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♦ Annalisa Amadei | |
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Giuliano Esse
Le 433 poesie di Giuliano Esse
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E forse amore mi dirai: “Cretino!
Hai ancora il volto sporco di un bambino
mentr’io conosco l’arte della tela
che al sole tesse e al buio lei si rivela
nero meandro della mente umana
tramando della vita fili e lana.”
“E certo è vero delizioso
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Dov’è l’amore quando il cuore è a pezzi?
Quando sei solo e sembra che ti spezzi?
Dov’è la mano che ti confortava
e il sole che coi raggi ti bagnava?
Dov’è il tuo viso ricco di sorrisi
coi suoi trascorsi vivi sorprendenti
quando il silenzio
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Respiro questa vita coi suoi miasmi
nel gioco dei contatti da inventare
passione per passione con la storia
che ermetica a sorpresa s’alza in volo
con tutte le sue ali prese a nolo.
Affronto questa vita col coraggio
di chi sopporta e naviga
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Come faccio vita mia a respirare
se mi tormenti a sbafo e mi consumi
tra rami rinsecchiti e acri fumi
che spezzano il mio tempo ed anche il suolo
con la tua faccia ricca che avvelena
su questa terra vinta e mai serena?
Come faccio a donarti un
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 | Il cuore non sapeva
e non voleva
viaggiare controvento
e cosa strana
sentiva avvicinarsi
la buriana
la gran tempesta
torbida interiore
che brucia tempo
e vita in poche ore
e allora ben felice
di crepare
bussò alla porta
di una nuova
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 | Eroe del tempo
storie cuore a cuore
palpito incanto
sogno trovatore
magie solcate
sopra l’onda e il mare
si attarda dietro il vento
e poi scompare
dentro una fola
vecchia e malandata
scolpita nella carne
e cancellata
in un racconto
magico
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 | Non mi vergogno
e perché dovrei?
Ho la tua stessa faccia
con occhi e nei
e sopra trovi scritto
il mio passato
oppure il tuo gran male
accompagnato
dall’essere
e il non essere testato
dai miei trascorsi
lucidi in cantina
tra il vino
e quella
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 | Don Chisciotte e Sancio Panza
la vergogna ed il rispetto
faccia bruta e cuore aperto
grande e grave tolleranza.
Conte Attilio e Gano in danza
né vergogna per difetto
fiore raro del deserto
truce aspetto in abbondanza.
La Lucia e la
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Pronto per volare?
Ecco la chiave!
Il cielo in questa gabbia è un pianto antico
che strappo e che divido con l’amico
e queste ali ben legate a tempo
son tanto forti che il tuo cielo immenso
basta soltanto per cercare un senso
a questa lotta
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 | Tu sei la luna ed io di certo il sole
e brillo dietro te se non risplendi
in questo cielo grande e benedico
i giorni spesi insieme dolce amico.
Io son la terra e tu pertanto il mare
e bagni le mie sponde e poi scompari
sopra la spiaggia vuota tra
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 | E’ l’angolo dei sogni
stesi al sole
pazienti
più pazienti
e irriguardosi
che dorme notte e giorno
se non osi
bruciare questo fumo
e questa vita
che guarda in faccia
il tempo dell’uscita
nella certezza piena
che il mio mondo
è
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E’ tutto qui
ben chiuso in questo cuore
mia perla diamantina
di un rosso intenso
vivido e compreso
tra il passo degli affanni
e il gioco acceso
da tutti i quanti i giorni
mai vissuti
il mondo che nascondo
e che assecondo
felice di poterlo
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Io sono il tuo robot
il tuo pupazzo inerte
automa del destino
il figlio non voluto
e sto pagando a rate
la stupida follia
di quella notte calda
a letto con la grappa
usata ed incosciente
tra un brindisi
e un capriccio
e poi ti è nato
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E se mi vieni dietro
riveli il mio segreto
appeso ad un bastone
con tutta la sapienza
del passato
amico sconsolato
ed entri nella casa
del silenzio
doveva una volta
c’era tanto sole
ma il sole ormai
fa luce solo al cielo
e mi cancella
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 | E me ne sto col tempo
e con il sole
ad indicare il cielo
e la tua strada.
