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Nunziata Mannino
Le 194 poesie di Nunziata Mannino
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| Vita
che cerchi l’essenza dei giorni
nel mondo e nella gente
in fondo nasciamo da un abbraccio d’amore
nei pianti e nelle risate
ordito tramato da sconosciuti eventi
e impari ogni anno a venire
che sei sempre più bella
se rimani un po’
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| Per le strade amori non vissuti
echeggiano lungo i marciapiedi.
Incontri senza incanto.
Tristi minuti di fredda calura
a sollevare l'umore
a spegnere falsi ardori
a credersi potenti.
Corpi intrecciati
di facile districo
su nudità e
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Vi son caduto dentro
raso vi camminavo
da tempo
e su quell’orlo intravisto
da trapezista mi vestivo
speme serbavo nel cuore
che quel rasentare
di aiuto mi fosse, invece con mano gentile
mi guidava a pascere il silenzio della mia anima e
nel
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Poesia
figlia mia
mio tormento
vieni
sul respiro del vento
che il silenzio fa udire
su ali di pensieri felici
o su onde crespate di tempesta
vieni
e su mani insicure
lascia i tuoi segni
che a volte graffiano l’anima
e a volte la dissetano.
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| Hai già perso un giorno
anno nuovo
nel tuo abito gessato
del calendario
sul sentiero dell'abitudine
se non hai amato
e non hai odiato
se hai avuto paura di vivere
se la fragilità dei pensieri
ti è stata consigliera
nelle
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| E chissà quante volte hai danzato
su quella nuvola bianca
che rincorrevi nei tuoi sogni di bambina
mutata con lieve fantasia
in compagna di gioco
dell’età più bella che ci sia.
Danze sospinte dal vento,
or dolce e or
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Un bagno di colori
sull’umana gente di quotidiano intrisa
si stende puntuale:
si accendono le mille luci di Natale.
Su terrazze e balconi
in bilico quasi pronte a scivolare
sciolte da tanto calore
fiamme accese al Divino nato per amore.
Solo
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Poi capita che...
un sol raggio di sole
ti spacchi le rughe della vita
e ti lasci a cogliere margherite
sui bordi della strada
a ritrovare passate solitudini
di sguardi alla natura,
ai grilli e alla paura
di salti repentini
dei loro
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Na vota si dicia ca Favara producia briganti
ora produci poeti e cantanti.
Chi forsi la terra bagnata di lu sangu di tanti 'nuccenti
si stancà di parturiri tinta genti?
Stu paisi sta dannu lu megliu fruttu
d'abbunnanza e di bonu
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Mentito arcobaleno rivesti,
non serpi in seno da cui fuggire,
ma annunci di venti primaverili
cromati da turbinio di sole,
ed occhi catturi in risposta
agli strali del tuo falso splendore,
lo chiami amore ...
Lungo la turbata strada del
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E gli ultimi sogni del mattino
si fermano negli occhi miei e
albergano in prima classe nel mio cuore,
son quelli di bambagia
in cui nella notte insonne mi sono aggrappata
per fuggire la paura di un mondo
in cui ai miei sogni non è
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| E non si fanno male le pietre,
le puoi scagliare,
le puoi pestare,
le puoi scalciare.
Silenti anime,
ma tenere risposte in eco
a colpire il cuore,
leggine dentro la scorza dura
la millenaria fattura,
trovane storia vetusta
di incontaminata
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“Se fossi un Re ... scrivi il tuo sogno”
così l’incipit del compito di Luigino recitava
ed egli prese a sognare una grande frittata
promessa dalla mamma e mai mangiata.
-Ma che desiderio di Re è mai questo?
gli disse subito il suo
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Mille giorni d'attesa,
a sentirmi già un ricordo
per chi mi aveva amato
in questo mondo.
Quando ogni speranza si era resa,
e il mondo mio muto e sordo
cercava ormai riposo
riprese ad albeggiare.
E l'ho rubato, sai,
il cuore tuo e
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| E quel giorno
il bianco inviolato
di un abito da sposa
ti imposero
e lo macchiarono di infamia,
di male d'amore
da te non certo corrisposto.
Piccola sposa,
pochi anni di infanzia
hai vissuto e
mille te ne aspettano
da prigioniera
nel corpo
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| Occhi dolci,
occhi mielosi di rose e d'acacia,
che senza profferir parola,
pizzicate le corde d'amor filiale.
