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Rosaria Catania
Le 375 poesie di Rosaria Catania
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Rumor di gocce
son pochi versi stanchi
starnuta tossisce
piange desolata stanca
la vecchia fontana del paese.
Ascolta il rumore dell'acqua
un dì fresca e dissetante
forse è morta chissà
l'han dimenticata
è
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Cacciata con dispetto
di ferro e fuoco fu sconfitta
dolcezza il viso suo
schernita umiliata
sotto quel velo di zanzariera nero
quasi i suoi occhi tremassero
dalle offese lei recate
Sguardi gesti
un vago ardire
la sua figura esile ne
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Lenta scivola su una linea retta
dalle labbra va giù scorrendo
su un seducente ruscello silenzioso
sulla venere maliarda
intrappola quel volto che non ha
ma denti stretti e ben aderenti
si muove leggiadra
va su e giù
in quel vicolo
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Intenerita veste in rosso
sulle tremuli gambette
ondeggi al vento di primavera
son cortili verdi gli sguardi tuoi
arricchisci gli orizzonti
sul tuo quadro di colori
ne scriverei un poema
prenderei l'acqua del mare
e ne farei inchiostro
e il
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Dal mare s'innalzano
riverberi di colori
son spezie rare
odorano d'altri monti
fiaccola mai spenta
pacata tristezza
infuso d'incenso
mescolanza di pensieri fragranza
di un tempo sfocato
mai cancellato
declinar il ristoro sulla
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Sei la mia eredità solare,
mai tutta svelata,
nascondi col rossore del sole la tua bellezza,
terra mia arsa dal calore...
Canti di marinari su barche mute,
solcavano i mari,
vino bevuto con tozzi di pane,
riempivano le misere cesta del
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Giorno del risveglio
su letture di nomi
son vittime silenziose
ricordi inceneriti.
Abiti lacerati e cuori sepolti
trucidi massacri
su coscienze da ripulire,
un percorso sbandato
ponti inclinati non eretti traballanti
costruttori di coscienze
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Dimenticar un nome una data
vite vissute passate sofferte
saranno date di nascite
Donne passate al setaccio
faran risposte a domande dei mille perchè
Su nuvole nere furon cacciate
dissero con voce esile
il loro ardir verità
Un
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Non sono una lapide
col nome stampato
neppure un eroe
ho vinto il destino
in una fragile corsa
ho seguito un forte amore
oltre la mia fragile vita
diventata polvere
sorrido al Divino
mi sono coricato
con la sabbia del perdono
partorito
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Valli di nebbia
giardini dorati
fili ricamati
di fiori argentati
parlano d'amore
col cappellino di margherite
inghirlandate
di trine e merletti
incantesimi nei boschi
son felici
danzano leggeri
sono nuvole di fiori di
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Dal diaframma
una nota si intona
ho appoggiato le mani sul davanzale
in segno di preghiera
profumo di rose
profumo di fiori
un velo di tristezza
scivolato via
domando al vecchio
e il giovane risponde
nonostante la differenza
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Quaderno invecchiato
da tempo
larghe linguacce
traboccano
un'ansiosa riscoperta
tendimi le mani
ci perdiamo nel tempo
un fiore riposto con cura
già sei appassito...
Dimmi tu perchè
chi eri
nell'ora che non
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In attesa del tessitor
misera carne a digiunar
marcisce l'anima
cannibale ingegno su denti aculei
succhian il surrogato sangue
morte celata crudele menzogna
smascherata da noia giovanile
Grave passo fu...
Passione inganno
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Intenso silenzioso il mare
veleggio tra nuvole e ombre
fotografie
di lampi di flash
intorno a bobine annerite
Difficile scrollarsi il gelo
della notte
scoprire il volto solcato
come strade deserte
mai ritrovate
Cercare ancora
per non
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Cerca la poesia:
Leggi la biografia di questo autore!
