, ogni mio senso
pudìco denudava e nel consenso
della tua carne morbida e flessuosa
e della pulsazione voluttuosa,
il
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La fiamma guizza e avvampa nel camino,
mentre il nodoso ceppo si consuma;
c’è un crudo freddo fuori ed è vicino
l’inverno che mi gela con la bruma!
Non sento della fiamma la carezza
che il corpo e ancor più l’anima mi scaldi;
fredda è l’alcova e
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Il vento, un dolce suono delle foglie,
nell’aria e addosso a me, mentre percorro,
nel grigio giorno, triste e senza voglie,
questo sentiero che già tanto aborro,
avvolto dal ricordo sovrumano,
di quando dolcemente mi eri accanto;
cammino lento e
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Dentro di me tu sei dal primo istante
e dentro queste lacrime perenni
che rigano il mio volto, da quell’alba
che spense il giorno alla mia vita intera
e poi fu notte di sconcerto atroce!
Ma nel silenzio e dentro il mio tormento,
dentro i recessi
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È colmo il vento di parole mute,
che cullano l’azzurro del bel tempo;
ma, spesso, quando sibila, nel petto
riapre scure frane, per gettarvi
scheletri di silenzio senza labbra,
sì come lame che straziano l’anima!
Muta è l’alcova, un tempo di
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E quando cala l’ombra della sera,
osservo questo mare immenso, spazio
vuoto dei suoi silenzi, e la bufera
indugia nel mio cuore in uno strazio
atroce e lungo, mentre il desiderio
di lei, ritorna sempre nei pensieri
allor che cerco invano il
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Tutto di te mi parla ovunque giro
lo sguardo addolorato, quasi spento,
ove si perde l’eco del respiro,
nel declinare della vita lento!
S’affollano i ricordi, nel sospiro
vuoto della mia anima che a stento,
di soffocare tenta, ogni raggiro
del
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Ed il respiro freddo, mi tramuta
in marmo! Scende dolcemente il sogno,
a confortare e a rinverdire il tempo
che m’ha lasciato allora in lungo pianto
e incendia l’aria bruciando chimere,
dove ella appare bella come dea.
Col cuore stretto ad una
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Speravi che cambiasse col tuo amore,
ma tutti i giorni sempre quel dolore;
dentro ai suoi occhi scorgi
quella scintilla, che ti fa tremare
tutta, perché tu sai cosa ti attende:
non baci né sorrisi e né carezze,
ma solo schiaffi, pugni, calci e
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322 poesie trovate. In questa pagina dal n° 181 al n° 210.
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