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Paola Piccolo
Le 41 poesie di Paola Piccolo
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La vecchia favola non é finita...
se sempre allo sfioro risponde una nota,
quell'ultima in serbo nel cuore di latta
sospesa all'incanto di un tempo bambino.
Si avvita a se stesso,
nel cerchio magato
di cavallucci e carrozze
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Sono morta da un'ora e il mondo ignora.
Il delitto di un'anima non paga...
Una stele di fango non perdura
al salso più segreto di un dolore.
Non so quand'é che ho smesso di pregare,
una Vergine che mai dovette alzare la sottana.
E
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Era solo un bambino e aveva il profumo di un sogno,
più vero del sole...
Profilo disfatto in castelli di vento,
tormento di creta di un greto impotente.
Quel passo impalpabile in limbo d'incanto
vanisce l'attesa che echeggia
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Ho inforrato ramaglie di sole
ingannando la curva del mio cielo.
Ho rubato la spiga al mio cimento
che me ne sazi nell'ora del tormento.
Ho in serbo il più fecondo dei sapori
che sopravviva alle imbolsite brame.
Ho stralciato verzure ai
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Così che quando il giorno si scolora
e già s'avverte l'ansito della luna,
un dondolo s'adagia alla memoria
e culla quei ricordi a me più cari...
I bei ricordi, tal son dei frettolosi amanti clandestini
che vagano tra tenebre
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Poi s'avanza l'autunno, che ha piena la giberna.
Sinistro sbriglia il tuono che annuncia un temporale
...e vi ritrovo il passo che mi era familiare.
Piombo di contro al cielo, recessi alabastrini,
scrosci riversi al suolo di vergognose
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Non ho scelto di esistere,
non sceglierò di morire.
Involontariamente.
La vita sparge il seme
tra cretti di perfezione.
Sfida perfettibile
in cerca di una pelle su misura.
Diafana da scoprirci attraverso,
il variabile.
Mai
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Come vorrei la carezza di un giorno,
sentire che ancora gli appartengo,
che mi appartiene.
Non sono più che un groviglio di mali
che ansimano nella ragna amara di un sorriso...
mentre ripercorro con desiderio
tutte le strade che mi conducono
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Non ha più cieli la notte
di quelli che hanno forma dei tuoi sguardi ingannevoli
che monchi d'aneliti straripano all'orizzonte
immobile.
Ove tardivi colchici hanno radici d'amianto.
Sono gli ultimi demoni del giorno
che slacciano speranze
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E caddero dal cielo aeroliti travestiti da pane
e stormi di uomini corsero a mangiare.
Da strappi di muri scaltri occhi di uccelli a sogguatare
la folgore di fiamme d'anime e delle loro brame.
Il folle che non cedette alla pania
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E mette giorni ad intrecciare sere,
sarmenti di respiri e desideri
nel ritmico inseguirsi delle ore...
Il tempo.
Questa pianta ruderale
che già s'avvinghia acerba
alle rovine dell'attimo passato.
E striscia e radica e infoltisce
nel
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Cerca la poesia:
Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Paola Piccolo.
"Il mio bambino ha un anno,
e già sa far di conti,
parla un fluente inglese
e scrive bei racconti!"
E il mio, starnazza un'altra,
é una vera iattura!
"Lui legge Zarathustra,
così per la cultura,
ma dirige
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Chissà se mi vedessi...
Tu, che m'avevi dato forma del tuo amore,
vederlo dissipato nell'errore
che mi avrebbe restituito al tuo cruore!
Ma sempre più lontano dalla fonte,
di cui non conosco che la sete,
sono quell'albero che
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Seduto alla proda del giorno che muore,
quell'ultimo raggio puntato sul cuore,
è resa alla corsa di un vivere cieco,
di tanta bellezza neppure un'eco.
Con gli occhi specchiati di mille tramonti,
sì misera somma già avulsa
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Che quando il male ti strangola
fino a toglierti il respiro,
e stretto tra le braccia ti ho già perso
e persi sono gli occhi tuoi,
sbarrati su una luce ch'io non vedo...
dovrei risponderti che la morte é quella...
e tu l'hai
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"Quando ero felice
e non lo sapevo,
avevo una casa inventata:
per tavolo un catino rovesciato,
per letto un cartone colorato,
per figlio un bambolo dorato...
e con gli occhi di un bimbo
mi piaceva credere che fosse tutto vero.
Poi... non so
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Un fiore é appassito,
d'un tratto a maggio.
Mani vizze lo sfiorano ancora,
incredule.
Lacrime lente si mischiano ai suoi petali
senza più colore.
Composto e muto un cuore stanco si gonfia di dolore.
Cuore di mamma in pena
per il suo
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Alla luna raccontai del sole.
L'ardita stella che lacera le ombre dell'assenza
disegna il tempo in composte dissolvenze
tramando giochi di vita e morte ignare.
Nella lusinga di un raggio clemente
per astuta mano
libera il giorno a sprovveduta
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Io sono quello che l'uomo non vuole.
Eppure in me non c'è che tanto amore.
Sono io quel ramingo che vaga...
che troppo spesso trovi esanime sul ciglio di una strada.
Gli occhi miei son lo specchio d'un mondo crudele,
d'un vile uomo a cui
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Oggi una rondine si racconta,
del suo nido che avrà sempre un ritorno,
del suo canto che farà sempre il giorno.
Nel campo rovente, la misera gente,
china alla semina con cuore veemente,
ascolta attonita la nota gaudente.
Oggi una
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41 poesie trovate. In questa pagina dal n° 21 al n° 40.
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