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♦ Michelangelo La Rocca | |
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Luciano Capaldo
Le 365 poesie di Luciano Capaldo
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Amo l’arte,
in testa due idee opposte,
eppure in entrambe credo.
Sarà estro - mi fa star bene!
D’incoerenza se tutti
ci vestissimo
il mondo sarebbe meno brutto
ed un nemico sconfitto.
Allor ricorro al sogno
di per sé ... incoerente;
è
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- ...anche a me piacerebbe
-la pace-
grido, scrivo eppur spesso
-tutto tace-
cuori uccisi, ogni sogno ormai spezzato
mondo intero da lacrime alluvionato.
S’armano intanto mani
-per vendetta-
sangue chiama sangue,
solo - corpo in rosso
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Mi esercito a scrivere bene!
Mettendo un punto al posto esatto
potrò infilzare più di stiletto
no, non per ferire
ma per emozioni meglio offrire.
D’amore e guerre...
chiudo il rubinetto di versetti
con sempre amore scritti
per non ripetere
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Un istante, oltre il monitor
s’allungano stanchi gli occhi,
cornice nera - orizzonte -
butto oltre il cuore.
Un sole acceca il mio autunno
tetti svettano - incalliti fumatori -
s’aprono finestre,
ospite... luce calda.
Pettirossi cantano
in
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Quanto rosso incrosta,
strade, case ormai
avelli su cui stillano
salate gocce.
Campi e aiuole vuoti
non più un fiore,
troppi... quelli strappati,
recisi, offerti, deposti a
ricoprire quel sangue
schizzato fuori a fiotti.
Corpi dilaniati
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e mi arriva il mare,
schiuma bugiarda
che rinfresca solo ...piedi
lerci di terra immonda.
Tu mare menti,
immenso diventi
di mali umani ormai
empio.
E l’uomo sversa!
Fede in catarsi
di un momento,
bastasse questo
a rendere puri.
Come
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Che noia,
l’età forse o sogno sarà
di fare storia,
addirittura!
Accomuna il vecchio,
per essa, ripetitivo,
quasi alieno,
al giovane, che dal dire
s’astiene.
Per sua colpa
mai, spalle dritte, tronfio,
lontano si perdono
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Fitto di larici e cembri
felci umide di rugiada
muschi al profumo di Natale
bosco, tu t’apri.
Fascio di luce t’attraversa
e penetra la tua natura,
calore dona
a tutte le tue creature.
Così il tuo sguardo
corpo mio pervade
adula cuore
miele
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Catarsi,
col suo valore di lavacro,
pioggia scende
e porta via con sé
foglie secche
e intanto scrosta
l’anima mia.
A dissetare
malinconico cuore
soggiunge
il tintinnare suo;
goccia su goccia
ricordo su ricordo
e soavemente
mi
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Affogo ormai ...
nelle mie speranze!
Vorrei che
del mio cuore fragranza,
sbocciando come
sconosciuto fior
l’anima ti
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Un dolce alito,
garbata foglia
ha spinto dentro
allorché aperto l’uscio.
Quel rifugio
vita non le ridà
anche se al calore
domestico... s’intenerisce.
Armonico colore
dà luce nuova
a grigia dimora
da troppo senza cure .
A volte -
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Denudarsi occorre
d’elementari vincoli
per liberi sentirsi dentro...
quel carcere che a volte è
nostra vita.
Un vuoto d’anima,
esilità di un cuore, ahimè esposto
a indifferenza immonda di umana gente;
le mura che m’assediano.
Stramazzato
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Fiuto umidità
repentino un cielo
alterna luce a velati soli,
piango talvolta
insieme a lui
ottobre, mese umano.
Boschi arrugginiti
anima pellegrina
un cibo piccante
al tavolo dei sapori
ottobre da gustare.
Quale altra
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Perdita!
Lemma - al mutismo
induce e
pelle increspa
mani tremano,
diligente rito.
Orribili pensieri,
che come boa affamato,
in mortale stretta
mi afferra,
la mente non respira più.
Languida in quel letto a me
accanto,
ti osservo dormire,
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Calma, piatta acqua lacustre.
