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Pasquale Farallo
Le 264 poesie di Pasquale Farallo
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Lupo mite e solitario
che dai monti vieni a valle
c’eri quasi riuscito
a fidarti degli umani
ma non potevi immaginare
l’anima nera di certi assassini
Il tuo fiuto così fine
e la vista tanto acuta
non ti sono bastate
a distinguer da
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Scriverò per te lettere d’amore
e chiuderò i miei sogni in uno scrigno
li affiderò alle onde del mare
che li trasporti fino al tuo cuore
Parlerò di te col vento d’autunno
quando spira forte al mattino
e foglie morte porta al mio giardino
gli dirò
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Un esile barlume
in cuor s’accende
mentre scruto nel profondo
la vastità del cielo
e
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Ci ritroviamo insieme
quasi a fisse scadenze
ché sol di gioia ci preme
Persone molto diverse
d’età e condizione
ma sempre avvinte e perse
Nello splendore del Belcanto
che tutti accoglie e avvolge
nel suo dorato manto
La musica si
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Ti ho rivisto...
Le membra disfatte
sorreggon la mente
che pur non si arrende
al danno recente,
spaziando lontano
in lidi nascosti
ad altre creature
Avanti a me compare
ciò che resta di te:
il tuo corpo adagiato
su quella carrozzella
che
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La parola ci ristora
la parola ci accalora
ci accompagna e ci consola
e solitaria fino al cielo vola
Essa è la cura a la buon ora,
le dicerie insensate ella sorvola
e stancamente si consuma
finché qualcuno non la presume
I suoi servigi
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Oh muta fontana
non porti più l’acqua
da fonte lontana
Non più sulla strada
i tuoi allegri zampilli
di fresca rugiada
Dissetar più non puoi
bambini e vecchietti
né armenti né buoi
Le tue ultime gocce
ora sgorgano lente
come da umide
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Fiero s’aggira nell’arena
con la sua splendida muleta
Joselito "El gallo"
figlio nipote e fratello di toreri
da tre generazioni sivigliano:
"Andaluz tan claro y rico de ventura"
La sua grazia nel toreare
era così naturale e proverbiale
che ogni
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Lontano sul mare
vedi piccole lampare
echi d’un mondo
mai pago di sogni
legati a una vita
fatta di piccole cose
Di sole cocente
e sale che incrosta la pelle
di tante umili fatiche
e battaglie mai vinte,
bolle di sapone variopinte
che
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Santa la notte,
nei nostri cuori
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Lontana mi stai...
Sol col vago pensiero
ti vedo
Dietro l’ombra d’un velo
le linee sottili del viso
mi offuscano il cielo
Dal diafano cuore in tumulto
gli occhi reclamano forme
su cui posarsi distesi
M’addentro in ignari pensieri
e già
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Venni al mondo troppo presto
E d era già passato il tempo
N ei meandri della mente
I nterminabili tormenti
Vidi gente intorno a me
I nsensata e incongruente
D i fronte al mio cammino
I ncessante e affatto lieve
Vinsi poi le mie
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Viali deserti,
coperti sol di
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Io da sempre la inseguo
quell’ombra scarlatta
che si allunga distratta
camminandomi avanti
e non si lascia scalfire
Ella ride di me
e sghignazza sovente
con fare insolente
del mio lungo patire
ch’è ben poco a suo dire
Non è affatto
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Uccelli in volo radente
un’esile fil di luce accende
zampilli nella mente
diradando le foschie
Vecchie cose si riprende
che pensavi ormai smarrite
come aghi in un pagliaio
e mai più rinfocolate
Ora tornano alla mente
come in un gioco di
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Da lontano è ritornato stanco e affaticato
ma pur felice che alla fine del suo viaggio
può finalmente riabbracciare la sua sposa,
la stringe forte al petto lungamente
e le pone intorno al collo sorridente
Un’esile fil di perle lucenti come
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Invia un messaggio privato a Pasquale Farallo.
Inventerò per te
parole senza fine
e dentro al mio taccuino
saranno custodite
Parole d’altri tempi
appena bisbigliate
come stormir di foglie
nel cielo poi volate
Saran per te soltanto,
parole trasognate
che in sen mi son fiorite
sbocciate e
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Ineguagliato il verso e casto invito
di eroiche gesta a raccontar il mito
si eleva il canto di un poeta antico
Possente vibra del suo cuor la fibra
ché dal racconto ambito onor si libra
dai campi di battaglia e d’avventure
Eroi che fecero la
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Vecchio cipresso,
gli donasti il riposo
or
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Paziente attendo
A ncora qualche istante
U n'esile fil di luce, che
R ischiari fino in fondo
A la voragine del vuoto
Dacché esso mi circonda
E che sovrasta impavido
L o spazio intorno a me...
Vi si sprofonda l'anima,
U n senso di
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Misericordia, disse tremando
per questo calice, oh Padre Santo
mentre nell’orto sudava sangue
Ma non la mia, aggiunse pregando
che al mondo venni per questo intento
ma la tua, di volontà sia fatta
L’animo umano compenetrò sì tanto
con i suoi
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Nubi forestiere
s’accalcano laggiù,
una linea sottile all’orizzonte
tra piccoli vuoti d’aria
e il ciel che si confonde
col lieve sussurrar delle onde
Immaginar che torni
nelle discrete e silenziose ore
la gioia delle fole
quell’ansimar di puro
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Ti attendo
fragile pensiero
e guardo fino in fondo
nei vicoli aberranti
della mia
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Un buco nero,
abisso senza
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Ti aspetto,
fremendo al sol pensiero
E se verrai discinta e trepidante
per me sarà più grande
il dono che m’attende
Il tuo fugace sguardo
già accende in me la voglia
d’averti con passione
Foss’anche un solo istante,
mentre scruto nel
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Dove ardisce solo il fato
brilla tu pazzo diamante
con la lucida follia
che lambiscono gli amanti
Riverberi di luce
misti a sprazzi di ragione
ammansiscon le tue membra
senza mai trovar la pace
In meandri tenebrosi
di assoluta solitudine
la
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Cadice si stende gracile e silente
sulla riva del promontorio
oltre quella duna, sulla cui cresta,
il vento disegna frange di luna
Ronzio di mosche
arrivate troppo presto, quest’anno
al richiamo della carne morta.
Il vecchio marinaio scruta
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Certezze mietendo che infrangon la china
vaghezza mi spinge ad avulsi elementi
tra il filo spinato che sfinge non vinse
Sul piano inclinato di casto barlume
m’induce in limitrofi anfratti di luce,
portento che infinge mutevole addendo.
Traendo
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Fulgido e possente
di tua virtù frequente
austero e maestoso emergi
ed a baluardo t’ergi
di scienza e di sapere
In te studente appresi
i rudimenti del saper cortese
frammisti a svaghi nel cortile
e di quegli anni ancor s’accende
dei ricordi il
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Invitto il cuore
d’assalti d’armi e d’onore
avvinta e strenue
stette la guarnigion furente
nell’ultimo baluardo
della città dolente
alla difesa di lor dimora avita
Ma dove non poté la spada
poté di sete e fame
più cruenta e infame
la
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264 poesie trovate. In questa pagina dal n° 121 al n° 150.
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