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Indirizzo personale di Rosaria Catania: rosariacatania.scrivere.info
Ammuffisce
la memoria
cenere sporca
buia la notte
guarda il cuscino
sugli amori proibiti
congela la gioia
di un pensiero triste
rifugi di legna secca
parole
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Ombre
fantasmi incubi
mi attanagliano
serpenti
dentro il mio corpo
demoni infernali
distruggono i pensieri
vorrei tanto liberarmene
ma sono incatenata
non riesco a gridare
non ho più voce
tutto vuoto
profondo misterioso
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| Oscurità buio
i miei occhi
non vedono
frugano cercano
le piccole ombre
svanite nel buio
come in un sogno
appartengo
al seme della terra
mi nutro del suo fluido
remoto vuoto viscerale
in me penetro nella
luce
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Senza sguardo si è voltato
gesti sfrenati
di ciò che non fu detto
felino il miele inzuppato
morire domani
neutrale distanza
nessuna memoria
nel ricordo della storia
canta l'inno dell'anima
al gusto dell'arancia
cavalli
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Paure di ceneri
Perbenismo angosce solitudine
su scandalosa ricerca
uomo di spirito critico
cultore astrale di mille dubbi
in un mondo di paure
dentro nascosto in menzogne
ardono sotto le ceneri di paure
Lontani son stati i passi
scandalosi
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Giù dal pozzo l'acqua stagna
segretar bugie su torbe muffe
striscia l'infame pendolo
sulla sua fragilità degli accordi
ore giorni mesi anni
madre di tutte le madri
Anch'essi autentici...
puntar l'epigrafe all'aperto
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Sul cerchio di pietra
sull’invisibile
scrittura
del bene e del male
hanno la stessa faccia
deserta senza erba
sentieri vuoti
con rapidi tremolii
avvolge
una funerea veste
disciolta la forma
dell’intreccio
non cedesti
alla fiamma
i
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"Son gambe che non camminano"
Si vive morendo
nell’arco di un istante
son due estranei occhi
Lo stesso tempo
sarà una gratis commedia
il suo nome qualunque esso sia
indispensabile legge ugual per tutti
Vacillerà la sorpresa
nell’
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Baciò la riva
quel bianco velo
trattenne il respiro
sul riflesso dell'onda
il fiume ne sorrise
su quelle sponde
come spremute
di comete radiose
in ali planate
tambureggianti trasparenze
su arse spoglie
di bianche ciliege
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In un innesto di tempo
vi fu una vampata d'odio
dipinsi il mondo
in un pianto di polvere
cicatrici sussurrate
all'anziano fanciullo
custodiscimi le ruvide piaghe
in un pittoresco quadro tarlato
bagliori di raggi di sdegno
bruciati alle
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A fimmina siciliana
è comu lu muluni
tunna tunna
m'ovi l'anca e muvi u culu
è na musica ranni a talialla
balla e canta tuttu u iornu
a tarantella
e metti a vista i trisori
ca ciavi cuoddu
p'è masculidi ca riestuno a
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Son foglie appena cadute
sull'ultimo tiepido sole
dell'azzurro cielo
Respirar ancora quel profumo d'estate
nascosto da carezze assonnate
e di letarghi giornate
Il vento e la pioggia
si farà spazio
e parlerà al silenzio del suo
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Farfalle marrone
sui capelli a strisce d’ oro
giocan con noci e passolina
bagnandosi nell'acqua cristallina
noi radici della terra
respiriamo con gioia ed allegria
siamo un quadro del nostro tempo
del tramonto vuoto dentro
lenti
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Unico scatto
l'ultima strofa
ricordo ostentato
tremendo dolore scava
calda affettuosa
tenera accogliente
voce pacata
su una semplice stretta di mano
il respiro accelera
una luce velata si posa sugli occhi
un ritornar indietro
un viaggio
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375 poesie trovate. In questa pagina dal n° 211 al n° 240.
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