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Fabio Cozzolino
Le 20 poesie di Fabio Cozzolino
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Sospeso il pensier
sulla brezza del mar
mira l'immenso
strascinato dall'onde
in riva secca
serpeggia lo sguardo
di rado lunatico
il pulpito muta
il mio spirito mormora
inerme... bistrattato
annerito da parole
tacito suono
d'un amor mai
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Liquidi...
Miscela paradisiaca,
scindeva elementi della nostra chimica...
Ci alterava...
forgiava effusioni mai provate...
Immersi l'uno
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È un conto alla rovescia,
ed ogni giorno il cuore perde un colpo.
Sull'onda di occhi che non vedon oltre l'apparenza...
impacchettano l'inganno in una persona sbagliata.
Un countdown di emozioni che deflagrano nei ricordi, nei sorrisi,
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Scrutar la linea che delimita il color boschivo,
d'incanto proietta il riflesso in me vivo.
Lo scorrer del tappeto grigio stridula a mo' di lamento,
il suo riscaldar gomma sull'asfalto come un tormento.
Il sorger d'una nuvola gela il sangue
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Salina bollente, si veste di freddo,
solca le pelli bagnando il taglio.
E' sonante isterico il dolor muto
ogni suo scorrer l'avvicina all'Eterno.
Nel ventre materno rifugia la testa,
la discesa spezza il cordone dell'anima.
Lì sul
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Carezzi i giorni, silloge di spirito, sino al tramonto
la cui timida luce, col buio, ripudia il confronto.
S'ibernano animi, stagioni ed odori,
le goccie di vita traspargono mangiando colori.
Porgi l'animo al cor a patto col tempo,
suddito al
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Zona d'ombra... addentro tra le fauci dei pensieri,
azzerato da parole ora senza suono... dal fiato corto.
Precaria ragione tra le spudorate mani del peccato,
senz'animo, dall'ipocrita calore e potenziali di temibili azioni,
sorreggono il podere
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Ad ogni singolar cosa,
ogni volto respira in posa.
Il mio esprime in prosa,
ogni battito che il cuor osa.
Ivi l'anima ché di vita erosa,
oggidì cantora opera ariosa.
Malinconica freme lacrimosa,
l'assaggiar le labbra
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Vessato dagli ipocriti astrattismi,
assorbe ed implode fermi tagli.
Estranee, insane e senza memoria,
connotano il suo viver falsandogli il
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Scorre il tempo
mormorante assenti silenzi
colando in oro barlume
il rumoroso
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Tagliente come lama, snobba la biforcuta,
oltraggiando l'altrui animo.
Sventra lo stomaco come piena irreversibile,
smontando le certezze infliggendo il taglio.
Spinosa e straziante, sfonda la dignità,
sputa al cuor veleno del tremor
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Invia un messaggio privato a Fabio Cozzolino.
Ho trovato in vita la fraudolenta istigazione ad amare la follia...
l'evasione dal raggio delle regole che,
grottesche soggiogano il viver senza liberar l'animo,
promuove in primavera prima il dolce e poi l'amaro.
Altresì ad ogni lor
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Solitario e con aria distinta,
su di Herculaneum spirava di grinta...
Frenato dal fiume di lava in viaggio,
il vento di tenero si fece coraggio...
Vesuvius cennò parole al vento,
parole di fuoco per un lamento...
Mancava la sua dama, il
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Immuni alla cattiveria, siam approdati a corte,
in vita come in morte, so di esserti consorte.
E' un veliero che pernotta tra le cullanti onde,
spirato dai freddi venti natii dalle Ande.
Emblema del disequilibrio scatena gli inferi violenti,
ivi
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Il fondo scorre mormorante antico,
fregiando pur l'occhio del cieco castigo.
Collassa la luce del miglior bagliore,
deflaga la massa nel total fragore.
Sboccia dal suol come un tormento,
ogni levar di luna il sol lava l'argento.
Spazio e
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Primordio sereno... d'oblìo si vestì,
ottemperando i passi in ogni dì.
Guanti di nuvole bianche indossò,
di scrupolo e precisione... d'amore operò.
Dorando il fuoco impresse calore,
esplose la massa creando
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Infallibile imprime alla sfera sensibile,
il color profondo dal segno labile.
Attinge dal calamo esili dosi,
tinteggia colando la vita a morsi.
Spazia le parole dilatando nel tempo,
cariche emotive sommatoria di un lampo.
Fugace sui segreti
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Se disumana mattanza divenisse castro impietosir morendo,
ogni ruggito tacerebbe agli occhi dell'avvento.
Permea sintetica d'indolente ribrezzo,
scuoiando lorde masse schiave del tormento.
Al tacer dei canti pausano i venti,
ante violentar le
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D'orizzonte pallido, silente lava l'imbrunire,
quest'alba bianca, d'amore e di spine.
Carteggia i colori delle piane spoglie,
nutrendo il tempo delle nuove foglie.
D'intermezzo batte il furor calore,
vibrando l'aria del lontan
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Oggi in essere codardo tempore,
il miglio misura l'oneroso afrore.
Solerte ricami malsano miraggio,
fugando le rose del brunito maggio.
Trai in limbo pietosi sciacalli,
ingozzati di acido, fumo e tarli.
Pervieni scempi dell'onirica epoca,
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