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Anna Piccirillo ov
Le 121 poesie di Anna Piccirillo ov
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Ti ruberò un pensiero,
perché tu hai le parole
che io non so trovare
per cantare le bellezze della vita.
Ti ruberò le labbra,
perché tu hai il sorriso
che a me manca per illuminare
i momenti oscuri di ogni
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Ti condurrò per mano lungo la notte oscura,
ti stringerò con forza e non ti perderai,
non ti abbandonerò, sarò guida sicura,
anche se non può un cieco guidare un altro cieco,
quel poco che io vedo, vedrò
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Sospiro il freddo
che tramuta stille di pioggia
in cristalli di neve.
Poi, fiocco su fiocco, la candida coltre
attenua il frastuono assordante della vita.
Fuori di me.
All’intimo mi induce il suo silenzio.
Dentro di me
E come seme dormiente
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Oh, potessi trovare parole mai dette
e note mai sentite potessi intonare
per cantarti, Signore, un canto nuovo!
Vorrei comporre celesti melodie
per dare a Te la lode e dirti grazie
di questo immenso dono dell’Amore.
Un’armonia di cembali e di
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Sei qui,
amica fedele
di solitari tramonti,
punto di fuga
in un fazzoletto di cielo
che sfuma il tenue azzurro
nel rosa dorato all'imbrunire.
Eccoti,
compagna silenziosa
di celesti nostalgie,
vivida rifulgi
al faticoso declinar del
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Orizzonte infinito,
oceano di polvere aurea,
presenza imperscrutabile.
Il nulla. Un nulla che è tutto.
Non ho bisogno di altro
per vivere nella verità.
Penetro con lo sguardo l'infinito.
Ti fisso negli occhi un istante.
Scendo
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Ricomincio da qui,
da questo giorno di sole inatteso
sorto sull’ultima neve d’inverno.
Neve emarginata ai bordi della strada,
calpestata, sporcata, non più immacolata,
consunta di senso vissuto
nel bene e nel male.
Qui, tra alberi fissi di
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Ecco, la riconosco,
è la Luce nuova di primavera
vivida e irripetibile, sa di buono
ed è cangiante come una magia.
È quella che speravo, disperando,
ma mi struggevo nella notte oscura,
quella che anelavo ritrovare in fondo mio dolore,
che
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Artigli di tigre
affondati nella carne viva della terra,
come graffi dolorosi
sulle sinuosità di monti e valli
crocifissi dalla follia umana.
Viscidi canali che vomitano fuoco
ed ingoiano piombo,
distinti solo dal colore delle giubbe
che
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E poi ci sono le mattine in cui l’umore
è altalenante tra opposti stati d’animo
e oscilla come in due fotografie,
l’una che piove da un cielo misterioso
e l’altra che risplende del sole di un sorriso.
E quel dolce languore chiamato nostalgia
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Mi piace goderla d’inverno,
quando si spoglia d’ogni mondanità
e mette a nudo il corpo millenario.
Quando, come un’artista in camerino,
strucca il velo di cipria e di cerone
come un levar di maschera
e mostra il viso affranto e gli occhi stanchi
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E viene il tempo del silenzio,
quando è meglio tacer parole vane
che il cuore non riesce a pronunciare,
perché l’angoscia stringe le sue fibre
in una morsa che arresta il mio respiro.
E non ho voglia di levare il capo
a contemplare l’infinito
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Guarda che spirito libero
ha il gabbiano!
Proprio nei giorni gelidi e piovosi,
quando pennuti e umani
riparano al sicuro delle proprie certezze
ecco, si leva sulla scia del vento,
s’invola sicuro contro ogni soffio avverso,
contro ogni buon
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Mi vennero incontro effluvi di mosti
e del vino novello i sentori briosi;
disteso un tappeto di rame e di bronzo
con foglie stordite dal vento
e sul viscido lucido asfalto
i ricci ancor pregni di frutti carnosi.
Di fascino arcano e silente
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È giunta alfin la neve
a dare pietoso sollievo
a quelle ferite di fuoco
inferte con mano brutale
da menti crudeli ignare d’amore.
Cicatrici ancora brucianti
di arsura e di rabbia repressa
su terra preziosa a sfregiare
il superbo profilo al
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Sul ciglio della strada
ti ergi altera e dissonante,
nobile decaduta
tra una plebe floreale senza storia
che vive il tempo di un istante
nel rigoglio di una sola estate.
