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Beniamino Strani
Le 121 poesie di Beniamino Strani
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Libero,
sempre da domani.
Libero da ogni costrizione,
dalle intemperie dei pomeriggi vuoti.
Libero da chi non ti accende,
da chi baratta la tua gioia.
Libero non posso
se continuo a pensare a ieri,
a quel maledetto ieri,
quando ho rinunciato a
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La mia voce si nascondeva
dietro echi prepotenti,
affannata a spiegare i gesti
di chi si muove
al ritmo del male.
Le mie idee non hanno
mai nuotato in mari aperti,
annegati da stagni
di re senza corona.
I miei passi non hanno
trovato strade
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Non colsi mai
le margherite
del campo più vicino,
perché pensai
di non avere a chi donarle.
Non guardai mai
al cielo
con la smania di arrivarci,
perché calcolavo le distanze.
E tra chi non sapeva,
io finsi di sapere.
E tra
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Vita a me cara fosti
quando era Natale,
quando sapevi di mare.
Vita a me cara fosti
quando mi insegnasti a rispettare,
a non toccare.
Vita,
che ormai di tempo ne è passato,
caro mi costò il tuo perdono,
quando vinsero i
leggi
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Ricordi,
sei in trappola,
quando fu luce
ed ora stelle nascoste
dai potenti con lampioni a neon.
Ricordi,
sei in trappola,
quando la mia mano
tremava nella tua,
ed ora a tremare
sono le nostre verità.
Ricordi,
e fuori da questa
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Siamo comprati con poco,
diventati fumo con fuochi leggeri,
capiti solo dalle parole,
associati a mari senza sale,
a carne senza osso.
Siamo bugiardi per poco,
diventati temporali da nuvole dolci,
capiti solo alla luce,
associati a tesori senza
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Visse così,
a scoprire parole
per gente muta,
a cantare di gioia
per gente sorda,
a inventare leggi
per chi ha troppo cuore.
Visse così,
l'artista di palchi arrugginiti,
a cucinare
per chi è senza lingua,
ad amare le
leggi
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Astuto,
mi dissero,
che disegnano case
e tu dipingi castelli.
Brillante
il tuo modo di scrivere,
che sembra tu sappia
eppure non sai.
Portento,
mi chiamarono,
che suonano tubi forati
e tu fai poesia con le note.
Prezioso
il tuo modo di
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Ho sbagliato
a capire troppo,
che tanto
non ho capito niente.
Ho sbagliato
a dare troppa voce al buio,
che tanto
avrei potuto solo
chiudere gli occhi.
Ho sbagliato
a non credere in Dio,
e ora cerco disperatamente
dosi di fiducia,
come un
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Dietro debolezze di ferro
e meccanismi di difesa,
riconobbi il tuo volto,
fragile come un petalo d'ottobre,
docile,
spaventato dal rumore della vita.
Dietro rapporti stridenti,
e voci di coscienza soppresse,
riconobbi la tua voce,
dolce come
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Inferni sempre più urbani,
ammassi di pensieri inefficienti,
di gente annichilita,
che vive disturbata,
da contratti scaduti e amori rinsecchiti.
Paradisi macchiati di sangue,
connessioni troppo lente,
tra gente indifferente,
che guida
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Vado piano,
oggi
amore.
Spero di incontrarti,
tra uno sbaglio e l'altro,
tra una rinuncia
e un bicchiere di vino.
Vivo piano,
oggi
amore.
Spero di parlarti,
come si lavora l'argilla,
e farò di te
un vaso pieno di
domeniche al
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Intorno marciapiedi
di gente che non cammina,
televisioni troppo spesso accese.
Intorno città mai viste,
banche pregate
più delle chiese gotiche,
mari che hanno perso la parola.
Intorno treni di fuga,
sguardi rassegnati
all'erba
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Non è qui
che immaginavo di incontrarti.
Non faccio più caso
alle stelle
o a un attacco terroristico.
Non è qui
che speravo di sorridere.
Non mi stimola più
l'idea di sorprendermi.
Chi ha reso questa Terra,
una valle
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Davanti a moti circolari,
come rocce nascoste,
mi sento quando vivo.
E se vivo è perché dimentico,
di quando come spiagge cocenti,
davanti ad inverni incombenti,
pativo la solitudine.
