 | Dimora che accogliesti mio primo vagito,
primi incerti passi per un camminar più lungo...
Ti lasciai il mio sorriso, la spensieratezza
dei miei adolescenti giorni.
Per ogni stanza un sospiro, un profumato ricordo di
gioiosi intervalli...
Vita
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Come tigre in gabbia,
agitati passi da una sbarra all’altra.
Cuore in subbuglio in cerca di pace,
pensieri in un groviglio di fili spezzati.
Nessuno vede, nessuno ascolta
soffocato grido di anima ribelle
in sabbie mobili sommersa.
Voci
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Parlami d’amore,
troppo tempo è passato
dall’ultimo tuo bacio.
Or che fiocchi di neve sul
mio capo han trovato riposo,
or che nodoso bastone
sorregge il mio corpo,
parlami d’amore,
della complice luna
che in una notte
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 | Dolore immenso fu il tuo partorir,
lancinanti strappi a crear nuova vita.
Eppur soffrii anch’io, ma ricordo non sovviene
Madre mia.
Uscii dal tunnel della pace,
sola in un mondo sconosciuto,
che spavento...
Rumori vivi, luci accecanti
pervasero
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| Stridulo rumore,
quella porta chiusa a chiave.
Piccola anima urla muto aiuto
alle sue paure.
Tenero esserino rannicchiato,
la tua coperta unica fonte di calore.
Oh, se potessi esser soffocato
da un abbraccio poderoso,
oh, se potessi esser
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Dolce, antico sguardo velato,
immaginar non seppi
il tuo pensarmi.
Madre, esserti essenza assente,
vorrei ora,
sì ora che il tuo non vivermi
mi colma,
oggi più di ieri.
Reciproche comprensioni,
m'abbisognano,
m'è vuoto
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Invia un messaggio privato a Silvana Iannicca.
Si avvicina con lentezza,
elegante il portamento.
Una lacrima nell'occhio un po' velato,
quanta storia, quanta vita in quello sguardo.
Odore di naftalina di un libretto ben tenuto,
una firma tremolante di una mano generosa,
timidezza sul suo
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Quando viene la notte ho paura,
t'incontrerò
sarai lì ad attendermi,
come ogni sera,
paziente,
nell'angolo più buio
del mio mondo.
Seduta su una comoda poltrona,
attorcigliata, aggrovigliata in te,
contrita, ostile,
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Eri bellissima
giovane donna,
serrata immagine
in antica cornice parla di te,
della tua essenza,
occhi spenti,
labbra socchiuse,
derubate di quel sorriso
che poche volte
illuminò il tuo volto.
Sognavi vita,
corrisposto amare,
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Uomo fuggi
da mondi
di guerra e fame
senza morirne.
Vola su alte vette,
espandi le tue ali
nell’immenso universo,
naviga perduto e senza meta
su oceani infiniti,
d’impietose burrasche
d’atroce lutto,
esule senza età,
senza genere
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