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Riccardo Piunti
Le 214 poesie di Riccardo Piunti
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Puntiglioso rintocca il campanone
del paese, di un giorno che scorre
affaccendato nell’apparir sornione...
Quale salda mano ne cinge le corde,
le tende, le tira e si fa carico del tempo,
mi lacera quel suono, ce l’ho in grembo...
Scardina la mia
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O Tu Pace, fidente, che tutto lodi,
su quali anfratti le tue membra posi?
Decorosa, la mia anima oppressa, umida
di stille di mari in tempesta, con timida
creanza ti cerca tra i dipinti dei miei sogni.
Tra le ripide dei fiumi scorri e ti celi
o
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Ebbro di toni amici,
compassato, assorto
da tripudi di piazza, porto
di vicoli affollati di voci...
Tu, colombo mio, gonfi il petto
mendicando briciole di affetto!
Le tue piume conoscono le lingue
dei venti e mimano traiettorie
verso i
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Prendi una stella
rendila fiera, bella
e amica dei tuoi sogni:
svaniscono i bisogni!
Il tempo è un numero,
passato, presente e futuro...
Buon
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Coriandoli di laconiche foglie,
di muti pensieri dispersi, alla deriva
nell’inchiostro del mar, al largo, fluttuan le gioie...
di provviste già scadute si riempie la stiva,
l’orecchio teso a coglier l’eco di fanfare
ad incitar, gagliarde, cieche e
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Natura, di prati e fiori
abbondi, tirandoti i cuori
di noi tuoi complici, corrotti
da favole al limitar di un sogno...
di riunir frammenti di specchi rotti
con occhi oltre i pantani nello stagno...
con la brama di toccarne il fondo
e scoprirlo di
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Mi perdo in un intenso
stupore, come di fanciullo
curioso, ingenuo, brillo
nelll’ aprir lontani cassetti
promufosi di incenso.
Quanti cimeli, di bianco e di nero
velati, sortisco a svelarne il mistero!
Che sotto una polvere
di sogni
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Tedio, il brusio di attimi...
rami sconsolati aridi
di foglie cariche d’autunno
coprono le orme dei miei solinghi passi...
Il sole ahimè fiacco, roridi i raggi
a salir per ripidi solstizi di albe chiare
si quieta al capezzale di nembosi
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Pensi di andartene, lontano,
separando i tuoi passi da ieri...
ti segue da tergo, ombra viva,
pensata e nutrita dai raggi
del Sol di Oggi!
A volte ti chiama e ti volti...
un velo di malinconia
tinge pallido i ricordi!
Buon viaggio mia
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Di domani non parlar,
tengo a bada il mio presente!
Non avvizzire, sul domani di domande
questo mio pieno desinar!
E lascia a me l’incanto di gustare
ogni spumosa sfumatura
del presente divenire!
Non travestirti da scevro cantore...
di sogni
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Indaco è il cosmo per occhi sognanti...
lo puntellano di stelle, di diamanti,
o mendicano, diafani,
tributi di un giorno
che già medita al domani.
Le speranze, or fumose,
sbuffano dai tetti delle case!
Cosa rimane del tempo,
della briosa
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Carezzevoli sfere di luce
giocose nel rincorrersi
senza mai riprendersi
tra gli archetti a volta...
del ciel esaltano
tinte di candida e tersa pace.
Dabbasso,
nel trambusto...
di parole incomprese
e tra gli odori di faticose rese,
c’è chi
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Lasciai quella corda
a cui con vile forza,
per troppo tempo,
rimasi aggrappato...
atterrai senza timore
sul manto erboso,
potendo correre!
Ma qual atterraggio?
Fu un semplice balzo...
così piccolo non ero,
come il frinir del grillo
voleva
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Un alito di vento,
non più schiavo
di un pingue lamento,
soffonde lascivo...
di garbate tinte
le tante
venule sparse
in foglie ormai arse!
Che fu,
del volatile sforzo
di accennar sorrisi,
ove bastò il tintinnio
di un pianto...
per
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Chiome di tresche
si agitano,
grottesche,
in un giardino incantato!
Se accorato
sembri il loro ardire,
inscienti,
graffiano il bello,
tra le pieghe
di un mantello!
