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Ventola raffaele
Le 550 poesie di Ventola raffaele
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Nuje che campammo ancora ‘e nustalgia
ci ‘annascunnimmo areto a na resata
pecché chella ca Ddio ci ha rialato
’o tiempo ‘nfamo ampressa s’a pigliato.
Sì stato n’emozione troppo forte
pe te scurdà quanne s’è chiusa ‘a porta
na faccia allera ‘e
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Vorrei donarti la leggerezza delle nuvole,
per portarti nel mondo incantato delle favole;
senza pesi sul cuore, senza lacrime, senza dolore.
Alzati adesso mentre ti sto pensando
rompi tutti i vincoli che ti tengono stretto,
corri sui prati verdi,
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’A mamma è ‘na maronna scesa ‘nterra,
è tutto ‘o bbene chiuso int’ a’ dduje vase,
fosse capace d’affruntà ‘na guerra;
ma tremma, si d’a porta tu nun trase.
Te porta ‘nzino, te da o latte ‘e core
te mette ddoje carezze dint’ ‘a tuvaglia,
so’ ‘e
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Mo te racconto Napule, ‘e chisti panne spase
c’aspettano ca chiove... e ‘o sole se ne trase...
pecché è contraddizione è ‘o dubbio e l’incertezza,
è a voglia ‘e guardà ‘o mare,
è ‘a solita munnezza.
Stu munno scunusciuto che fa tremmà ‘e
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C’era un fiore innamorato
di una mano assai gentile
lo nutriva di sospiri
l’innaffiava di carezze,
quando c’era un temporale
lo copriva con amore
per non farlo danneggiare
difendendolo dal sole.
Come un sogno, una favola
quell’incontro di due
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Primogenito amore,
che passato sei nei miei fianchi
senza lasciarmi il ricordo dei tuoi passi,
il cuore orfano dei tuoi palpiti
e gli occhi svuotati di luce.
Le mie mani anelavano abbracci di miele
che mai si incontrarono con i tuoi.
Un lampo
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Come posso non vederti mentre danzi sulla luna
nei suoi quarti verecondi che si sciolgono in amplesso,
sulle note dell'amore io mi perdo nel tuo abisso
come acrobata bendato senza protezione alcuna
Faccio finta di dormire dentro un lago di
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Profumi intensi di rosa e di mimosa
nelle stanze inaccessibili dell'ego
dove l'eleganza tua si veste
di coralli e lapislazzuli preziosi
magnificando l'iride...
l'infinita tavolozza di colori
e pentagramma della tua bellezza
inebria i sensi ed
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Piove il cielo...
fradicio di noi
specchiandosi in pozzanghere di vita
Dietro una finestra
luce d'occhi ebbri d'amore
riempiono solitudini di sguardi
Parole nate nel cuore
si strozzano in gola
Destinate a durare
meno di un
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All'ultimo banco deriso e sconfitto
ti sei confinato ferito dal gruppo
che in te non vedeva un ragazzo da amare
ma solo un pupazzo per poter giocare.
Quei quattro balordi bulletti di corte
vili, codardi a tirarti la sorte
sempre li pronti a
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Arriveranno parole nuove
e scriverò per te
i miei versi più belli
Avranno il colore
dell'oro più prezioso
la purezza...
degli occhi dei bambini
il profumo dei fiori a primavera
ed un turchese più intenso del
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Di notte mi arrampico alle stelle,
mi siedo a guardare il mondo mentre dorme.
Spenti i suoi echi, orpelli senza fine
sonnecchia lento... quasi intimidito.
Mi perdo fra mutevoli emozioni
quando la luna insonne,
accesa dal riverbero del sole,
si
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Sono vento che ripara nella cruna del tuo cielo
Quel confine color miele, come il mare nel tramonto
La prigione che mi insabbia, il mio intimo elemento
la scogliera frangiflutti che gabbiano adesso anelo.
Come un salice mi inarco per baciare la tua
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| Dei drappi rossi sotto il plenilunio
come Abat- jour a illuminare il cielo
ad impastare l’anima col fuoco
nel regno etereo di cenere e menzogna.
E c’era un Dio in ogni sguardo perso
in ogni passo incerto verso il buio
ma non sfamava il pianto della
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| Conosco la bugia, i suoi misteri,
portavo a spasso l’ego mio sommesso.
L’anima nel riquadro più nascosto
a grani grossi, per fissarla bene.
