Il ragazzo è nell’ombra del melo,
ha occhi grandi che vanno oltre i rami,
mentre il sole affrescato nel cielo,
gli accarezza e gli scalda le mani.
Sembran volti le nuvole bianche,
sembran smorfie di pianti e sorrisi,
vecchie suore che
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Baciati dal sole,
dal vento cullati,
di rosso dipingon,
i campi ed i prati.
E danzandon poi esaltan,
la loro bellezza,
sospinti dal dolce,
alitar della brezza.
Un'unica macchia,
se visti dall'alto,
ma all'occhi più attenti,
giunge
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Scende il vuoto del silenzio,
s'alza su la tela nera,
e s'accendono le luci,
a illuminare la scacchiera.
Pronti a correre alla guerra,
son gli eserciti schierati,
non han armi contundenti,
ma cervelli ben oliati.
Ci si lancia
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Il bambino dei cipressi,
ha lo sguardo sempre uguale,
stessa giacca, stesse scarpe,
stesso posto, stesso viale.
Non ha giochi o macchinine,
e neppure una matita,
non disegna più aquiloni,
sul quaderno della vita.
Non imparerà la
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L'orizzonte ha gli occhi rossi,
nel morire, suo, del giorno,
e ha la stessa mia tristezza,
per l'attesa di un ritorno.
Vorrei avere mani grandi,
come quelle di un soldato,
per raccogliere quel sole,
anche se è già
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Stanno svegli fino all'alba,
quelli che non han padrone,
sono come vecchi treni,
che non ferman più in stazione.
Così vagano per strada,
non si fermano a odorare,
perché sanno che da loro,
niente, vuol farsi
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L’ho trovato sulle scale,
che giaceva rannicchiato,
il mercante di aquiloni,
e di zucchero filato.
Viaggiatore di illusioni,
lo stregone dei bambini,
lui, il venditore d’aria,
per riempire i palloncini.
Gli ho guardato dentro al cuore,
ci ho
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S'inseguon, s'incrocian,
ritornan sul posto,
larghi proseguon,
sul margine opposto.
Si ferman, riparton,
vicini, distanti,
or paralleli,
dopo secanti.
Si sfioran, si toccan,
quasi danzando,
sul bianco del foglio,
scorrazzano
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Questa notte hai perso una piuma,
perché gli angeli invecchian così,
e i tuoi occhi color della luna,
son lontani, non sono più qui.
Hai corteccia d’ulivo alle mani,
che ora sfiorano, appena, le mie,
e i ricordi impiccati tra
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Seduto sopra un angolo di luna,
ritaglio i miei origami d’universo,
non riesco, però, a farli combaciare,
non riesco, mai, a trovarne il giusto verso.
Mi sfuggono a brandelli sulla Terra,
piovendo tra le ciglia d’un poeta,
che riesce sempre
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Il faggio che ascolta, e il mio cuor non l'inganna,
mi guarda passare, di spalle al sentiero,
si fa con i rami, vicino a una spanna,
e sa che i miei occhi gli mentono il vero.
Tremando m'implora di farmi seduto,
lo sa ch'io non posso più
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Vento che fuggi di fretta,
e voli dai monti giù al mare,
chissà dove giunge il tuo corso,
chissà dove puoi rifiatare.
Io so dove ha fine il tuo viaggio,
oltre gli eterni confini,
dove sboccian sentieri di luce,
fra mille
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Miliardi son le stelle questa notte,
che brillan sol per farsi un po' guardare,
dall'occhi d'un sognante impenitente,
per spingere il suo cuore a immaginare.
Alcune sembran barche e pescatori,
che vecchi e stanchi gettano le reti,
nel vuoto di
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Un colpo violento e la lenza si tese,
tracciando una retta tra il mare ed il cielo,
tra schizzi di schiuma l'orata si arrese,
ed il suo io sarò, diventò il suo io ero.
Ed or sulla riva le branchie bramose.
azzannano l'aria che
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Pettirosso dolce canto,
tintinnar sottile, d'oro,
che si snoda come un pianto,
coi miei occhi a fare il coro.