Onta e potere
a vigilar
con occhi di ghiaccio,
l’esser,
dapprima
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Oh Luna!
Volteggiando vai...
e sicura,
al ritmo sincero
di palpiti crepuscolari!
Leggero e soave
è il tuo canto,
del cosmo inebri
il manto...
e la natura
qui dabbasso
la sento,
sussurrare in coro,
modulando frequenze
per unirsi a Te!
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Indirizzo personale di Riccardo Piunti: riccardopiunti.scrivere.info
Chino il capo
a mirar il corpo
trascinar un peso...
Teso!
A bastire rime,
fra il vapore ahimè
che impigrisce
e non redime...
Da un baluginio
di specchi,
intravedo occhi
che mi fissano stanchi
e una finestra...
Al di là di essa
una
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Vestito di bianco lino,
al limitar della prima luce
del mattino,
coi sogni cristallini
coperti di rugiada,
mi affaccio sulla strada
ed un turbinio di soldatini
vedo marciar compatto
al ritmo artefatto
di chiassosi tamburi;
ammiccano sicuri
e
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Ribolle nel meriggio
il sol
al grazioso arpeggio
di un usignuol.
Sulle pendici
da lontano
nivei ruscelli
gorgogliano
di verde tingendo
gli ultimi pigri
e pallidi acervi
del tempo che fu.
Oh Primavera,
suadente messaggera,
dai rinnovata
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Viandanti smaniosi
in una ridda di ombre
schermiscono i raggi ansiosi
di suonare le trombe del meriggio.
Quando il calore
riluce fra le pietre
deflagra un clangore
a tediar la quiete
tra cuori solitari.
Amari e sordi
i ricordi di corse
senza
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Ove burrasca
il presente foggia
e nel ciel il sol annaspa
tra nebule tinte di pioggia,
il bel tempo che fu
assorbe i pensieri
e un lembo di blu
trasuda di ieri.
Così chiudo gli occhi
e ti sento vicino
mio audace bambino;
mi giungon
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Ridesto,
mi adorno di piume
e mi innalzo
al di sopra di un turpiloquio
di bocche mai sazie.
Forte,
mi infilo tra i pertugi del cuore
e mi cimento
in una danza al ritmo
del suo sincopato pulsare.
Vibrano le corde
tra le creste ondose del
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Che fu,
senza i lumi tuoi,
il peregrinar ozioso
del tuo amato sposo;
su tante prue
lasciavo il mio cuore
ad asciugare,
dai patimenti condannato
di un amore mai ricambiato.
Tra i volti dei tanti
che ho incontrato
un dì il tuo scorsi
e non
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Vorrei galleggiare
nel blu del tuo profondo mare.
Dalle tue amabili iridi
una diffusa luce
irradia sui tanti felidi,
che
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Una pigrezza nel sentire
si insinua sottile
nei lustri confinati
tra rari riflessi
di attimi indefessi.
Con una pala
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Finché io temo
il cigolio del legno
che stride e sogghigna
ad ogni mio passo incerto,
o una carezza del vento
che
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La strana sensazione di benessere,
che provai quando mi ricordai di essere,
ancora mi accompagna
quando cerco di tessere
quella foglia dorata
intrisa della vita desiderata.
Non cerco fortuna
né voglio sfidarla;
desidero agire
seguendo il mio
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Il gallo canta,
l’aurora si appresta
ad illuminare la terra.
L’orbo percepisce la luce
e il sordo l’eco della sua voce.
Nasce il presente
con nuovi orizzonti
senza mari e né monti
ma infiniti ponti,
da cui esultare
ed insieme mostrare
il volto
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Abbandonato nel rimestio di me,
lascio che una lama di luce
scavi tra le ombre
e i pensieri sbiaditi dal tempo.
Con maestria,
questo sprazzo di vita eterna
rischiara le vette della mia anima,
pendici corrose dai venti,
imbiancate dalle nevi
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Nel vespro di un ticchettio del tempo
ove per un occhio attento,
si smorza il fermento
di luci e di suoni,
i colori sbiadiscono
nella fuliggine del ricordo.
E’ lì che si anima un mondo,
dove, ridesto,
dipingo sulla tela del mio tempo.
Un
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214 poesie trovate. In questa pagina dal n° 181 al n° 210.
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