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Nicola Gullo
Le 19 poesie di Nicola Gullo
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Scende una danza di cristalli
a coprire monti e valli,
volteggiando armoniosa
come una bianca sposa.
Equo si stende il bianco manto
che della Natura è il materno pianto,
il ricco e il povero veste uguali
perché siano fratelli e non
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Calda intesa di sguardi
fatale convergenza di tatti,
sopra nuvole sgualcite
nude essenze
perdute nel vivo turbinio.
Respiro, sinuose forme
in crescendo sussurri scarlatti
insinuati tra arcati seni.
La tua pelle - il raso bianco svelato
da una
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S’apre rubicondo un altro mattino
dove un fresco zefiro avanza
sulla seta di pensieri labili.
Arbitro muto e solo
il mondo nel vorticoso
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Avrei voluto
risalire il tuo sguardo
cercando i ganci del mio animo
nelle sdrucciole verità delle memorie logore.
Avrei voluto
infrangere le vitree distanze
sciogliendo le parole
che rimbombano nel cuore.
Avrei voluto...
Ma siedo inerme
ai
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Giungerà, cupa sul sentiero
la notte, ad avvolger
di una falce di Luna, il velato riflesso
e di me non resteranno che brandelli.
Ma tra le segrete alchimie, il
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Ti ho guardata, Luna
in questa notte ancora tiepida
in bianco e nero, il tuo riflesso
giaci, lì assorta.
Chissà
se
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Allorché
drammatica opera si conclude,
lontano e forte eco
squarcia la quiete
di pensieri distratti, dimentichi.
In un indifferente viavai
che mimica forza tormenta,
pile di pagine
si sperdono rapide
per colmare istanti inerti
di quotidiani
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E sono ancora lì,
ferme,
silenziose,
sussurri di sentieri smarriti,
un infinito discreto
che ridesta la notte,
che
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Come un eremita
percorro rovi quotidiani.
Tra strascichi di rami spezzati
ricalcolo le rotte
lacerate
nella selva degli anni.
Una curva
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Oscilla
il dubbio
nel nuvolo disperso,
un angolo si dilata
discrepanze
toccano l’Ignoto.
Un desiderio di
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Ora riposa un trenino di latta
tanti sono i viaggi compiuti
senza conoscere binari o stazioni
senza conoscere il peso di un addio
e la promessa di libertà
ad un capolinea senza ritorno.
Ora riposa una bambola di pezza
tante sono le storie
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Indirizzo personale di Nicola Gullo: nicolagullo.scrivere.info
Incarnato in catafilli di dimore:
l’atomo, la ragione, la casa,
il mondo, la galassia,
l’universo.
Rifulge la liberazione
oltre gli orizzonti.
Acque
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Ciascuno con il suo fardello,
buttato
nel caotico vagare:
la vita.
Tace l’orizzonte
Tacciono le Stelle
Orme sepolte
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Coni di luce
tra frinire e gerani
e mura nere
son perse le
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Vano è ogni tentativo mio di fuga
se ai bordi del pensiero, come un tarlo,
la tua evanescenza giace.
Dentro il cerebro sepolcro
la mia anima s’inquieta e graffia
coperchi di coscienza,
come uno scampanìo
lontano e infranto
nel mio dedalo di
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In bilico
sul filo dei pensieri
profondo giace il tormento,
magma incandescente
che scava il mio animo.
Oltre la soglia,
nebuloso
si spande il
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Saio bianco
adagiando
tra le mura del Vespero
or le tenebre vai scacciando.
Sei Preghiera senza tempo
levata
nel soffio unisono
tra le voci solitarie.
Sei Luce senza fine
tra le genti
che nella gioia
che nel pianto
un conforto ha
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Giunta è la notte
in un arco di cielo, la Luna
velata, dentro il manto cobalto
brilla un rosario di stelle,
stanca veglia
di un corteo di luci
che ora si spegne
dietro una curva
davanti un viale
una panchina
vuota
ad attendere il
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Luna gelida
s’una lastra d’asfalto
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