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            G Mirra
            Le 155 poesie di G Mirra
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        E’ buio fuori. 
Pareti di carta non temono la tempesta. 
La luna resta ferma. Ha altro a cui pensare. 
Questo silenzio fa molto più rumore.
 
Non chiede niente 
la voce del destino. 
Come un tipo stravagante 
firma col suo stesso sangue.
 
Senza
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        A volte parlo di me, guardando la luna. 
Guancia a guancia con la sera, 
dal guscio di velluto.
 
Uno scivolare lento, 
nella tela del ragno. 
Le mani mescolano carte truccate.
 
A volte sogno ad occhi aperti, 
volti conosciuti. 
Immagini senza
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        Venti di primavera. 
Si scuote il mandorlo dai suoi inverni. 
Le perle dei giorni legate ad un filo. 
Come macchie in bianco e nero,  
si alternano.
 
E’ venuta la neve 
ad imbiancare il mio viso. 
La mia pelle è un vestito 
che cambia colore.
 
E
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        Esci da quella porta, figlio del destino. 
Strade sconosciute risucchieranno la tua anima. 
Gambe levigate, agganceranno i tuoi fianchi. 
Specchio dei tuoi selvaggi amplessi.
 
Non voltarti indietro. 
Statue di sale contano impronte lasciate.
 
Tutto
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        Il mio corpo non è il tuo. 
Corpi cambiano, si trasformano in continuazione. 
L’anima resta la stessa, ovunque, sempre. 
 
Splendidi involucri con una storia  
da raccontare. 
La pelle è un vestito 
di vento, pioggia e sole. 
 
Il tuo corpo esplode in
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        Siamo soli in questo angolo di universo. 
Una culla metropolitana nel nulla. 
Sospesi come granelli di sabbia. 
Mio Angelo, a volte ho paura di te.
 
Mostrami cosa sai fare. 
Sono orfano del tuo tocco. 
Incastrato in un destino che non conosco. 
Il fiume
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        Si vive una sola volta. 
Tante vite in una sola. 
Amando in tanti modi. 
Si muore tutte le volte. 
 
Si cade e ci si rialza. 
Non sempre è facile per tutti. 
Per quegli amori difficili, 
le spine strappano la pelle. 
 
Dov’è la passione ed il
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          | Questo mondo è una foresta di case e mattoni. 
Grattacieli e pilastri di cemento, vetro ed acciaio. 
Gambe nude dondolano sesso, 
sui tacchi a spillo. 
 
Spesso bruciano intere esistenze,  
tra paradisi allucinati 
e fiumi d’alcool. 
 
Basterebbe un tocco
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        Vanità, figlia dell’egoismo. 
Fiumi in piena esondano dagli argini. 
Fantasmi attaccati ai muri dell’incoscienza. 
Torbida arroganza uccide il buon senso. 
 
I Savonarola dai bei discorsi. 
Pulpiti scolpiti nelle calamite. 
La gente segue miraggi privi di
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        Lasciami cantare pet te, 
piccolo chicco di grano. 
Papaveri rossi cresceranno al tuo fianco. 
Allegre rondini ti parleranno delle dolci primavere. 
 
I tuoi occhi non hanno visto il cielo 
così azzurro da togliere il fiato. 
Passi lontani andranno
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        Bellissime bugie le nostre ciglia di luce. 
Socchiuse ante di una finestra sconosciuta. 
Crediamo di volare in un vuoto 
che scambiamo per cielo. 
 
Arrampicati sulle costole della vita. 
Scivolati dentro fragili illusioni. 
Dolcissime parole 
scritte
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        Tra le ciglia scure 
di altri tempi 
quasi schiacciate 
come vertebre 
toccate dal vento
 
risuonano note 
che più non comprendo
 
E forse non capirò mai 
le iridi 
dove abissi profondi 
nascondono paure 
e desideri 
a cui un dito 
frenò loro la
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        Ritornando nel buio 
ho vissuto del tempo 
che era rimasto 
sfinito
 
Levigate le palme 
delle mani che mi hanno 
stretta
 
Non c’è più tempo 
per noi
 
Dietro le Tue spalle 
urlano le lame 
che ti hanno ferito
 
Ridono le bocche 
che hanno
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        Si custodiscono nel cuore 
pagine e fogli 
pensieri e parole
 
Come acqua di mare 
dal sapore di sale ed alghe 
Ho con me i Tuoi messaggi 
strappati dai denti del vento
 
Scoloriti ai bordi dei cieli 
dischiusi 
come bozzolo 
la cui farfalla 
non
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        Questo mondo strano 
Dolce ed amaro di cera plasmato 
Livido e splendente 
come lama di coltello
 
Graffiato sulla scorza che perde colore 
Questo cielo intenso 
ha ancora tanto da dare
 
Ruvide preghiere 
stampate sulle nuvole 
Briciole rubate 
ad
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        Il dado punta in basso 
Il vento va altrove 
La luce sposta verità 
ma purtroppo 
le nasconde
 
E se le ragioni del peccato 
non fossero altro 
che illusioni?
 