Rosea corolla sgualcita
spicchi tra papaveri sanguigni,
ranuncoli
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Indirizzo personale di Anna Piccirillo ov: annapiccirillo.scrivere.info
Per sempre I nodi del destino (Riflessioni) |
Sete d’amore (Gonxha) "Con l'orlo del suo abito l'amore sfiora la polvere. Pulisce le macchie da strade e sentieri e poiché ne ha la forza ne ha anche il dovere" (Madre Teresa di Calcutta - Spiritualità) Menzione speciale |
Vivo di poesia Tema Libero |
Amo l’autunno.
Ha tutti i colori delle mie malinconie
e un sapore dolce e languido, come di nostalgia
di quei vissuti stillati nel crogiuolo dei ricordi
per conservarne solamente il bello.
Andata è la frenesia creativa
che scuote la natura in
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| Fu come uno spirar di brezza
sul finire dell'estate,
come un frizzar di spuma e di salmastro
che portò sollievo al tedio
di lunghi giorni insofferenti
agli animi soffocati di afa e sonnolenti,
dimentichi di aneliti di
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Sono fioriti all'improvviso i glicini,
nemmeno me ne ero accorta...
sul muro grezzo del giardino
le belle infiorescenze han rivestito
gli arbusti nodosi e contorti
con la loro dolcezza fulminea,
che mi rapisce il core intorpidito.
Sono
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Timide gemme si schiudono
sui rami ancora intirizziti,
è esplosione di vita, è una forza
e del rigido legno perfora la scorza.
Si apron delicate corolle a sfidare
i rigori notturni, i capricci dei venti,
in cerca di un bacio dal
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| Cime di monti ancora innevate
scorgo in lontananza,
emergono dalla foschia
di questo marzo dispettoso
che non si vuol lasciar dietro le spalle
dell'inverno il provvidenziale sopore.
E tra le brume penetra il sole pallido,
filtra i suoi
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È questa pioggia estranea, indifferente
e il vento gelido che sferza il porticciolo a Fiumicino
a ricordarmi che febbraio è ancora vivo
e dall'inverno non è fuori questo grigio mattino,
malgrado i giorni soleggiati e tiepidi
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Cos'è la speranza
se non un presagio di incontro,
memento
e attesa di un compimento
del sogno reale
che vive in Te
del desiderio ardente
che hai di me.
Hai detto: «Sto alla tua porta e busso».
È iniziata
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Fa’ piano,
più piano ti prego
entra in punta di piedi
non fare rumore
non turbare
i miei sogni innocenti,
respira i battiti
del mio giovane cuore,
vorrei tenerezza.
Illusione!
La tua mano,
artiglio celato,
bestiale carezza
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Di giorni limpidi rubati alla bella stagione
ancora saprà sorprendermi
questo tempo d’autunno
scevro di rimpianti e di malinconie.
Lassù nel nitore di indaco cielo
danzeranno le nubi, candide
come i fili d’argento sul mio capo,
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Da quel balcone io miravo il mare
nei pigri pomeriggi incandescenti
sdraiata all'ombra di limoni e gelsomini
a riparar la pelle arsa di sole e di salmastro,
a ristorare l'anima graffiata dalla vita.
Rotti i silenzi ambiti eran da cinguettii
e tra
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Ho vagato, ho vagato tutta la vita
in cerca del volto del mio Amato.
L’ho trovato appeso ad una croce
e in profondo silenzio ha sussurrato:
“Ho sete!”.
Avevo sete anch’io dell’Amor suo
era segnato nel mio nome, “Gonxha”,
ed io come un
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Per gioco venivo dietro alle tue orme sulla sabbia,
e combaciavo i miei passi ancora incerti nella vita
con l’impronta lasciata dal tuo piede gentile
prima che la schiuma del mare levigasse l’arenile.
Dietro la scia dell’eterna sigaretta tra le
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Oh, indicibile intenso mistero! Vita.
Stupire di ineffabile magia, impenetrabile bellezza.
Tu, prorompente energia, eri in me soffocata.
Quante volte ti ho messo a tacere, mio cuore,
con un muro arginavo sensazioni impetuose.
Come narrare se al
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Ci hai volute per Te,
per nutrirci d’amore
con cuore indiviso,
vergini spose
sulle strade del mondo,
senza farci plagiare
dalle logiche di questo mondo.
I piedi ben saldi al suolo,
radici dolorose,
catene umane e familiari
ci attirano
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121 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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