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Pier Giorgio Cadeddu
Le 256 poesie di Pier Giorgio Cadeddu
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Sulle gambe spezzate dell’inverno
un'acqua fredda implode dentro la mia sorpresa
di un risveglio chiamato dalla sera;
cadono i petali immaturi della rosa
come pensieri di morte
tra le mie mani aperte;
la mia pelle gocciola di tragedie
urbana
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Rovescerò tutte le mie abitudini
Per farne un gioco;
le vedrò digradare sulla china
degli orizzonti chiusi,
carabattole e noie
per robivecchi, dame di compagnia.
Svuoterò goccia a goccia
tutte le mie solitudini
nel mare
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Amori sbiaditi di farfalla
dimenticati nelle tasche
della vita in archivio;
Amori tiepidi di labbra
screpolature dell’autunno
e foglie di rimpianto,
angeli di storie finite;
Amori rimasti indietro
sui passi del silenzio
lasciati ad aspettare
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Offuscata traduzione dalla sua memoria,
cade nel vuoto la città bianca,
lussuria amara di colline e venti;
sui muri fragili e indolenti
schiudono fiori e muoiono parole,
geometrie frantumate dalla ruota del tempo,
cinema muto abbandonato
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Senti?
Questi canti sottili della notte,
sono note perdute
intorno alle tue mani;
danzano in fuoco e cerchio
fiamme di luci
magia delle mie attese
che scioglie il tuo sapore;
sa di un mare lontano,
schiuma di naviganti, isole corrugate di
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Tace la mia campagna affranta,
troppi uomini stanchi e papaveri:
piegati al giorno;
gioca coi sentimenti usati delle zolle bagnate
il dolore cattivo delle distese gialle,
velo impietoso sui miei occhi perduti:
in- visioni di sole.
Nell’intaglio di
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In assenza di vento
scarrocciano emozioni
fili di luce bianca
schiume gonfie di un’aria consumata
dolori rovesciati
barche alla deriva;
in assenza di vento
giudizi come bave
a creare le scie
apologia di schiuma e inganno,
uterini pensieri in
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Avrei voluto fondere
ogni sguardo incontrato,
briciole palpitanti
di un amore ancestrale,
emozione legata ai nodi della vita
dentro il canto serale,
splendente di sorriso
delle mie donne;
avrei voluto dare
forza e nuove certezze
sopra
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Ritorno sui miei larghi passi
a cercare orme dei nostri sogni
nella luce di un giorno spento;
sento la dualità di un amore narrato dai tuoi amori
come un aprile freddo irriverente alle divinità dell’estate;
il mio tempo scolpito in un
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Piove in sordina sotto le foglie lucenti
degli alberi prigionieri nel giardino,
povere sentinelle in piedi
a difendere rade luci lenticolari
smarrite fra le ombre del cisto
e l’uggiolio sottile del mio amore malato.
Le formiche dei sogni ancora
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In controluce agonizzava il tramonto
la sua fine;
Una bambina stupita sull’orlo della sera
a chiedersi storie nascoste
fra i ceppi ardenti
nel fuoco del camino e
un vecchio grigio di memoria
ornato di un antico volto scarno.