Tu che mostrasti il volto 
fiero 
Cos'hai tenuto 
dentro al cuore?
 
Ma la lancia
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        Non v'è più nessuna certezza 
Nessun colore 
ha stanze da riempire
 
Da lontano c'è quel bagliore 
che ucciderebbe qualsiasi alba 
Qualsiasi respiro 
battito 
movimento
 
La lingua ferisce più del coltello 
Quella mano
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        Pallido Amore 
il colore delle Tue guance 
Ligneo sapore 
un bacio accennato
 
Libro che non parla 
avvezzo al silenzio 
Questo Tuo Amore 
oh, Pallido sole
 
Non ami le fragole 
che ti darebbero il loro cuore 
Ami le braccia dell’illusione 
che trafigge
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        I cieli di Carrick- on Shannon 
si coprono di nuvole 
tristi di dover sorridere 
ai solchi martoriati 
della Nostra Terra
 
Prendo ancora un caffè 
al tavolino di quel bar 
all'angolo della piazza 
La strana Signora 
che parla con i
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        Nascondi bene 
il tuo cuore di vetro 
Il sole potrebbe ingiallirlo 
La pioggia bagnarlo 
Il vento incrinarlo 
e l'Amore 
romperlo di desiderio
 
Freddo e distante 
nel suo battito 
impercettibile
 
Vive altrove 
per paura di soffrire
 
Quarzica
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        Cerchi d'acqua nella testa 
Profondi abissi 
non fanno emergere 
l'anima dimenticata  
altrove
 
La fronte arata dal ricordo 
che solo 
risveglia la vanga 
nel cuore
 
Eravamo sul lago 
ad incidere nella sua carne 
le nostre malinconie
 
Mi hai
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        Mi sono seduta spesso 
qui 
a parlare con nessuno
 
Il vento 
saliva i suoi gradini 
al di là  
dove tutte le mie 
illusioni 
morivano 
ad una ad una
 
Avrei dato un quarto  
del mio cuore 
per capire quel linguaggio 
segreto
 
ma più lo
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        Nei giorni d'agosto 
tra le conchiglie 
sonnolente 
dei pomeriggi assolati
 
si dondolano 
i miei desideri 
inebriati 
dalla salata arsura 
dell'accecante  
luccichio
 
Nuoterò fin dove  
arriva il mare 
lasciando andare 
le parti di me 
che
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        Non era amore il suo. 
Schiacciava bacche succose 
con la punta delle dita.
 
Regalava briciole 
gonfiandole come fossero pane caldo. 
Poi si sedette ad aspettare 
che gli specchi 
parlassero per lui.
 
Il suo colore 
era brillante e sporco 
sulla
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        Hey Tu 
Tu che guardi così lontano 
Perché tutto questo? 
Aiutami 
il vomito dei cieli  
sta uccidendo le sere d'estate
 
So quello che hai detto 
Lo so 
I morti saranno  
in numero più dei vivi 
cammineranno sulla Terra 
e
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        Cercavamo l'oro del sole 
io e te 
Non ci eravamo accorti 
che i nostri petali 
cadevano uno ad uno
 
Due girasoli  
in mezzo ad un campo 
di papaveri 
ma il verde delle nostre foglie 
non piaceva a nessuno
 
Ho giurato al cielo 
che avrei amato tutte
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        Perché ho salito quei 
gradini? 
Non saprei 
Quella maledetta tela 
arrugginita 
mi tesseva dentro
 
Colavano i monchi dei ciliegi 
uccisi 
dietro le mie orme 
e chissà quante pagine  
e pagine  
strappate 
sulla mia faccia 
avrei
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        Vanno avanti da soli 
i giorni d'estate 
Si sciolgono nel cielo  
aranciato 
di una granita 
mentre risalgo i Navigli 
impertinenti
 
All'improvviso  
un bacio di pioggia 
rubato sulle guance 
Il vento sa coccolare  
i miei capelli 
con le sue mani
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        Ti sei fermato 
su una foglia 
aperta sul golfo 
dove danzano le coccinelle
 
Apri le mie ali 
rosse  
come una fragola  
succosa
 
Infila i tuoi desideri 
come gambi di rose 
Il nettare bagna 
le spiagge arse dal sole
 
Ora che siamo liberi 
di
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        Non è consentito illudersi 
I coralli vivono nel mare 
come pesci di calcare
 
Il tempo dei ricordi si spettina 
ai soffi degli Alisei 
Dopo fiumi di parole  
ritornano 
anche i grandi silenzi
 
Costruiamo castelli  
con fragili fondamenta 
Sopra
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             155 poesie trovate. In questa pagina dal n° 91 al n° 120.
       
    
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