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Rosario Salvatore Di Modica
Le 158 poesie di Rosario Salvatore Di Modica
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Fin troppe volte ho alzato gli occhi al cielo
in cerca di risposte alle domande,
di quelle verità a cui anelo;
smarrita nell’immensamente grande,
collassa, la coscienza, poi si espande;
e all’improvviso temo di capire:
noi siamo come fiori di
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Albeggia, poi è notte, e poi mattino;
si staglia in mente il tuo pensiero appena
le palpebre mi si aprono; ma qua,
in questo anfratto buio dentro al cuore,
la luce del tuo viso langue, smuore;
confondo dunque i sogni e la realtà;
nei sogni é
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Poggia la mano qui su questo nudo petto:
tremo per quel che hai detto, pel fiore che appassì;
e quel gambo ritorto di rose rosse e bianche
dalle corolle stanche, dall’incarnato smorto
piange quei baci persi qui in stanze di ricordi
che piene già
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Che mi eviti, mi ignori, non negare.
Ti voglio e voglio farti una proposta,
per quello che c’è stato, me lo devi:
facciamo finta che ci amiamo ancora.
Vorrei fuggirti; eppure la mia prora
dirige verso te; pensieri grevi,
ché averti perso è
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Ti tengo accoccolata fra le braccia
e sembra un incredibile portento,
cullàti dal silenzio e dalle luci
dei fari di passanti indifferenti,
a suggere e gustare quei momenti
di lucida follia a cui conduci;
immobile, a tenerti; ed è un tormento,
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Comincia male questo nuovo anno,
lontana mille miglia dai miei occhi,
nascosta nelle pieghe dei ricordi,
ammutolita voce che si perde
in un paesaggio tetro e mai più verde
un tempo rallegrato dagli accordi,
da sogni ad occhi aperti, da tuoi
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Con mia sorpresa, morto, vedo Dio!
Eternità, spalancami le porte
del paradiso: entro pure io!
O avresti destinato un’altra sorte?
Se mi condanni ai fuochi dell’inferno,
commetti un’ingiustizia madornale;
perché dovrei bruciare, ed in eterno,
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Mi mette un po’ tristezza, sai, Natale.
Molta tristezza. Ognuno
caparbiamente affaccendato a correre,
a destra, a manca. Topi,
vaghiamo senza meta, senza scopi,
contenti di percorrere
il nostro labirinto; e ciascheduno
per dimostrare chi è, e
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Canto di quella donna, la pulzella
vergine, santa e indomita guerriera;
senza pietà i nemici suoi flagella,
vince una guerra persa; bella e fiera,
terminerà i suoi giorni in una cella
che lascerà per ardere qual cera;
o forse no; ché in ciò che si
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Genesi
Il mondo l’ho creato un po’ per gioco,
sai quanto mi annoiavo a stare solo!
L’eternità è vasta, e mica poco;
vediamo, ora m’impegno, è il mio ruolo:
in fondo sono Dio e, poffarbacco,
è mia la pena e il dono: onnipotenza
(vuol dire che
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Su, lasciati toccare, mia dolcezza,
permetti che ti sfiori sulla bocca
di un bacio lieve come una carezza;
all’orizzonte il sole già si abbiocca
e cede il passo ad una luna fioca;
un campanile, lungi, che rintocca
col suono molle di campana
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Già, parlami di pace, io me la rido.
La pace, ah! Quale beffa, che finzione!
Per il nemico alcuna compassione,
al mio orecchio è musica il suo grido.
Soltanto alle mie forze io mi affido,
e fanno impallidire anche il ciclone!
Io sono il
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La tua carezza brucia sulla pelle,
la pelle di quest’uomo traditore;
quel vile tradimento senza onore
dovuto non all’animo ribelle,
ché quando è necessario e pure impelle
sfuggire l’onestà, virtù, e candore
nessuno dirlo mai potrà un errore.
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Cammino lesto nella notte fredda e buia,
lontano, nello sfondo, luci splendono.
Ricordo ancora quando quelle calde fiamme,
lo spirto zoppo e stanco, reso gelido
dai tuoi rifiuti, tinti d’ogni vana attesa,
il morto spento cuore già
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Ovunque volga gli occhi, vedo nastri
di mille e più colori luccicanti
che vagano nell’aria, fluttuanti,
nascondono alla vista luna ed astri.