Occhi vispi,
occhi da regina delle volpi,
che frantumate il corpo
per arrivare dritti al cuore.
Non sapete forse...
che in tali
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Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Nunziata Mannino.
Indirizzo personale di Nunziata Mannino: nunziatamannino.scrivere.info
| Quieto abito di sempre riposa
sui muri di quella casa antica,
madre degli anni lieti passati
e ora posati su spalle curve,
curve quanto basta a dover
alzare lo sguardo alle calde
tue stanze.
Nulla è nuovo e tutto è
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| Nella perfetta incostanza della tua Bilancia
uomo conduci la pesata.
Giustizia non dispensi
se cieco sentir proprio
soppesi all’altrui ricercar grazia.
E dignità non può figliare
al mondo la sua felicità
nella libertà
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| Nulla più lega le nostre anime.
Su galassie
in opposto cammino
si adagia l’inesplosa polvere dorata
del nostro vissuto amore.
Eppure dissepolte colpe mi agitano
come desertici pensieri
arsi di solitudine bruciano
e gravito verso te
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Anima e se non fossi tu
mia donata compagna
e se non fossi io tuo corporeo istante?
Nel viso mio che gioca
a riconoscere se stesso
nelle monotonie mattutine
comparirebbe il dubbio della vita.
Tutto diventerebbe estraneo mondo.
Chi mi darebbe
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Sono certa,
ingannevole la stasi,
sfreccianti sull’ altra corsia
fuggenti per un cambio d’abito,
qui, alberi fioriti,
dall’ altra parte del mondo innevati.
Scenderei volentieri da questo mio treno
per abbracciarli ad uno ad uno, vorrei salutarli
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Trema il cuore a questa dolce sinfonia sentire
trasporta in giorni sereni di nuvole chiare.
Dondola soave suono di nenia udita
da minuscolo inizio di vita,
in acque materne si trastulla
fissa amorosi indelebili sonori ricordi
di materna naturale
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| Da dove sei fuggita pallida fatina?
Forse dal libro nascosto in cantina,
letto e riletto con occhi sgranati
su perle, sete e vestiti dorati.
Chi ti ha tenuto prigioniera?
Di certo una vecchia megera
dalla faccia brutta e cattiva
che la
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D’improvviso acquerellata,
forse volutamente obliata,
evaporo su mille rivoli
di nostalgico sentire.
A riconquistar celeri
l’andato esistere corrono
finestre spalancate sui ricordi.
E salgo scale della mia memoria.
Mia rapita mente
tracimi
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Silenzio attende
l'ultimo stridio della partenza
poderoso richiamo
della stagione bella, qui perduta
e in altri lidi e cieli ritrovata.
Silenzio attende
che tutto si cheti
e l'uva non dipinga volti e mani
e tra una cicala e una formica
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Rifulge ancora il conquistato elogio quotidiano
e scroscia l'udito applauso a comando.
Ma ormai stremato dall'apparir sovente
cliché di ripetuta nota non comunichi più niente
gracchi all'orecchio abituato al ripetuto detto.
E'
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Radici...
non sapevo fossero respiro.
Quando raccatto briciole,
smarrite nei giri della vita,
inspiro forte e scavo
con fameliche dita
la terra che mi ha partorita.
Mi tuffo a ripescare
tenera linfa pulsante
di affetti sempre vivi
celata da
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Su quel marciapiede
ti hanno rivisto
fra volti e suoni di città
i miei occhi raminghi.
Ho urlato il tuo nome
scandito da tremori di cuore
inventato un silenzio rubato
per risentir la tua voce tornare.
In prigione ho condotto
il
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| Piccoli batticuori
scuotono il cammino
s'imbevono di sguardi
s'ubriacano di sorrisi
lunghi una vita
fugaci come sogni.
Tumulti al tocco di una mano
carezza esuberante.
Stagione bella
del migrar dei giorni
sono i primi amori
primavere di
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Silenzio intorno
ma s'ode ad occhi chiusi
il rumore dei ricordi,
il vissuto di cento e cento anni.
Edera selvatica e solchi del tempo
pennellano gli anni di storia
e come volto saggio pieno di rughe,
la piazza mi accoglie.
Mi conduco,
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194 poesie trovate. In questa pagina dal n° 121 al n° 150.
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