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Ventola raffaele
Le 550 poesie di Ventola raffaele
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Ti ho mai detto "Per sempre"?
per sempre
è un quadro bellissimo
appeso ad una flebile promessa
un angusto spiraglio che trattiene il fiato
quando viene buio...
per non morire di solitudine.
Per sempre
è un grammo d’eternità
cucito sulla
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E lei ballava
sopra un pugno di sguardi
spandendosi come il profumo del glicine in maggio...
dando sfogo ad ogni inibizione.
Sudava come i fiori nei prati
quando stanchi d’abbracci di sole
piangono rugiada
al buio di un’ombra amica.
Nessuno
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Portami via
come l’ultima onda della sera
che cieca s’infrange contro il suo destino.
Non ha superficie il cielo
non sa mentire se lo guardi a lungo
diventa piccolo... chiuso nel suo effimero silenzio.
Ci sono echi ridondanti che mi
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Hai udito il canto delle balene, stasera
libero, si dice, come il rumore del vento.
Volano senz’ali nelle frequenze che iplodono negli abissi,
un sibilo che scalfisce l’anima...
come un pianto di sirena.
Eppure cantano, come le cicale in
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Quanti segreti nasconde una conchiglia
nella sua misera casetta delicata
cerchi concentrici di parole perdute
spirali di silenzi e spasmi di vento.
Raccolgono onde
quasi volessero contenere tutto il mare.
Come i tuoi piccoli occhi
quando
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Scivola la mente
su profili immaginari
intingendo la penna
dove il pensiero sconfina nella fantasia.
C’è un mare in quegli occhi
un mare profondo
che non trova approdo
e una vela di carta che inebria d’inchiostro l’azzurro cielo.
Ci sono mani
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Si sentono ancora le grida dei gabbiani
sui vecchi bastioni dismessi,
quando la chiglia rompe il silenzio delle onde
e sporca l’aria di sale e canti d’oltre oceano.
Si paga in emozione
ammirare l’altare del mare
mentre gli occhi si stravolgono
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Resta sospeso il cielo
appeso ad un battito di ciglia
a sfidar la luce
ed è acqua ad asciugar la terra
nuvole di grigio deserto
che mai potrò domare
urlate ancora sopra le mie nude spalle
voi che avete forza di mille temporali
io raccoglierò
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Ho amato i tuoi silenzi
come fossero per me
il crepuscolo dell’ultimo tramonto,
le algide lune dimenticate nelle frenetiche notti d’amore,
gli abbracci lasciati morire al caldo di un camino.
Piove, e nel vento c’è rimasto solo il grido di un
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Ho trovato un verso
ricamato sul tuo volto
aveva cicatrici di amori passati troppo in fretta:
come il vento di maggio
ancora arso d’inverno
passa veloce
lasciando solo un brivido...
fra le spighe di grano maturo.
Troppo profonde quelle tue
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E
se poi mi perdessi
dietro il volo di un solitario gabbiano
verso capovolti cieli...
quale volto mi offrirebbe il sole.
Forse
felice di quel lento cullare
soffocherei anche il desiderio di tornare.
Dall’alto il nemico
sembra così
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Ho visto le tue labbra vibrare,
anelare vita:
come il secchio che si cala nel pozzo
per assaporare la freschezza di un sorso di pioggia;
il grano arso che si china al cielo
sotto il peso del chicco maturo... bramando l’inverno.
Sei il peccato più
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Implode di solitudine
chiaroveggente luna
arco di cielo sospeso
nel vuoto di uno sguardo
dedali di acerbe luminescenze
improvviso
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Quanti cieli hanno visto morire i tuoi occhi
e quanti altri ancora ne vedranno rinascere...
come finestre sedute sul mare.
Forse, quelle vele all’orizzonte
sono carezze che fuggirono dal nostro viso,
i sorrisi che nascondemmo al tempo
per non essere
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Ci sono parole nascoste
sotto il peso del silenzio
ed ali leggeri di libellula
che sorvolano prati infiniti
rinchiusi... dentro un cuore di marmo.
Ci sono scalpelli che battono forte sulle pareti nell’anima
scarnificando ogni intimo dolore
e
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Non mi piegherò al volere del vento
né al peso delle tue parole.
