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Carla Colombo
Le 278 poesie di Carla Colombo
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 | Ho raccolto
esile sogno
d'aride radici
tra crepe del mare
conchiglia senza perla
Ho svezzato
fragile sogno
linfa di Cielo
su avversa corrente
abisso salda dimora
Ora giace senza nome
scremato d'Aurora
avvolto di nero sale
nel
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 | Mille e più stelle
caddero nel mare
nascondendo la notte
nel chiarore negato
d'annegata aurora
Costato del Cielo
squarciato piovve sangue
- volti fanciulli in dissolvenza -
occhi fissarono spenti
incendiato delirio d'odio
Luna
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 | Intrecci scoscesi
su dirupi del Cielo
Gocce d’aura nel vento
d’ariosi sorrisi gemelli
Rincorrersi tra nuvole
avvolti d'immenso
Naufraghi ritrovati
su scogli del Tempo
Sigillo riallacciato
d'avvinte pupille
Abbraccio
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S'aggiran nello splendore acrilico
di vischioso sorriso
trasfigurando ghigno celato
in plastica posa compiacente
Attori sull'altare del giudizio
- tranne il proprio -
maschera di cemento
solletico non corrode
Occhi farisei,
cocci di
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Dissanguami l'anima
disintegrando il respiro,
di prepotente bocca
addenta le mie carni
avido vampiro
Legami a morbide manette
su letto di piume e chiodi,
nel gemito di lenzuola
selvagge e senza limiti,
dolce demone possiedimi
Innesta le
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Cerco scampoli di luce
a liberar l'orlo stretto
d'occhi di cenere consunti
immolati su falò d'illusioni
Cerco favole di realtà
nell'affondo che arretrando delude
arrancando su binari spenti
giravolta di promesse bla, bla,
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Ricordi...
rena umida
sbiadiva i passi
nel fuggir lesto
da lido in tempesta
Noi restammo
Spugna nuda
avvolgeva tattile
pelle contro pelle,
liquido brivido di sale
Altalena nel cielo
lucido sguardo appeso,
nuvole di
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 | Vento, vento
gridami dentro,
fendi il respiro
d'attonita anima
Vento, vento
flagellami dentro
distilla il dolore
in gocce d'aurora
Vento, vento
sferzami dentro
raffiche di luce
su occhi offuscati
Corpo a corpo
vento contro vento
a
leggi

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 | Nel Castello di Egoland
un uomo lupo vivacchiava
tra sterili stanze
d’adombrata mente,
tra vuoti corridoi
d’ammuffita anima
Dimenando la coda ululava,
da femminil richiamo allunato
compulsivamente annusava
così assetato di
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 | Puntini di sospensione
tra soglie infrante
grondano gocce asperse
sui declivi dei miei fianchi
Croce e chiodi su seno profanato,
tenue veste insanguinata
piange monotono colore
di cielo e mare rattoppati
Indistinguibili,
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Resta una foto cancellata
per cancellare il ricordo,
memoria impressa
su disubbidienti neuroni
Resta la voce che incide dentro
disco rotto di bugiardi ti amo,
rewind automatico
d'ultime lame di parole
Resta la scia che percorre i
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 | Come una piacevole meretrice
tu vendi finti sentimenti
a poco prezzo
Opportunista della mente
ti annidi nel punto piu’ debole
e senza fretta la colonizzi
con le tue spore invadenti
e il fare suadente
Con pazienza certosina
vuoi terminare
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 | E ti porto via con me,
salderò l’orma affranta
del tuo fermo cammino
d’indolenti minuti passi
senza tempo né aurora
su vastità desertificata
da pie illusioni d’animo
Sì, ti prendo per mano,
insieme verso luce
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 | Miro obiettivo sfuocato
a scrutar tacito orizzonte
che sospeso suda nebbia
tra tuoni afoni in bufera
Infierir di lampi spenti
nel grido muto della sera
non svela segreti esiti,
non palesa attesi attimi
Nell'udire attento
lento lo sguardo
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 | Buca le ore
sguardo di vela
sospinge via
trattenendomi
Sono vento
sono sangue
ti scorro dentro
percorro il battito
Simbiotico seme
s’impossessa di noi
mangrovia di carne
respiro d'unica bocca
Atollo mai sazio
spore su sabbia
soffio
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Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Carla Colombo.