Davanti a castelli maestosi,
come giostre
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Oggi non ho visto niente,
solo foglie che cadono col vento,
e morti ammazzati di ignoranza.
Oggi non ho letto niente,
solo Sacre Scritture
di inchiostri sbiaditi,
e parole in serie.
Oggi non ho ascoltato niente,
solo grida di chi non parla
e
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Cerca la poesia:
Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Beniamino Strani.
Generazione che non genera,
sei tu la mia.
Quante battaglie ti ho chiesto,
e mi hai risposto con un tweet.
Quante opinioni ho cercato,
e ho trovato copia e incolla.
Generazione che non
nasce dal fango,
non cresce nell'oro,
non cerca spazi
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Ci sarà un posto nel mondo,
in mezzo alle valli
inoltrate d'Islanda,
o nei deserti tibetani
che profumano d'incenso.
Ci sarà una strada sporca,
fangosa,
dove si suona liberamente il sesso.
O si balla fino a morire,
fino a
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Ci saranno cieli poco blu,
autorità poco interessate.
Ci sarà il volume della musica rotto,
e un biglietto troppo costoso.
Ci saranno sorrisi da copione
e pianti trattenuti,
fiducia da smontare
e rispetto da pretendere.
Ci saranno
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Qui non c'è spazio
per le mie insicurezze,
per guardare al passato,
per avere incertezze.
Qui la luna non ha significato,
non racconta di un pianto,
di un coraggio mancato.
Qui la poesia non esiste,
perché da qui non si scappa,
si
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Chitarre tristi,
lacrime di gioia
in mari senza onde.
Galere d'odio
e galere d'oro,
profumi sconosciuti
di desideri troppo alti.
E c'è un'altezza per tutto,
siccità dappertutto,
chi vuole acqua
e chi ha perso il
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Non andai mai bene,
e lo capii in una notte
passata ad informarmi di guerre,
mentre fuori c'era chi
la guerra la faceva
con spade e bestemmie.
Non andai mai bene,
neanche quando vinsi
quel premio di consolazione,
che tanto ti consola solo
chi
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Istituti del nulla,
parole di buona sorte
che si annientano
come le stelle
quando subentra il giorno.
Giorno maledetto
che è nato così,
per bruciare gli alberi
che pianto,
per lasciare solo
muri incolmabili.
Giorno maldestro,
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Solo,
anche se
non va di moda.
Solo,
con l'anima che
trova in strada.
Solo,
perché tra tante
combinate compagnie,
migliora i suoi passi.
Solo,
anche se il vento oggi
è troppo forte,
perché a chiudere la finestra
si
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Regalami un'emozione,
come se esistessimo solo io e te.
Inseguiamo quel fiume
come se non ci fosse ritorno,
ti prego amore non pensiamoci.
Sporchiamoci come se
trovassimo sempre dell'acqua,
ubriachiamoci che tanto
non abbiamo fegato,
ti prego
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Campi minati i nostri giorni,
frastuoni di niente le nostre voci,
e se piango non te ne accorgi più.
Maledetta sia questa
insana tranquillità,
questa rabbia otturata.
Fiumi secchi le nostre parole,
distese ghiacciate i nostri
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Hai camminato sola fino a qui,
forse sola lo sei sempre stata.
Non ti sei accorta di ciò
che perdevi mamma?
Vivi di carezze ormai scontate,
che forse domani si vedrà il Sole.
Ma nei tuoi occhi il Sole non c'è mamma,
e tu non
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Ti ho insegnato a disegnare aquiloni,
che ancora non ti interessava il cielo.
Ti ho mostrato le porte dell'Inferno
e sei voluta entrare.
Ti ho raccontato di mostri e castelli fatati,
svelandoti troppo presto il finale.
Ho finto di ascoltarti,
ma
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Non c'è poesia stanotte,
ma una luce sembra
accorgersi di me.
Ed è tenero il ricordo
di un sorriso lontano e fugace,
diverso da oggi,
ma che non basta,
non basta mai,
non serve a dare un senso.
Allora esco dalla tana e
provo ad
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Sono figlio di scelte mai compiute,
di strade che portavano indietro.
E sono cresciuto in deserti di
carezze e conforto,
che la luce degli altri
era sempre più accesa.
Sono figlio di incomprensioni mai sciolte,
di mura mai abbattute,
che ti
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121 poesie trovate. In questa pagina dal n° 31 al n° 60.
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