Urla pure quanto vuoi
tanto non ti sentirò!
sono oltre ogni tua immaginazione
volteggiando con le farfalle di maggio
nudo... come un fiore nel prato.
Conquisterò il silenzio
nel
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Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Ventola raffaele.
Indirizzo personale di Ventola raffaele: raffaeleventola.scrivere.info
Veleggerò nel cielo dei tuoi occhi
negli istanti che abiteremo il cuore
appoggiati sulle ali di un desio...
nel lento frangersi delle onde sui tuoi fianchi.
Abiterò la stanza in fondo al cuore
dove vivono sereni i tuoi segreti
le piccole
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Mi muovo nella complessità di un silenzio
tra i fogli sgualciti del cuore
dove ci sono tutti i ricordi... immobili
come carillon senza più suono
stanze senza più luce
finestre spalancate al vento
che vendono cielo ai ciechi
vele inondate d’aria
a
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Si smarriscono le parole,
come semi in cerca di fertilità
nel vasto deserto dell’anima.
E sono nuvola passeggera,
rigurgito di un cielo sospeso
che cerca il suo polo, l’equilibrio,
il punto esatto per ancorare le poche certezze.
Un attimo, un
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Ehi,
ti ho vista, sai?
mentre a mani nude cancellavi i tuoi passi
dai gorghi della solitudine.
Eri un pupazzo senza più sorrisi,
ossigeno divelto dai polmoni,
occhi rinchiusi in uno scrigno di latta,
pianto sommesso...
intrappolato fra le
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Ah,
se gli alberi avessero le ali
e potessero volare fino in cielo,
forse nascerebbero stelle
sui rami spogli di febbraio,
vortici luminescenti,
albori primordiali,
corone...
sulla cupola argentea dell’universo.
Io sarei radice che penzola
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Intreccerò raggi di sole
per farne collane di luce
da appendere al buio dei tuoi occhi.
E ruberò i tramonti più belli
alle sere che
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Tutte le fiabe raccontano sogni
rubando sorrisi, si nutrono di essi:
come la vela si nutre del vento.
Hai saputo trattenere il bambino che c’è in noi
che vive nei meandri dell’anima
e non cresce mai, proprio come te.
Rimane imprigionato
nel
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Dove si abbracciano i rovi
si sente ancor più forte il rumore del vento
ed è scuro... il colore del cielo
il sapore aspro degli sparuti frutti.
Spine conficcate nel costato
sopra i talloni fradici di pianto
è dunque lì che muoiono i
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Si ogni strada purtasse a ‘na porta
che arapennese me desse sciato
’na speranza me desse ‘na ciorta
e nu’ sole... me venesse pate.
Si ogni strillo appicciasse ‘o silenzio
io, nun me stancasse ‘e alluccà
pecche zitto nun schiare maje juorno
e nun
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Scrivimi una poesia,
una poesia che mi racconti la solitudine dell’acqua,
dell’aria, che adesso mi muore intorno,
mentre nascono voli nuovi
dietro ali insicure.
Scrivimi dell’inverno,
chiuso dietro vetri di nostalgia
a guardare scheletri di
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Notte di fede
di croci appese al cielo
Notte di vento
di stelle al freddo e al gelo
Notte di pianti
di tanti giorni andati
solcando mari
di abbracci ormai perduti
Notte di attesa
di occhi alle finestre
fiocchi di neve
profumi di
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Ed è di nuovo Natale:
il solito Natale
vestito di luci e di canti.
Ricordi, quando il tempo ricamava sorrisi
sui nostri vetusti volti?
Ricordo il tuo,
mentre soffiavi felice sulle candele rosse
e quante volte soffocavi il pianto
sulle cime
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Rimarranno solo ombre sui muri
giardini di stelle affacciati nel tempo
sull’ultima onda che sommerse il cielo.
Fu grandine, che scosse il respiro del vento
il fragore del battito d’ali di mille libellule
che caddero, stanche, come piume dal
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E pò...
quanno je te guardo
...e tu me guardi
E me rispunne cu nu pizz’ a rriso
nun c’è bisogno ca me
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550 poesie trovate. In questa pagina dal n° 121 al n° 150.
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