Su quieta riva rimandi
cullate luci scintillanti
di uno stellato cielo.
-Tu, luna-
paffuto viso
che a te richiami
conduci a pace
i miei pensieri,
e scevro dal mondo sono.
Il tuo chiarore
scia bionda porge
e
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Ho perso le ali ormai
a rincorrerti nel vento
del tuo ego.
Sorridi, vaporosa sei e omicida
ignara del male cagionato
o peggio ancora consapevole
che l’altrui pena è per te un dovuto
dalla vita; una tua spettanza quasi!
Sembri sincera ma la tua
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Invia un messaggio privato a Luciano Capaldo.
Come lama
il tuo rifiuto
la mia vita squarcia.
Paradossale come
il bene ed il male
talvolta in addio
si uniscano.
Amore paura arreca
sì, è vero, ma solo
se timore si ha
della sua fine.
Rieduco spirito,
lo rinforzo,
uso ormai
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Se non fossi io
la lacrima che tu piangi
forse riusciresti a udirmi.
Se non fossi io
la ruga che dal viso tuo
scende dritta al cuore,
quella stilla salandolo,
rimarginare vorrebbe,
allora perdono concederesti.
Se non fossi io
a dirti che
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Inebriante, gustosa,
vaporosa sottoveste,
sembra, quella biancheria,
non sfiorare nemmeno
la sua setosa pelle
un riguardo ...quasi
a tanta sfacciata bellezza.
Ogni increspatura, voluta
dal minimo respiro
di quegli incontenibili seni,
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Su quel divano amico
accomodo i miei pensieri
Schermo nero di un TV
riflette immagini.
Psichedelico effetto;
lunghi capelli lisci
accompagnano grida argentine
sorrisi di luna piena
in quel dolce viso.
Intorno avverto il caldo
di fanciullo
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Si perde il suo sguardo,
scorgere cercando
tra dorate spighe
un orizzonte che
non più gli appartiene.
Laggiù, da molto
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Come velato sole
tiepidamente riscalda,
a tratti brucia.
Similmente un guasto cuore
dona ancora... sottotraccia.
Un velo insistente
lo ricopre, lo avvolge.
Battiti sedati
vanno in deliquio,
desisteranno al gelo,
al freddo di una vita,
poca,
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Cercherò disperatamente
in te;
la mia verità!
Saprò descriverti il mare,
tu...
non hai occhi per ammirarlo,
saprò descriverti il mondo,
io...
piangendo te lo farò immaginare.
Cercherai disperatamente
in me;
la tua verità!
Saprai allora
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In quella stanza
un cono buio fa luce
a dei pensieri grezzi,
senza padre alcuno.
Come monatti avanzano
e tintinnano scandendo
un tempo che più malato
non v’è.
Prono su sedia traballante
tutt’uno con un pavimento
strano, grigio,
sagoma di
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Odio!
Oh quale sensuale impulso
per il mio “ prana “!
Vitale, per molti,
quand’ altro non
conquistano.
Accanto ti si
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Alla maniera di
ingegnoso castoro,
coi denti della rabbia,
hai arginato ad arte
il dolore nel tuo cuore;
una diga hai eretto.
Offesa, inganno
vi galleggiano,
costrette,
rumore nero,
assordante macchia,
non vanno a picco.
Così... hai
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Come crochi, indifesi,
curvi al gelo del mattino
lacrimano gocce di rugiada,
il mio cuore, aperto
squarciato dal
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Niente o tutto,
un libro senza titolo,
terra senz’acqua,
identità perse oramai
nei rivoli di una vita
che maledice se stessa
Brutalmente,
s’ impreca e la fede si avvicina
come se la blasfemia fosse
viatico per nostro Signore.
Fame ed
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Scorre
il nostro tempo... scorre
Risucchia
intanto te, il tuo ego
e sale,
sempre più...sale.
Polvere son divenute
le mie ali
bruciate dal vento contro
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L’intermedio del nostro vivere
già...un limbo caldamente colorato
passaggio dalla vita alla morte
segnato dai colori più
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365 poesie trovate. In questa pagina dal n° 331 al n° 360.
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