Coi miei comandamenti
amico bada
a stare attento ai vermi
e ai topi grossi
che saltano panciuti
dentro i fossi
per governare l’acque
e la domanda
la fa soltanto il
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Potrei non dirlo
oppure non saperlo
attendere il passaggio del corriere
tenere in bamba il segno
in alto acceso
comunicare a tratti
oppure meno
con tutta l’efficienza della mente
nei tuoi trascorsi
indirizzati al vento
ma dato che non mento
io
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Cerca la poesia:
Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Giuliano Esse.
Uguali o meno
dimmi tu perché
lo specchio mio
riflette solo te
e la tua faccia
sembra sai la mia
nel vano
della buia sacrestia
dove un pagliaccio
ride a più non posso
e certo del suo essere
un molosso
si finge l’altro
e
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 | Ti dice peste e corna
con arte
e la magia
di un verso indovinato
ti accende
e tuo cognato
che gioca ai dadi neri
sorride alla tua mossa
nel provocar la scossa
che dolcemente amara
a volte costa cara.
Ti dice corna e peste
con spirito
e
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E luce tu sarai
in questa notte viva di ponente
illuminata a giorno
nei nostri cuori bui al dio sapiente.
E luce mi darai
su per la strada viva di follie
gremita e sbalordita
da tanta gente in vena di magie.
E luce tu vivrai
cullata e
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Insieme la città e la sua gente
un giorno solo all’anno
felici dell’inganno
col fuoco a sera in alto travolgente.
Insieme un mondo vero e piccolino
tra queste case a schiera
in tarda primavera
sui prati e sotto il cielo mio
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 | Sul trono oppur sul trespolo
lei non prende e quando da
non nasconde mai se ha
la sua carne e l’apparato
che ben degno del suo stato
mette in fuga e un po’ sommessa
tu la chiami principessa.
Per strada oppure in banca
lei non vende e non si
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E se è una rosa brilla tra le spine
e se una viola lotta per amore
e se una dalia vive di languore
e se gardenia non conosce fine.
E se orchidea lacrime divine
se bocca di leone da’ dolore
bella di notte ti consuma il cuore
e se ginestra
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Mano con mano
con il cielo a sbalzi
che odora dei tuoi canti da parata
dei salti e dei tesori
che sanno di una vita combinata
nei nostri incontri
avidi di sole
sopra la piana antica del sapere
volendo quel bisogno possedere
per navigare uniti a
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 | Non un nido né una tela
di chi si finge cieco e a turno spera
dentro un mondo di strane fantasie
di tessere col filo le bugie
per incontrarsi a cuore nella sera.
Nè una tela non un nido
in questo cielo falso e ancora pieno
dei tuoi
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E sono la tettona
se vuoi la maialona
la bestia mai saziata
segretamente amata
arresa ai tuoi ricordi di sentina
tra il fango nel tuo cuore
e il canto del languore
e della gioia
che non ti dona noia
ma tutto il cielo che ti sembra vero
avvolto
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 | Non c'è dolo
non c'è inganno
non c'è il sole
sullo scanno.
Esser donna sai si paga
e il segreto è questo qua
Pulcinella già lo sa
e se vuoi testar moneta
la mia vita resta a dieta
tra un paguro
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Sei stata la compagna dell’infanzia
gracchiante a perdifiato
dentro il cuore
e t’ascoltavo fiero
in ogni dove
tra musiche parole
e notiziari.
Adesso tu stai lì
sul pianoforte
in una scatoletta di cristallo
e ormai sei muta.
Non sei
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Eri la stella d'oro
in bianco e nero
il desiderio
il volo mai spezzato
lo scoglio biondo
madido di vita
così lontano
e tanto maledetto
che mi svegliavo affranto
nel mio letto.
Eri la stella fulgida
e la notte
giocava coi miei
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La macchia non si vede
è sotto il petto
non molto grande
ed ha una forma strana
nera di fumo
grigioblu antracite
il resto è bianco latte
a pelo corto.
Padri ne ho tanti
mamma sconosciuta
nessuno pedigree
di razza mista
oppure
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 | E se ti basta
basta raccontarlo
e un vecchio tarlo ancora ci scommette
e mette il sale dentro la minestra
mentre la destra guarda dove appare.
E’ qui che pare vero e indifferente
un accidente che ti salta addosso
e dentro il fosso cade per
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433 poesie trovate. In questa pagina dal n° 121 al n° 150.
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