Il vento li sbatacchia in ogni dove,
nessun di loro oppone resistenza;
ne restano in balìa; quale
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La vita ormai aggrappata a una speranza
tenue come una bolla di sapone,
tra sofferenze immani; e una lezione,
ma l’ultima però, in quella stanza
mi desti con la muta sofferenza,
tu, che per me sei stato amico e faro,
Maestro, esempio e
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a Rosario Salvatore Di Modica.
Indirizzo personale di Rosario Salvatore Di Modica: rosariosalvatoredimodica.scrivere.info
endecasillabi sciolti e settenari
E finalmente arriva quel momento
che da una vita sogno ad occhi aperti.
Un drink al bar, poi una sigaretta,
quelle risate che fanno vedere
le stelle quando fuori, invece, è il sole.
Non conta più niente altro,
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Poi quando finalmente ci vediamo,
non dico che ti amo non certo perché
amore, io non ricordi; ci abbracciamo,
fra baci e carezze si prende il caffè,
fra le risate, complici gli sguardi;
e già si fa tardi, risplende la luna,
da sempre
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Tesoro, non è fame, è un languorino...
una voglia, qualcosa, non so dire...
è come un buco giusto nel pancino,
che proprio non so come, è da riempire...
che mi irrita e poi divento astiosa,
e non mi vuoi così, ma dolce e calma...
lo sai,
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Sogno una vita senza alcun problema,
una di quelle in cui tutto va liscio,
una esistenza senza alcun rumore,
ed acque sempre calme, a veleggiare
sospinto da gentili brezze in mare
lontano da ogni scandalo ed errore:
e se ferita avrò, che sia di
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La sabbia arroventata sotto i piedi
ci costringeva a correre saltando
in quella estate, mano nella mano;
il vento come un soffio di armonia:
ricordi che, sfumando, vanno via
nell’inverno che avanza a tutto spiano.
Piantammo un fiore lì, quasi
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Il fiume scorre placido nel letto
per tutto l’anno, senza interruzione;
che meraviglia e quale perfezione!
Mi fermo delle volte al suo cospetto
ed anche lungamente, delle ore,
e guardo l’acqua, corre come il tempo,
e mi ricorda quasi la mia
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il cielo era sereno,
accadde lì, così, quasi per caso;
ci vuole proprio naso
a scernere il divino dal terreno.
Hai voglia a darti un freno
se la passione tracima dal vaso,
e fugge Amore, evaso
dal carcere di gelo, freddo e osceno.
Mi
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Tra uno sbadiglio e la rassegnazione
mi lascio trascinare, alla deriva,
nel mare di emozioni ormai appassite
di un’esistenza da dimenticare;
e languido mi culla, questo mare,
fra le onde di carezze già svanite
ancora prima di toccare riva,
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Scandisce il tempo il lento gocciolare
del rubinetto, che mi tiene sveglio;
però mi innervosisce, e pure tanto;
sembra un martello o quasi cannonate.
Le membra stanche ed anestetizzate,
sebbene a pochi metri qui daccanto,
non faccio per
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Ci sono molte persone nel mondo, ma tuttavia ci sono più volti, perché ognuno ne ha diversi.
(Rainer Maria Rilke)
Buttate, perse in fondo ad un cassetto
le maschere indossate in una vita,
usate in modo nobile od abietto;
sfiorandomi la faccia
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Scarlatte e rutilanti come il sangue
le labbra che lambisco con la lingua,
dal desiderio il corpo geme e langue;
e più ti sfioro e più l’ardore impingua.
E di un abbacinante bianco perla
i denti ed il tuo pallido incarnato;
gli occhi socchiusi,
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Nel nome di quel Dio che ci ha creato
e che ci sazia di benevolenza,
in questa terra che l’ Onnipotenza
all’uomo giusto e pio ha destinato;
in nome e grazia del divino afflato,
pretendo piena la resipiscenza
o sconterai la giusta penitenza
per
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Accoccolarsi ad ascoltare il mare
senza domande e senza affermazioni,
nutrendosi soltanto di emozioni
che niente al mondo mai potrà comprare,
con un passato chiuso in fredde bare
ed un futuro fatto di intenzioni,
o più futuri e mille
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Infinitesimale
ma sconfinato e tetro paradiso;
che spegne il mio sorriso,
che sulle piaghe urenti getta il sale:
sei vera ed irreale,
ti tocco tutta tranne il collo e il viso;
un filo già reciso
ci lega i corpi ed àncora al normale.
Le
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158 poesie trovate. In questa pagina dal n° 61 al n° 90.
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