Bagnò lo
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Il fiore rosso aprì la sua corolla al vento
Esile fantasia dell’aridità dei giorni di locusta;
tutto sembrava stanco e inutile all’osmosi del tempo
una fatica sterile di montagne scoscese;
la ragazza dai capelli neri
immobile alla luce
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Seduto al limitare dei miei sogni
mi vesto delle tue ali di gazza
per rubare immagini e sembianze,
proiettarle nel cielo,
salire drago in fiamme e ritornare voglia,
lenimento a sfiorare il tuo seno;
sento i rintocchi della tua gioia di vita,
sento
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| Arranca lento fra parole e risate:
Il treno dei poeti è in ritardo,
sferraglia, sfuma e inchiostra
per le strade del mondo
riannuvolando
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Spesso mi perdo nei sentieri d’aria
Seguendo un sorriso di donna
E resto immobile a sentirmi sfiorare
dal fruscio delle ciglia di occhi vaganti liberi
e dalle carezze morbide del volto che scompare;
a volte li ascolto trasformarsi in
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Ruggisce inverno fra ricordi smorti
e rovine graffiate di un gennaio scomposto;
scorre lucente la pietà sul vinile
ipnosi dei miei rovelli pallidi
di un passato immaginifico a brandelli;
come appare scomposto desiderio di passione
lo stilema
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Indirizzo personale di Pier Giorgio Cadeddu: piergiorgiocadeddu.scrivere.info
Come la metamorfosi di roccia
cambia i tempi del mondo,
corrode il senso libero di pace
il passaggio inanimato di preti, moralisti,
torturatori di ideali e prolifici addetti
al lenimento dottrinale delle nostre paure;
ma nell’ipotesi di un filo
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Accartocciati nei residui occidentali
stanno i filosofi dei viali
sottili come fili
ad asciugare ricordi mai esistiti
tra rifiuti di noia e esistenze di ragno;
eccelsi maestri escatologici in cartone
dissertano pensieri alcolici e barbuti
stesi
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Ho polvere da spargere stamane
sopra il brillare lattiginoso degli occhi;
sottilissima e eterea prospettiva
di ricambio di luce
per l’ascolto dei miei feroci anni,
senza pietas,
nel silenzio dei vuoti di vita dell’ora prima
bolle iridescenti di
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| Troppi silenzi tra le case in legno
lasciate incerte dalla nebbia trafitta
dalla solitudine del paesaggio violentato;
la brina assale il freddo degli istanti muti
stride di ghiaccio
e lascia la levità degli scheletri dei nostri
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Fermo il cuore nel dubbio dell’amore,
il respiro aspro del tempo si sfarina
sul il dondolio morbido dei tuoi capelli;
oscillano improvvidi e sottili fili di vento
a confondere il profumo della notte,
nera richiesta arrivata sul limite delle tue
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Piccole luci soffuse e liquide
sopra il pianto dei lampioni adunchi;
i rivoli colorati di niente
bagnano l’orlo discreto delle gonne lunghe
modellate caviglie del sogno condiviso;
generalmente audace il rosso del tramonto
declina sfumature pallide
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In coda ai miei pensieri di città,
il mare rimugina il profondo
rielaborando una affermata
negazione di luce;
il mistero della narrazione
trova tempi migliori
di un inverno in affanno
a domande di schiuma;
relitti di pensieri
in balia
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Salgono inconsapevoli i miei anni freddi
gelati di saggezza e di retorica,
scale tortuose per non si sa dove
attorcigliando nel ritmo e nella penna
rime taglienti e sillabe di pietra,
sculture anomale di una qualche poesia
finita tempo fa tra i fili
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Non ho sentito i tuoi passi
percorrere il vento,
forse distratto dalla pioggia
e dal canto stonato delle nuvole;
sorprende e brucia l’estasi distratta
quel tuo lasciar correre le mani
sul mio viso di foglie,
giallo di autunno precoce;
Non ho
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| Aliti di ricordi nel silenzio stentoreo
solo sibila l’ uggiolio di un vento abbandonato,
il mio vestito buono delle malinconie
si macchia di memoria stanca
chiazze sparse su penduli pensieri,
ritagliati coriandoli di una qualche incertezza
dietro
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Nel sole timido di un giorno che non è mai arrivato,
Ho sognato di un sogno che non c’era
di una storia soltanto raccontata,
di briciole di vita e poca luce.
Nel sole di una giornata senza volto
Ho rivisto l’ombra disinvolta dei tuoi
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Vagano occhi arsi nella terra del vento
fiamme accese sopra i balzi nascosti:
cosa respira questa mia terra
che non abbia già dato vita al mondo?
Corrono i miei inutili occhi
sulle piste del sole oscuro e profondo,
tagliano oblique pianure
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Una parola sola non ti basta
A spiegare ciò che appare vuoto al poeta;
naviga il tuo cuore
tra i flutti del pensare
si frammischia e si scioglie
si distilla in viaggio
fra gli alambicchi dello scrivere;
klesìs:
troppe parole
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illusioni di luci profonde
lame di coltello per bagnare il mare
su un percorso di caute stelle cadute;
il tempo avanza al limitare
degli sbuffi velati della città,
lenta agonia di risacca di fiume
per lunghe strisce bianche a perdere la
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256 poesie trovate. In questa pagina dal n° 121 al n° 150.
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