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Carmelo Di Stefano
Le 23 poesie di Carmelo Di Stefano
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Seduto sotto un impeto di stelle
un'ansia mi soccorre prigioniera,
a piccoli passi mi ferisce
di là dall'imbrunire.
Siamo sabbia,
milioni d'inganni,
rubiamo precipizi
per proseguire indenni.
M'inebria il capogiro dei
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Il buio è infranto,
e qua e là
dai campi
ondeggiano le fronde,
intrecciano nell’aria
tiepida dell’alba
i loro canti.
Un soffio irrompe
nel mattino.
Una carezza
sfiora lievemente
quel respiro
e lo conduce al cuore,
a riempir
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Quel nulla carezzi
e la mano
conosce d’un fremito
i tratti nascosti nel cuore,
e lo sfiori anche quando
svanisce indolente...
E l’accogli
ad empire l’abbraccio,
e fermare l’istante
tra fulgidi seni
vogliosi,
e l’ascolti anche
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Se tu sguardi di ciel serena accendi
agli occhi tuoi smarriti in dolci sogni,
raccolti noi tremanti e più vicini
in un gemello palpito di vita.
È un preludio soave a dolci incanti,
attimi infinita d’immensa tenerezza,
nel cuore tuo
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| Nel buio di una stanza,
nel buio del mio cuore,
mi accendon la speranza
le lettere tue d’amore.
È come la primavera,
come un’oasi nel deserto,
come danza sì leggera
che s’invola in un concerto.
E così tu fai fuggire
i
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Tu apri e tu chiudi...
E illudi perfino i silenzi.
L’attesa ha i suoi tempi.
Sei grande, t’inventi
e non perdi occasione
di correre lungo torrenti
ora folli e impetuosi,
ora aride sponde.
Nasconde la vista
il guardare lontano...
Tu nascondi la
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Come fiumi che sfuggono ai monti
vaghiamo le impronte già spese,
verso i cieli di altri orizzonti.
Ingrati del grembo che schiuse
le soglie alla vita, e di braccia
che diedero amore. E distese
raccolgono ancora la traccia
del piede e
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Ora solo un’ombra
appesa ai muri,
quando la notte
un raggio di luna
ti spoglia da pavide
ali vissute...
Quanto breve è l’alba:
l’inceder del giorno,
e già il sole declina,
e la sera...
Un’ombra,
solo un’ombra
dopo
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Immensa tu sei
nel cuore mio,
e dipingi di luci
il tuo cammino,
come un ruscello
che scorre con danze
e canti d’allegria,
e la valle l’accoglie,
come braccia l’amore,
a rubargli un sorriso.
Immensa tu sei
nel cuore mio,
e scuoti il
leggi
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L’oscuro incede,
e la morente fiamma
tremula scompare
oltre l’orizzonte.
Non curarti, fiore,
se l’aria è spenta,
la notte è amica,
il buio è vita.
Che importa a noi
se il sogno stende
l’ali, e cinge
le sue
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Follie d’estate.
E il vento spettinava la campagna,
l’azzurro sorvolava le distanze
tra sguardi ansiosi
e voluttà di sogni.
Stagioni nuove.
Nuove tentazioni
fremevano festose tra le fronde,
brusii sommessi,
accese discussioni
vibravano
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Cerca la poesia:
Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Carmelo Di Stefano.
Quando mi parli
è il lieve respiro
del vento,
che scorre leggero
nei primi mattini
di Maggio
a schiuder le gemme
d’immensi
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Lasciami sfogliar
le tue ore,
amore mio,
una ad una
come foglie
danzanti al vento
mattutino.
Dipingerò la prima
usando l’oro
del sol nascente.
Mi verserò nell’altre
donando a ognuna
un dolce incanto:
chi dà il
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È autunno qui...
e c’è ancora il nome tuo
appeso ai vetri...
vetri di pioggia,
lacrime d’autunno
che sfocano le cose,
là,
oltre il silenzio.
C’è l’autunno in me
e c’è il tuo nome.
C’è che dietro i
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Brezza leggera scompiglia le campagne,
nubi carezzano colline verdeggianti,
quasi come giocasse a rimpiattino
fa il sole tra le fronde capolino.
Le tue colline svettano imponenti,
volano i sogni oltre gli orizzonti.
Modica sei le ardite
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Berrei di te,
dei tuoi silenzi,
dei giorni che non so più raccontare.
Di te e di me,
e dei tormenti
di pagine che hai scritto e mai vissuto.
Berrei i tuoi sogni,
e le paure,
e poi quel niente che urla dentro di te.
Dammi il cuore,
dammi
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Ti penso perché
solo così,
come ladro impunito,
possa a poco a poco
rubare un po’ di te
e nasconderlo qui,
tra i miei silenzi,
ché tu possa turbarli
del tuo nulla,
tormento del vuoto delirio
che nutre ogni
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Mi perderò
un’altra volta ancora...
Se perdersi
è prendersi per mano
e scalciare allegramente
le arrugginite foglie
in mille rivoli di vento,
e schernirsi
nei lunghi viali d’ombre
dell’autunno,
malinconico tormento...
Se è
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Le tue ragioni le mie prigioni
e le occasioni
come saldi di gaie stagioni
ora sogni bisogni illusioni
ora fulgidi esempi
ora scempi ora pianti a dirotto
ora il porto dei mille ritorni
ora i giorni dei mille rimpianti
ora incanti.
E t’appartieni
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Sospeso
su un'ipotesi di volo,
come usarsi
cavalcando a pelo
l'aria salmastra
di una folata estiva.
Galleggia l'iceberg,
ondeggia e ostenta
i suoi equilibri.
Vedrà
consumar se stesso
nell'oceano controllato
di una
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23 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 20.
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