Del nascituro inverno che rombava
temevo i labirinti dei suoi giorni,
fatti di freddo e di pazienza
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Volevo essere centro,
non quella via sterrata senza uscita;
la mano che si allunga sui tuoi seni,
il brivido feroce sulla schiena.
Volevo esserti alba:
la brezza che squarcia il viso nella nebbia
quando l’inverno punge la risacca.
Essere il mistero
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Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Ventola raffaele.
Indirizzo personale di Ventola raffaele: raffaeleventola.scrivere.info
Mi sono immerso dentro i tuoi silenzi
senza chiedere alcunché al tuo cuore
Docile e amaro è apparso il tuo respiro
come una rondine tra le vie del vento
Disteso su quei battiti impauriti
sentivo lacrimare anche il desio
Sulla battigia calma.
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Vorrei incontrarti
in un giorno di pioggia
mentre il telegiornale racconta
questo mondo malato
e il caffè mi riporta
tra i colori caldi della vita.
Ecco, in tutto il marasma inopportuno
tu saresti il silenzio buono che mi avvolge
e mi
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E venne il tempo duro dei monsoni
sulle colline ambrate di febbraio:
un lacrimare di pallido abbandono
su fragili orizzonti senza cieli.
Cornici d’occhi leggere come nuvole
imprigionate in un telaio di rovi
cercavano una riva oltre il dirupo
sui
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Cercare tra i pronomi le risposte
di questo inferno che non ha più dighe.
Andare controvento col cerino
pensando di scaldare le montagne.
Non riesco a contenere le brutture:
questo fardello di pianti disperati.
L’ego sovrano non accenna al
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| Quasi non mi accorsi di te,
delle profonde ferite che celavi dentro.
La neve si...
quella me la ricordo:
tutta quella neve!
Premeva forte sul tuo arido petto
imbavagliando i silenzi come un drappo sul cuore.
Ma tu sorridevi
e respiravi
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Che cos’è quest’amarezza che mi naviga nel cuore
questo senso di stanchezza che si accende di dolore
sono troppe le speranza naufragate nelle mani
tutti i sogni ormai spariti sulle code di gabbiani
non riesco più a capire qual è l’ordine del
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Di notte il mondo sembra più leggero
avvolto nelle spire silenziose.
Le ore cadono come piume
sulle chiome frastagliate delle nuvole
e se chiudo gli occhi
sento bisbigli di foglie in volo;
brusii sussurrati nelle orecchie degli amanti
nei solai
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Vola più in alto
ape rumorosa.
Volteggia allegra
zingara del cielo.
E dona il miele
finché il fiore sboccia
sulla corteccia arsa della terra.
Poi cerca l’ombra calma della sera
per ripulire le ali di tristezza
mentre il tramonto scivola
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‘Ncoppo ‘e mmure ‘e stu quartiere
stanno ancora ‘e stessi nommi
scritte ‘nzieme allucche ‘e mamma
me ricordo fosse ajere.
Mille lire dint’a sacca
rappezzata d’’a miseria
p’accattà n’ata jurnata
‘na jastemma, ‘na preghiera.
‘Na partita sotto ‘e
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Non me ne volere
se ogni tanto ti perdo lungo il viaggio.
Sapessi quante valigie ho già smarrito
a volte piene di contraddizioni
altre vuote, forse di speranza.
E quanti baci ho prestato al vento
sul corso del tuo fiume silenzioso
che scorre nel
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Scruto
immobili orizzonti
ed alti cirri
dalla fissità di una finestra chiusa.
Il giorno si imbrunisce in uno sguardo
nel tremore di un seme che rinasce.
Si aspetta l’indulgenza di una veglia
una preghiera di silenzi e foglie
nell’arsura che
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Fuori dai tuoi cancelli arrugginiti
l’eco dei giorni ha smesso di soffiare.
Ed è il digiuno ad ardermi negli occhi
a colorare la solitudine del tempo.
Hai lasciato il guscio vuoto
cadere sul fondo dell’ovattato autunno
come un albero che dona le
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Troppo alto il canto dei gabbiani
sui gigli di mare che svelano la macchia.
Le onde dal piumaggio screziato
passano di tanto in tanto a consolarmi
regalando agli occhi
le loro affascinanti azzurrità.
Si sente la voce silenziosa dei nuraghi
nei
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Anche l’oleandro profumerà di eterno
quando partorirai stelle dai tuoi fianchi:
sguardi gemmati puri, gigli bianchi
lampi accecanti in cerca di affluenti.
Dei rantoli caduti in mezzo ai campi
rimane l’azzurro di notti senza tempo
a raccontarmi
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550 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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