Indirizzo personale di Carla Colombo: carlacolombo.scrivere.info
 | Brilla la tela
d'attorcigliati fili
nel tuo sguardo
avvolto di rosso seta
sulla posa mia
che ti perfora
Occhi sudano
nel silente respiro
incollato a pelle
che slacciata
sorseggia la Luna
Guardami
nel gesto che cattura
il battito
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 | Racchiudimi ora
tra braccia di delicata forza
ad arginar intime paure
che astute assalgono
Tra potenti mani d'ovatta
erigi egida a fortezza
ad ospitare nudo sonno
d'indifesa resa
Sopprimi il male cecchino
che oltre la cinta
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 | Sensuali minute schegge
d'addolciti angoli convessi
sciolgono in mille specchi
liquidi frammenti sfavillanti
soffici scintille senza attrito
Luccicore di madide lucciole
palesa sorgente desiderio,
dissetante rugiada imperlata
intrisa di
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 | Fatemi scendere
da questa giostra
di sorrisi sghimbesci
smorfie di dolore
travestite da paradiso
allegoria di un volo
che terra inganna
mistificata sinfonia
tra led di pupille
lampeggianti vuoto
e scivoli di plastica
ad attutire il
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 | Amami
Finché l’ultima
goccia di ragione
scivolerà via
nel fiume dell’oblio
Finché l’abbraccio
fonderà le nostre radici
intrecciando due anime
in eterna sequoia
Finché dal grembo
d'eterna
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Soffio di parole,
note sussurrate
su labbra protese
d'attento ascolto
nel respiro incollato
Sapore caldo
da gustare tutto
lentamente
nel vibrar che rivela
l'impazienza contenuta
Sorsi di vita centellinati
a sospinger il desiderio
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Quando ero nuvola
il sole amorevole
non bruciava i miei tratti
il cielo gentile racchiudeva
in baci di brezza
ovattati abbracci
Quando ero
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 | Adombrarsi d’avverso sole
tra rami secchi d’esistenza,
resistenza da saggiare,
quasi un gioco pendulo
provocare la caduta
palesando le mancanze,
masochistiche variabili
danzano complici
a pungolar l’incertezza
nel setacciare
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 | Questo stanco silenzio
nel frastuono soffocato delle tempie
muta eco di voce sola
in quel nodo spento in gola
Questo vano silenzio
monologo inascoltato
gemito senza suono
implosione della mente
Questo rassegnato silenzio
impotenza senza
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 | Bruciava ancora
l'ultimo soffio
d'impronta lieve
su docile pelle
Candelabri accendevano
il vento dei sensi,
tra lenzuola di sale
s'azzuffavano nuvole
Baci d'assenzio
inarcavan d'oblio
papaveri tremanti
nel sospiro del
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 | Pelle e occhi di carbone
confusi nel nero profondo,
lampi di fuoco illuminano
orbite rosse di urla sanguinanti,
urla di panico ovattate dall'acqua che
invade il tuo corpo spossato
da contrazioni di terrore
Feto espulso ancor a te
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 | Affaticato l'andare,
passi sferzano
machete nel nulla,
occhi stretti
combattono il vento
nel silenzio che sibila
fiamme di no
su gote caparbie
Spalle respingenti
e un calcio alla vita
accartocciata in una
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Salice piangeva membra
annegate nella follia
accarezzando di vento
gonne gonfie sull’acqua
Ruscello incolpevole
lacrimava vita perduta
preservando beltà recisa
di diafane carni spente
Ghirlande di fiori ignari
adornavano l’ultima
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Dammi la luce!
Che viver è senza?
Le mie carni non vivono
non si accendono
non servono a niente
Soffiami vita ovunque!
Sfiora di labbra l'acceso mio solco,
vibrante ancella del desiderio
m'illuminerò di sole
nel respiro
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278 poesie trovate. In questa pagina dal n° 151 al n° 180.
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