Che s'adagia come un
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Aveva un sogno che era lungo tutto il viaggio,
e rispondeva solo se era interrogato,
quando arrivò la sua stazione ci sembrò un miraggio,
mi voltai, mi rivoltai, se ne era andato.
Dai finestrini lo vedevo camminare,
alla frontiera
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Son neve di montagna,
son nebbia tra le fronde,
son riccio di castagna,
son trota tra le sponde.
Son onda tempestosa,
che batte sulla spiaggia,
nell'aria appiccicosa,
vestitasi di pioggia.
Son fumo di camino,
son ala di gabbiano,
son fiamma
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Al teatro del tempo,
si va in scena ogni sera,
scende il buio,
e s'alza la tela.
Sarà pronto l'artista,
a narrar la sua storia,
che da anni,
ripete a memoria.
E la gente è stipata,
tra le sedie sta stretta,
non importa,
se
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Falsa è la cima, di tenebra e stelle,
d'un tempo lontano, d'antiche paure,
sale un pastore con mille pecorelle,
disperso ha il cammino tra valli e pianure.
Negli occhi ha la pioggia degli attimi andati,
sul volto una ruga per ogni
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Un triste vecchietto,
con trepidazione,
rovista i ricordi,
da uno scatolone.
E ritrova le biglie,
suoi antichi balocchi,
col cuore tremante,
ed il pianto negli occhi.
Poi dolcemente,
le tien nelle mani,
come a raccoglier,
quegli anni
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Passerà questo concerto d'archi sopra il mare,
questo continuo andare e venire di navi,
questa finta timidezza di domandare,
questa luce polverosa in mezzo ai travi.
Passerà questo povero teatro di anime sognanti,
questo alzarsi di
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Muto, in silenzio rimani,
seduto e piangendo appassisci,
pensando ai tuoi tempi lontani,
mentr'oggi il mio cuore ferisci.
Lucido sguardo velato,
in era remota, presente,
a tratti rimane fissato,
e in lacrime muta sovente.
S'io veramente
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Sentiero fra le rocce,
tra spine e rami franti,
al sole che martella,
le tempie doloranti.
Un passo dopo l'altro,
l'incendio nella gola,
potessi riposarmi,
e attender la mia ora.
Ma il bosco non mi vuole,
mi sprona a andare
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Ho steso sulla corda del mio cielo,
un sorriso rubato dalla luna,
fragile e sottile come un velo,
leggero come un petalo di piuma.
L’ho steso perché ho voglia di morire,
perché sia una dolce nota d’allegria,
al mio silenzio ormai
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L’ultima volta che lo vidi,
mi colpiron le sue mani,
che eran calli sanguinanti,
che eran ossa per i cani.
L’ultima volta che lo vidi,
mi colpirono i suoi occhi,
che eran lacrime notturne,
che eran pane per gli sciocchi.
L’ultima volta che lo
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Sonnecchia il ciliegio,
pensando all’estate,
tra nuvole ed echi,
di vecchie risate.
Rinasce il ciliegio,
ricordando quei tempi,
di quando le foglie,
eran verdi, nei campi.
Sorride il ciliegio,
tornando bambino,
non sa che il suo
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Stanco di cercare nel cielo,
abbasso un po' gli occhi al suolo,
e scorgo sul pel
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Seduto in silenzio,
mi trovo a guardare,
l'eterno orizzonte,
tracciato dal mare.
E spesso mi chiedo,
guardando là in fronte,
che mai potrà esser,
oltre a quelle onde.
Forse dall'altra,
parte del mare,
ci sarà un altro
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Genuina pazienza,
ti eresse pian piano,
oh enorme castello,
che guardi lontano.
Torreggiando sul mondo,
che s'apre ai tuoi piedi,
tu brami rispetto,
ma dominio non cedi.
E ti mostri superbo,
maestoso, potente,
fiero nel cuor,
impaurito da
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